I cittadini europei e, in particolare quelli italiani, si sono da sempre dimostrati molto attenti ai possibili rischi derivati da pesticidi, contaminanti e additivi nel cibo che si mette in tavola ogni giorno. La ricerca, attraverso gli studi sulla dieta totale (TDS), fornisce dati più realistici sull’esposizione alimentare a queste sostanze, misurate negli alimenti così come li consumiamo, e non nel prodotto grezzo.
Molti paesi europei ancora non hanno attivato programmi di studio della dieta totale e seguono metodologie che non sono comparabili con quelle degli altri paesi. Per colmare questa lacuna, è oramai in dirittura d’arrivo, dopo 4 anni, il progetto europeo “Total Diet Study Exposure” (“TDS”), svoltosi nell’ambito del settimo programma quadro, con 26 partecipanti di 19 paesi e forti legami con le organizzazioni internazionali come l’OMS, la FAO e l’ EFSA. Proprio oggi a Parigi si è svolto il convegno conclusivo.
Il CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, con il suo Centro Alimenti e Nutrizione, ha coordinato il work package “Food sampling: food products collection”, lavorando alla messa a punto della metodologia relativa alla raccolta dei prodotti alimentari, fondamentale per lo studio della dieta totale. La lista degli alimenti, infatti, deve essere costruita in base alla dieta rappresentativa di una data popolazione, tenendo anche in considerazione la variabilità geografica e stagionale degli alimenti selezionati, le sostanze ritenute prioritarie nonché il target individuato. Se l’obiettivo sono i pesticidi, i prodotti più importanti saranno i vegetali; se invece è il metilmercurio, l’alimento principale sarà il pesce. Se si indaga sull’esposizione dei bambini nella fase di allattamento, il latte in tutte le sue declinazioni sarà l’oggetto principale.
Tuttavia, il progetto TDS-exposure ha affrontato anche le altre fasi dello studio della dieta totale: tra cui la valutazione delle priorità delle sostanze, il campionamento degli alimenti da acquistare e poi analizzare, la preparazione e analisi degli alimenti raccolti, gestione di database, modelli statistici, le procedure di qualità, la formazione e la comunicazione, nonché la messa in opera di studi pilota in diversi paesi che non hanno ancora utilizzato un simile approccio in precedenza.
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