Prosegue la politica di ritorsione russa a suon di blocchi delle importazioni di vari prodotti a causa dalle sanzioni relative alla crisi Ucraina. Intanto la Commissione Europea ha stanziato 125 milioni complessivi per l’intera Unione, che non sarebbero però sufficienti per far fronte ai danni diretti e indiretti che si stanno verificando. Posizione sostenuta anche dal vicepresidente della Coldiretti Mauro Tonello alla riunione operativa sul settore ortofrutticolo convocata dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Tra gli ultimi atti posti in essere la premier russo, la chiusura di 4 MacDonald’s nel centro di Mosca con la scusa di violazioni sanitarie mentre si ipotizzano restrizioni per Coca Cola e Apple ma anche per auto e farmaci.
Molto dipenderà dalla tempestività e dalle modalità operative che devono ancora essere definite ma già ora si puo’ dire – sottolinea la Coldiretti – che dall’intervento restano esclusi alcuni prodotti ortofrutticoli (compresi solo pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi) ma anche i prodotti diversi dall’ortofrutta comunque colpiti dal blocco come carni, pesce, latte e derivati tra i quali ci sono prodotti tipici Made in Italy dal grana padano al parmigiano reggiano fino l prosciutto di Parma fortemente danneggiati dall’embargo. Tardivo è stato giudicato da Tonello l’intervento annunciato dal commissario Europeo Dacian Ciolos a sostegno delle Pesche e nettarine in crisi per l’anomalo andamento stagionale che ne ha rallentato i consumi e accavallato i periodi di maturazione con l’aggravio del blocco delle importazioni da parte della Russia. A questo punto – sostiene Tonello – per accelerare i tempi per il prodotto in eccesso occorre individuare insieme alla beneficenza altre destinazioni come la distillazione e quella energetica. Occorre soprattutto – conclude Tonello – concentrare le risorse disponibili per la promozione a livello nazionale per aumentare l’efficacia di intervento ed evitarne la dispersione.
Tornando alla questione russa, le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani nonostante le tensioni sono aumentate ancora dell’uno per cento nel primo quadrimestre del 2014 dopo che lo scorso anno avevano raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro messi ora a rischio dalle sanzioni.
A rischio ci sarebbero spedizioni di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, di pasta per 50 milioni di euro, ma in aumento del 20 per cento nel primo quadrimestre del 2014 e carni per 61 milioni di euro. La decisione russa è destinata ad alzare il livello dello scontro commerciale tra Russia ed Unione Europea che aveva avuto una anticipazione nella cosiddetta Guerra dei prosciutti con la Russia che – ricorda la Coldiretti – ha già chiuso le frontiere a tutto l’export europeo di maiali, carni di maiale e trasformati in violazione delle regole sugli scambi alla Wto di cui e’ membro dal 2012 prendendo a pretesto la scoperta a fine gennaio, di casi di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania e Polonia, in zone di frontiera con la Bielorussia. Una decisione che ha portato lo scorso aprile 2014 – sostiene la Coldiretti – alla positiva decisione dell’Unione Europea di rivolgersi all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), dopo che le discussioni bilaterali Bruxelles-Mosca non hanno dato risultati.