Suino nero, firmato accordo di filiera

Cinta senese.

Presentato oggi a Fieragricola l’accordo di filiera per i suini neri autoctoni italiani firmato il 25 gennaio a Roma, nella sede di Confagricoltura, con l’obiettivo di valorizzare il grande patrimonio di qualità, diversità e sostenibilità rappresentato da queste antiche razze, presenti in diverse parti d’Italia.





Firmatari dell’accordo Confagricoltura, Cia–Confederazione Italiana Agricoltori, Federparchi, Legambiente Onlus, Organizzazione Produttori Allevatori dei Nebrodi, Gal Nero dei Nebrodi, Associazione Accademia delle 5 T.
Sono sei le razze riconosciute di suino nero presenti in Italia: Cinta Senese, Nero Apulo Calabrese, Nero Casertano, Nero dei Nebrodi, Nero di Parma, Mora Romagnola.
La caratteristica peculiare dei suini neri italiani permette di allevarli all’aperto, per questo l’allevamento è svolto allo stato brado – nutrendosi solo delle ghiande, delle radici e degli arbusti che riescono a procurarsi nei terreni boscosi –il disciplinare permette anche la tipologia di allevamento o semibrado con un’integrazione a base di siero e granaglie.
Sono evidenti, sottolinea Confagricoltura, le peculiarità delle carni di questi animali, molto apprezzate, anche per la ricca gamma di salumi che se ne ricavano.
Il settore, fatto di tante eccellenze, è però “particolarmente frammentato e non è riuscito finora a fare squadra creando un sistema organizzato in grado di valorizzare appieno, soprattutto da un punta di vista commerciale, i propri prodotti. L’accordo firmato oggi ha proprio lo scopo di costruire questo sistema, valido e sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, al fine non solo di creare le giuste sinergie tra la filiera ma anche di promuovere e valorizzare prodotti tracciati, rispettosi delle singole specificità, delle storiche tipicità e tradizioni locali, sicuri e quanto mai naturali per il metodo di allevamento: un insieme di caratteristiche che configurino un unico e condiviso brand nazionale di alta gamma.”
Firmatari dell’accordo anche Federparchi e Legambiente Onlus perché i sistemi di allevamento di queste razze sono totalmente sostenibili e compatibili non solo con il mantenimento e lo sviluppo dei parchi italiani, ma anche con le loro politiche di tutela del patrimonio boschivo.
Beneficiari dell’accordo sono le imprese agricole che espletano la loro attività nel settore della produzione primaria e le imprese che operano nei settori della trasformazione e della commercializzazione.

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