Un percorso a piedi tra le campagne di Giuggianello e Giurdignano alla scoperta dei Massi della Vecchia suggerito da WWF Salento e dall’associazione pugliese Made for Walking, sui tratturi della falesia a picco sul mare e su sentieri di campagna.
La partenza ideale per l’itinerario di 15 km alla ricerca menhir e dolmen, in particolare quelli della Collina dei Fanciulli e delle Ninfe, avviene dalla piazza degli Eroi a Giuggianello (Le).
Un percorso ricco di magie e leggende, tra ulivi secolari e lecci i cui protagonisti assoluti sono proprio i Massi della Vecchia.
Si tratta di sculture naturali meravigliose, modellate nel tempo da pioggia e vento, plasmando ed erodendo la roccia calcarea fino a creare delle opere d’arte della natura, uniche nel loro genere.
Qualche particolare in più: percorrendo l’antica via rurale denominata Serravecchia, che da Giuggianello porta a Quattromacine, fatti appena due chilometri, si giunge in contrada Visilie. Immettendosi in secolari oliveti, si giunge nel fondo Tenenti, nella cui area giace uno dei monumenti più enigmatici e meno conosciuti del Salento: il cosiddetto “Forticiddhu te la vecchia”. La denominazione è medievale e indica una grande pietra circolare e lenticolare posta su un basamento.
Qui, su un vasto pianoro, si notano altri massi dalle forme piu’ svariate. La scienza ufficiale parla di erosione, ma per il Centro di Cultura di Giuggianello, certamente questo luogo interessò gli antichi anche nella preistoria, come è confermato dai vari reperti recuperati. Contiguo al fondo Tenenti, in un potere denominato Cisterna Longa, un altro masso solenne che suscita emozione e rispetto, levigato anch’esso dall’azione delle forze esogene, impreziosisce il posto Lu lette te la vecchia. Questo masso, così denominato, per la sua maestosa forma al giaciglio, guarda a vista Lu Furtiddhu.
L’erudizione classica salentina fa risalire l’enorme masso di Giuggianello al Masso Oscillante della leggenda di Aristotele. Egli, infatti, affermò che nella parte estrema della Japigia (Salento) esiste una pietra tanto grande che sarebbe impresa impossibile smuoverla e trasportarla persino su un enorme carro. Ma Ercole, sollevatala, senza sforzo, la gettò dietro le sue spalle ed essa si posò sul terreno in maniera tale che anche la semplice pressione di un dito di un bambino sarebbe stata in grado di rimuoverla. In realtà il masso sembra avere qualcosa di straordinario e la sua enorme dimensione fa evocare racconti mitologici popolati da ciclopi, giganti e titani. Il superbo monolite per la sua scenografia è considerato monumento nazionale di prima categoria.
Da segnalare poi che lungo la strada che collega Giurdignano all’antico casale di Quattromacine, lasciati i Massi della Vecchia, sul cammino ci si imbatta in un’altra sorpresa: un dolmen stabile.
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