Quante volte abbiamo pensato di “coprire” il nostro terrazzo e ci siamo scontrati con progetti poco chiari e molto costosi, soluzioni estetiche ma che non portano da nessuna parte, rispetto ad un orientamento che ci vede ben disposti verso il risparmio energetico e l’incredibile attrazione suscitata dall’astro per antonomasia, il sole?
Una soluzione razionale esiste: le serre bioclimatiche, chiamate anche serre solari o captanti sono in grado di soddisfare esigenze architettoniche, contribuire a fronteggiare il cambiamento climatico, riducendo le emissioni di CO2, e contenere lo spreco di energia.
Da tempo assai diffuse nei paesi nordeuropei, non si tratta di semplici verande, anche se si potrebbe essere tentati dal definirle tali, ma bensì di sistemi tecnologici pensati per migliorare il comfort abitativo grazie a un ambiente termoregolato caldo d’inverno e fresco d’estate.
Il ricorso a questa soluzione, sottolinea Baltera, azienda di Roma specializzata in serramenti dal 1962, consente anche di adeguarsi alle normative sulla certificazione energetica conferendo all’immobile un valore maggiore sul mercato.
Allo scopo si può destinare, come già detto, un terrazzo, oppure un balcone, mentre un’altra possibilità è quella di addossare la struttura a un muro perimetrale della casa.
Condizione da rispettare, la parete di appoggio che permette l’accesso alla serra deve essere provvista di finestra.
Durante l’inverno il sistema captante accumula energia termo-solare per poi cederla verso l’interno dell’edificio; in estate, attraverso sistemi di ombreggiamento, oscurazione e ventilazione, contribuisce a mantenere l’abitazione fresca. Le caratteristiche: la serra solare deve avere un particolare orientamento, ovvero deve essere rivolta a sud, con esposizione tra sud-est e sud-ovest. Inoltre, tetto in vetro, tre lati vetrati, utilizzo di schermature mobili e di materiali differenziati: i vetri della facciata e del tetto devono permettere irraggiamento, quelli delle fiancate invece devono evitare la dispersione termica e limitare l’irraggiamento durante i mesi più caldi. I locali a cui eventualmente la serra è connessa devono mantenere il prescritto rapporto aeroilluminante.
Il risultato, uno spazio aggiuntivo e, perché no, di particolare impatto visivo, che non va ad influire sulla cubatura in quanto la serra bioclimatica, trattandosi di un intervento di bioedilizia, viene considerata volume tecnico e quindi non computabile nel volume totale dell’immobile e non rientrante nel calcolo delle imposte. A patto, ovviamente, di affidarsi a esperti in grado di affrontare con professionalità le normative nazionali e locali in materia: il permesso per la realizzazione della serra solare è subordinato a perizie sul posto e a calcoli sulla riduzione del fabbisogno energetico legato alla climatizzazione dell’ambiente.
Le sue dimensioni? In Lazio possono arrivare, con una semplice Dia, fino al 15% della superficie dell’abitazione che vanno a completare, o fino al 30%, in questo caso con il permesso a costruire.