Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che, in 53 articoli, fissa i capisaldi di tutti gli interventi necessari alla ricostruzione e al sostegno alla ripresa economica delle zone colpite dal terremoto in Centro Italia del 24 agosto (Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016), stanziando 300 milioni per 62 Comuni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, spiegando nei dettagli il decreto, ha precisato che la somma totale sarà di circa 3,5 miliardi per la ricostruzione degli edifici privati e di circa 1 miliardo per quelli pubblici. Le risorse aggiuntive sarebbero già previste nella Legge di Bilancio che verrà approvata sabato prossimo.
Le misure di sostegno previste riguardano il risarcimento integrale per le case e gli edifici colpiti, prestito d’onore per il riavvio delle attività produttive, cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese coinvolte nel sisma, rinvio di imposte e tasse per quanti (singoli e imprese) documenteranno che l’impossibilità del pagamento è strettamente connessa al terremoto.
In tema di legalità e trasparenza, per assicurare il massimo della regolarità in tutte le fasi, il provvedimento – oltre alla supervisione dell’Anac – prevede una centrale unica di committenza, un albo delle imprese e uno dei professionisti, oltre a garantire dati costantemente aggiornati.
In merito alla governance, il Commissario straordinario viene affiancato dai Presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria come Vice Commissari e da quattro Uffici speciali per la ricostruzione (uno per ogni Regione).
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ci ha tenuto a mettere in evidenza le misure specifiche a sostegno del settore agricolo e agroalimentare.
“Bisogna ripartire dall’agricoltura nelle zone del sisma – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – puntando su queste attività che fanno parte della cultura e dell’identità delle aree colpite. Un investimento sul futuro che guarda in primo luogo ai giovani e che punta non solo a ricostruire, ma a rilanciare. Per questo sono felice che il Governo abbia deciso di destinare risorse importanti per costruire insieme alle imprese, alle Regioni e ai Sindaci un piano strategico di rilancio che dia opportunità in quelle terre così gravemente colpite. Ringrazio il Commissario Errani e il Capo della Protezione Civile Curcio per il lavoro che stiamo facendo insieme a favore delle imprese agricole e alimentari danneggiate, cercando di garantire il più possibile la continuità produttiva fin dai primi giorni. Con il provvedimento di oggi vogliamo dare attenzione anche agli under 40, che dovranno essere i primi protagonisti di questa rinascita”.
Per la Coldiretti il Decreto crea le condizioni per salvare i 3.300 posti di lavoro a rischio nelle campagne terremotate che si contraddistinguono per un’elevata densità di aziende agricole che sono oltre 7 ogni 100 abitanti, rispetto alla media nazionale di 2,7%.
Dai finanziamenti agevolati per la riparazione, ricostruzione e ripristino degli immobili ad uso produttivo ai contributi per i danni alle scorte e ai macchinari di lavoro sono – sottolinea la Coldiretti – alcune delle misure importanti per il settore contenuti nel provvedimento che prevede anche l’accollo allo Stato del cofinanziamento regionale dei Piani di Sviluppo Rurale per i prossimi tre anni al fine di consentire il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola nei territori colpiti. Positiva – precisa la Coldiretti – è anche la sospensione dei contributi previdenziali e la sospensione dei termini di versamento tributari. Le aziende agricole censite dall’Istat nell’area del cratere sono 1894, di cui quasi il 35% (pari a 658 aziende) presenti nei territori perugini dell’Umbria, seguiti dalle Marche (582), dall’ Abruzzo con 372 e dal Lazio con 282 aziende nel reatino delle quali 181 ad Amatrice, le più danneggiate. La maggior parte delle aziende sono di tipo familiare condotte direttamente dal coltivatore (91,9%) mentre sotto il profilo dell’orientamento produttivo emerge che la percentuale maggiore di superfice agricola utilizzata è destinata a prati permanenti e pascoli a conferma del deciso orientamento verso le attività di allevamento. “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento” ha affermato Roberto Moncalvo nel sottolineare la necessità che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”.
LE MISURE PER AGRICOLTURA E AGROALIMENTARE
INDENNIZZO DEI DANNI AI BENI IMMOBILI E MOBILI FINO AL 100% – È previsto fino al 100% dell’indennizzo dei costi per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione degli immobili ad uso produttivo agricolo, distrutti o danneggiati, comprese le abitazioni degli agricoltori. E’ previsto l’indennizzo per i gravi danni a scorte e beni mobili strumentali anche alle attività produttive agricole.
35 MILIONI PER SOSTEGNO ALLE IMPRESE DANNEGGIATE – Il decreto stanzia 35 milioni di euro per l’anno 2016 in favore delle regioni Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche, per la concessione di agevolazioni, nella forma del contributo in conto interessi alle imprese danneggiate dal sisma, che hanno subito danni per effetto del sisma. Queste risorse possono essere utilizzate anche per agevolazioni alle imprese che realizzino investimenti produttivi nei territori danneggiati dal sisma.
PIANO STRATEGICO PER IL RILANCIO CON OLTRE 220 MILIONI DI EURO – Guardando oltre alla fase di ripristino e ricostruzione, viene previsto che le regioni interessate d’intesa con il Ministero delle politiche agricole predispongano un piano strategico per il rilancio del settore agricolo e agroindustriale e per la promozione e commercializzazione dei prodotti. Le risorse necessarie saranno rese disponibili attraverso il totale finanziamento nazionale dei PSR regionali per gli anni 2016, 2017 e 2018, circa 220 milioni di euro, a carico dello Stato tramite le disponibilità del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie.
SOSPENSIONE PAGAMENTI E MENO VINCOLI A FAVORE DELLE IMPRESE – La norma prevede la conferma delle deroghe concesse con ordinanza di Protezione civile che vengono prorogate fino al 31 dicembre 2018. Vengono sospesi tutti i pagamenti dei mutui e credito agrario e il pagamento dei contributi di bonifica a carico delle imprese agricole. Per l’anno 2016 il mancato adempimento degli obblighi previsti dalla normativa sui Psr, comprese le norme agroambientali, non comporta decadimento dall’aiuto europeo. Le aziende sanitarie locali dei territori coinvolti dall’evento sismico possono autorizzare la deroga alle normative vigenti in tema di movimentazione e ricovero del bestiame. Inoltre gli allevatori possono richiedere il differimento di 120 giorni degli obblighi in materia di aggiornamento della banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica. Sono previste deroghe specifiche anche sulle certificazioni, sul biologico e sulla normativa relativa ai parchi naturali.
GARANZIA ISMEA A COSTO ZERO PER LE IMPRESE – È previsto un fondo da 1 milione di euro, gestito tramite Ismea, per favorire il credito a favore delle aziende agricole dei territori colpiti, azzerando il costo della garanzia primaria.
FONDO LATTE – Sono previsti specifici interventi in favore della zootecnia, mettendo a disposizione parte delle risorse destinate a far fronte alla crisi del settore del latte, 1 milione di euro, a favore delle aziende zootecniche da latte colpite dal sisma.
COPERTURA DEI COSTI EMERGENZIALI – Tra le azioni già intraprese attraverso ordinanza di Protezione civile sono inseriti, per la prima volta a carico direttamente del Commissario per l’emergenza, gli interventi per la costruzione di ricoveri temporanei per gli animali e per l’acquisto di strutture mobili per la mungitura. Da fine agosto è stato inoltre attivato un coordinamento, con Ministero della Salute e Mipaaf, per l’assistenza delle imprese agricole presso l’Istituto zooprofilattico di Rieti che opera in stretto collegamento con Dicomac per la gestione delle problematiche relative al settore.