Un italiano su cinque (20 per cento) dichiara di avere problemi respiratori favoriti dal peggioramento della qualità dell’aria che si è verificato negli ultimi 10 anni secondo l’81 per cento della popolazione nazionale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Eurobarometro del 2013, in riferimento allo studio europeo pubblicato su Lancet Oncology che ha dimostrato una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e rischio di tumori al polmone. la situazione in Italia – sottolinea la Coldiretti – è peggiore rispetto alla media dell’Europa dove i cittadini con problemi respiratori sono il 17 per cento.
La situazione critica per il livello di smog nelle città italiane è dovuta per il 95 per cento degli italiani dalle emissioni della produzione industriale e per l’89 per cento degli italiani alle emissioni provocate dai trasporti internazionali, che sono – sottolinea la Coldiretti le due componenti ritenute piu’ significative insieme alla circolazione delle auto e ai camion. Sul piano dei trasporti si pone dunque l’esigenza di avvicinare le zone di produzione a quelle di consumo favorendo ad esempio – sostiene la Coldiretti – nell’alimentare il consumo di prodotti locali a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole. E’ stato calcolato che – precisa la Coldiretti – un chilo di albicocche australiane viaggiano per oltre sedicimila km, bruciano 9,4 chili di petrolio e liberano 29,3 chili di anidride carbonica, un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per piu’ di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica attraverso il trasporto con mezzi aerei. Tra le soluzioni indicate dagli italiani per ridurre lo smog si segnala quello dello sviluppo delle energie rinnovabili indicate dall’77 per cento della popolazione mentre solo l’11 per cento degli italiani – conclude la Coldiretti – si dice favorevole al nucleare.