La ricorrenza dell’arrivo della Befana – il 6 gennaio – dà al Wwf lo spunto per ricordare la sua campagna “no al carbone, sì al futuro”, che si scaglia contro il combustibile fossile per eccellenza. “Il carbone dolce che tradizionalmente la Befana il 6 gennaio porta ai bambini è l’unico carbone che piace all’ambiente – ricorda il’associazione ambientalista – visto che il vero carbone è il combustibile fossile che minaccia di più la nostra salute e il clima.” Il carbone rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, sottolinea il Wwf, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.
‘È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili, perchè fare a meno del carbone in Italia è possibile e conveniente. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti.’ è l’auspicio che il WWF Italia affida alla Befana. “Il governo merita invece un grosso sacco di carbone vero: in barba agli impegni dichiarati di non favorire l’uso del carbone, ha concluso l’anno con oscuri provvedimenti tesi a far eludere le norme ambientali e consentire la riapertura della centrale di Vado Ligure, posta sotto sequestro dalla magistratura che ha documentato i danni alla salute dell’impianto inquinante; la centrale sorge oltretutto in pieno centro abitato e non rispetta le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. Quelli assunti a fine anno, dopo l’incontro pre-natalizio a palazzo Chigi, sono provvedimenti poco trasparenti che garantiscono i debiti dell’azienda e non certo la salute dei cittadini, l’ambiente e nemmeno i lavoratori” dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.
Nel sito dedicato alla campagna è pubblicato il recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata. Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, ricorda il Wwf in una nota, si scopre che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.
Il carbone è anche un problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance.
Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).
Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.
In Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).
Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno. Il futuro è nelle fonti rinnovabili come racconta l’ironico spot video WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna, affiancato da una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.
ricorrenza dell’arrivo della Befana – il 6 gennaio – dà al Wwf lo spunto per ricordare la sua campagna “no al carbone, sì al futuro”, che si scaglia contro il combustibile fossile per eccellenza. “Il carbone dolce che tradizionalmente la Befana il 6 gennaio porta ai bambini è l’unico carbone che piace all’ambiente – ricorda il’associazione ambientalista – visto che il vero carbone è il combustibile fossile che minaccia di più la nostra salute e il clima.”Il carbone rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, sottolinea il Wwf, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.‘È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili, perchè fare a meno del carbone in Italia è possibile e conveniente. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti.’ è l’auspicio che il WWF Italia affida alla Befana.”Il governo merita invece un grosso sacco di carbone vero: in barba agli impegni dichiarati di non favorire l’uso del carbone, ha concluso l’anno con oscuri provvedimenti tesi a far eludere le norme ambientali e consentire la riapertura della centrale di Vado Ligure, posta sotto sequestro dalla magistratura che ha documentato i danni alla salute dell’impianto inquinante; la centrale sorge oltretutto in pieno centro abitato e non rispetta le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. Quelli assunti a fine anno, dopo l’incontro pre-natalizio a palazzo Chigi, sono provvedimenti poco trasparenti che garantiscono i debiti dell’azienda e non certo la salute dei cittadini, l’ambiente e nemmeno i lavoratori” dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.Nel sito dedicato alla campagna è pubblicato il recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata.Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, ricorda il Wwf in una nota, si scopre che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.Il carbone è anche un grosso problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance.Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.In Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno.Il futuro è nelle fonti rinnovabili come racconta l’ironico spot video WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna, affiancato da una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.La ricorrenza dell’arrivo della Befana – il 6 gennaio – dà al Wwf lo spunto per ricordare la sua campagna “no al carbone, sì al futuro”, che si scaglia contro il combustibile fossile per eccellenza. “Il carbone dolce che tradizionalmente la Befana il 6 gennaio porta ai bambini è l’unico carbone che piace all’ambiente – ricorda il’associazione ambientalista – visto che il vero carbone è il combustibile fossile che minaccia di più la nostra salute e il clima.”Il carbone rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, sottolinea il Wwf, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.‘È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili, perchè fare a meno del carbone in Italia è possibile e conveniente. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti.’ è l’auspicio che il WWF Italia affida alla Befana.”Il governo merita invece un grosso sacco di carbone vero: in barba agli impegni dichiarati di non favorire l’uso del carbone, ha concluso l’anno con oscuri provvedimenti tesi a far eludere le norme ambientali e consentire la riapertura della centrale di Vado Ligure, posta sotto sequestro dalla magistratura che ha documentato i danni alla salute dell’impianto inquinante; la centrale sorge oltretutto in pieno centro abitato e non rispetta le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. Quelli assunti a fine anno, dopo l’incontro pre-natalizio a palazzo Chigi, sono provvedimenti poco trasparenti che garantiscono i debiti dell’azienda e non certo la salute dei cittadini, l’ambiente e nemmeno i lavoratori” dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.Nel sito dedicato alla campagna è pubblicato il recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata.Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, ricorda il Wwf in una nota, si scopre che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.Il carbone è anche un grosso problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance.Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.In Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno.Il futuro è nelle fonti rinnovabili come racconta l’ironico spot video WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna, affiancato da una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.La ricorrenza dell’arrivo della Befana – il 6 gennaio – dà al Wwf lo spunto per ricordare la sua campagna “no al carbone, sì al futuro”, che si scaglia contro il combustibile fossile per eccellenza. “Il carbone dolce che tradizionalmente la Befana il 6 gennaio porta ai bambini è l’unico carbone che piace all’ambiente – ricorda il’associazione ambientalista – visto che il vero carbone è il combustibile fossile che minaccia di più la nostra salute e il clima.”Il carbone rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, sottolinea il Wwf, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.‘È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili, perchè fare a meno del carbone in Italia è possibile e conveniente. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti.’ è l’auspicio che il WWF Italia affida alla Befana.”Il governo merita invece un grosso sacco di carbone vero: in barba agli impegni dichiarati di non favorire l’uso del carbone, ha concluso l’anno con oscuri provvedimenti tesi a far eludere le norme ambientali e consentire la riapertura della centrale di Vado Ligure, posta sotto sequestro dalla magistratura che ha documentato i danni alla salute dell’impianto inquinante; la centrale sorge oltretutto in pieno centro abitato e non rispetta le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. Quelli assunti a fine anno, dopo l’incontro pre-natalizio a palazzo Chigi, sono provvedimenti poco trasparenti che garantiscono i debiti dell’azienda e non certo la salute dei cittadini, l’ambiente e nemmeno i lavoratori” dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.Nel sito dedicato alla campagna è pubblicato il recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata.Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, ricorda il Wwf in una nota, si scopre che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.Il carbone è anche un grosso problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance.Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.In Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno.Il futuro è nelle fonti rinnovabili come racconta l’ironico spot video WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna, affiancato da una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.La ricorrenza dell’arrivo della Befana – il 6 gennaio – dà al Wwf lo spunto per ricordare la sua campagna “no al carbone, sì al futuro”, che si scaglia contro il combustibile fossile per eccellenza. “Il carbone dolce che tradizionalmente la Befana il 6 gennaio porta ai bambini è l’unico carbone che piace all’ambiente – ricorda il’associazione ambientalista – visto che il vero carbone è il combustibile fossile che minaccia di più la nostra salute e il clima.”Il carbone rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, sottolinea il Wwf, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.‘È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili, perchè fare a meno del carbone in Italia è possibile e conveniente. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti.’ è l’auspicio che il WWF Italia affida alla Befana.”Il governo merita invece un grosso sacco di carbone vero: in barba agli impegni dichiarati di non favorire l’uso del carbone, ha concluso l’anno con oscuri provvedimenti tesi a far eludere le norme ambientali e consentire la riapertura della centrale di Vado Ligure, posta sotto sequestro dalla magistratura che ha documentato i danni alla salute dell’impianto inquinante; la centrale sorge oltretutto in pieno centro abitato e non rispetta le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. Quelli assunti a fine anno, dopo l’incontro pre-natalizio a palazzo Chigi, sono provvedimenti poco trasparenti che garantiscono i debiti dell’azienda e non certo la salute dei cittadini, l’ambiente e nemmeno i lavoratori” dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.Nel sito dedicato alla campagna è pubblicato il recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata.Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, ricorda il Wwf in una nota, si scopre che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.Il carbone è anche un grosso problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance.Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.In Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno.Il futuro è nelle fonti rinnovabili come racconta l’ironico spot video WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna, affiancato da una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.La ricorrenza dell’arrivo della Befana – il 6 gennaio – dà al Wwf lo spunto per ricordare la sua campagna “no al carbone, sì al futuro”, che si scaglia contro il combustibile fossile per eccellenza. “Il carbone dolce che tradizionalmente la Befana il 6 gennaio porta ai bambini è l’unico carbone che piace all’ambiente – ricorda il’associazione ambientalista – visto che il vero carbone è il combustibile fossile che minaccia di più la nostra salute e il clima.”Il carbone rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, sottolinea il Wwf, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.‘È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili, perchè fare a meno del carbone in Italia è possibile e conveniente. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti.’ è l’auspicio che il WWF Italia affida alla Befana.”Il governo merita invece un grosso sacco di carbone vero: in barba agli impegni dichiarati di non favorire l’uso del carbone, ha concluso l’anno con oscuri provvedimenti tesi a far eludere le norme ambientali e consentire la riapertura della centrale di Vado Ligure, posta sotto sequestro dalla magistratura che ha documentato i danni alla salute dell’impianto inquinante; la centrale sorge oltretutto in pieno centro abitato e non rispetta le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. Quelli assunti a fine anno, dopo l’incontro pre-natalizio a palazzo Chigi, sono provvedimenti poco trasparenti che garantiscono i debiti dell’azienda e non certo la salute dei cittadini, l’ambiente e nemmeno i lavoratori” dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.Nel sito dedicato alla campagna è pubblicato il recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata.Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, ricorda il Wwf in una nota, si scopre che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.Il carbone è anche un grosso problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance.Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.In Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno.Il futuro è nelle fonti rinnovabili come racconta l’ironico spot video WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna, affiancato da una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.a ricorrenza dell’arrivo della Befana – il 6 gennaio – dà al Wwf lo spunto per ricordare la sua campagna “no al carbone, sì al futuro”, che si scaglia contro il combustibile fossile per eccellenza. “Il carbone dolce che tradizionalmente la Befana il 6 gennaio porta ai bambini è l’unico carbone che piace all’ambiente – ricorda il’associazione ambientalista – visto che il vero carbone è il combustibile fossile che minaccia di più la nostra salute e il clima.”Il carbone rilascia in atmosfera, nei terreni e nelle acque, sottolinea il Wwf, le maggiori quantità di inquinanti a parità di energia prodotta ed è inoltre la principale minaccia per il clima del pianeta, visto che le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.‘È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili, perchè fare a meno del carbone in Italia è possibile e conveniente. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti.’ è l’auspicio che il WWF Italia affida alla Befana.”Il governo merita invece un grosso sacco di carbone vero: in barba agli impegni dichiarati di non favorire l’uso del carbone, ha concluso l’anno con oscuri provvedimenti tesi a far eludere le norme ambientali e consentire la riapertura della centrale di Vado Ligure, posta sotto sequestro dalla magistratura che ha documentato i danni alla salute dell’impianto inquinante; la centrale sorge oltretutto in pieno centro abitato e non rispetta le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale. Quelli assunti a fine anno, dopo l’incontro pre-natalizio a palazzo Chigi, sono provvedimenti poco trasparenti che garantiscono i debiti dell’azienda e non certo la salute dei cittadini, l’ambiente e nemmeno i lavoratori” dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.Nel sito dedicato alla campagna è pubblicato il recente edizione del rapporto ‘Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso’ dove si legge che ‘attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata.Questi impianti hanno prodotto circa 44.726 GWh nel 2011, 49.141GWh nel 2012 e 45.104 GWh nel 2013 contribuendo rispettivamente all’12,9%, al 14,4% e al 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, tutto sommato abbastanza modesti, ricorda il Wwf in una nota, si scopre che gli impianti a carbone nel 2011 avevano prodotto oltre 38,3 milioni di tonnellate di CO2 che nel 2012 dovrebbero aver raggiunto circa 42,8 milioni di tonnellate e che ne 2013, malgrado il calo dei consumi, avrebbero superato 39,3 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.Il carbone è anche un grosso problema sanitario. Se si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone in Europa si eviterebbero oltre 18.200 morti ogni anno, si risparmierebbero 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro l’anno in costi sanitari, secondo quanto riferito dall’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance.Secondo il recente dossier “L’impatto sanitario del carbone – La funzione sociale del medico: promotore di salute e ambiente” ad esempio la chiusura dell’impianto di Vado ligure (secondo quanto scritto nel Decreto di Sequestro Preventivo dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure, emesso da parte del Tribunale di Savona in data 11 marzo 2014) eviterebbe ogni anno mediamente: 86 ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235 ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie).Le centrali a carbone oltre che gravemente dannose per la salute dei cittadini, il clima e l’ambiente risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, in forte overcapacity con gli impianti costretti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermi.In Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibilità reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico).Nel frattempo, secondo Terna, “ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica” a riprova che del carbone non c’è più bisogno.Il futuro è nelle fonti rinnovabili come racconta l’ironico spot video WWF che sta girando in rete per sostenere la campagna, affiancato da una infografica “Combustibili Fossili e Cambiamento Climatico” e una serie di tre fumetti realizzati da Kanjano che raccontano con ironia come gli animali si potrebbero ‘adattare’ ai cambiamenti climatici: un cane da slitta costretto a fare i traslochi per mancanza ormai di neve, un orso bianco a cui sono cresciute le gobbe di un cammello per poter resistere alle alte temperature, un pinguino con il mantello di una zebra per mimetizzarsi nel caldo della savana.