Perché un imprenditore oggi dovrebbe costituire o partecipare ad una rete di imprese? E perché è importante che la rete possa contare sulla professionalità di un manager? Sono le domande alle quali si è posta l’obiettivo di dare risposta la tavola rotonda “Il Manager di Rete: una professionalità emergente”, promossa da Federmanager Ferrara, associazione dei dirigenti aziendali di Ferrara e Provincia, che si è svolta il 7 giugno presso la Caffetteria Castello.
Le reti di imprese sono nate nel 2008 come strumento per promuovere lo sviluppo del sistema delle imprese, fare fronte alla crisi ed accrescere competitività ed innovazione, anche in chiave green, attraverso formule di aggregazione, in un contesto di competizione globale. Operano grazie ad un particolare strumento negoziale, il contratto di rete, introdotto in Italia nel 2009.
Secondo una elaborazione della Camera di commercio di Ferrara, che ha recentemente annunciato un nuovo bando a sostegno, a Ferrara attualmente sono 24 le reti già attive, che coinvolgono circa 110 imprese. I settori più rappresentati sono meccanica, medicale, informatica e alimentare.
L’esperienza ferrarese si inserisce in un contesto nazionale molto attivo in questo ambito, come ha riassunto Gianluca Celli, Delegato per Ferrara e Rovigo di Assoretipmi: “’Come Assoretipmi, l’associazione 3.0 nata su LinkedIn che agisce da facilitatore per lo sviluppo delle reti, abbiamo l’occasione di osservare da vicino e partecipare al forte sviluppo delle reti d’imprese in Italia. Dai dati Unioncamere aggiornati al 1 maggio, parliamo di un fenomeno che coinvolge 7194 aziende, con un raddoppio abbondante in un anno, in oltre 1400 reti registrate! La ragione di questo sviluppo è che le reti d’imprese sono l’unico strumento giuridico che permette alle PMI di aggregarsi senza perdere la loro indipendenza. Un po’ come convivere senza essere obbligati al matrimonio. Le reti più di successo che abbiamo visto sono composte da soggetti tra loro complementari, con specializzazioni settoriali differenziate, che mettono a fattor comune competenze diverse creando sinergie intersettoriali e/o da imprese di un settore con un partner strategico (Web agencies, Agenzie ). Uno dei fattori chiave è la presenza di un manager di rete che tiene insieme e focalizza l’attività della rete.”
Ovvero colui che coordina l’intero processo e funge da riferimento per i componenti della rete, che deve possedere caratteristiche e competenze precise.
Paolo Panizza, Sportello “Reti di Impresa” Unindustria Ferrara, a disposizione delle aziende che vogliono intraprendere questo percorso, dall’aggregazione all’internazionalizzazione, e Officina delle Reti: “Il manager di rete è un saldo equilibrista, dotato di quelli che gli addetti ai lavori chiamano i verticali, ossia le competenze specifiche che ogni buon manager deve possedere nei settori in cui è chiamato ad operare. Per tenere in equilibrio una serie di forze e portarle verso un obiettivo dichiarato e condiviso da un raggruppamento di imprese. Deve inoltre riuscire a rendere chiaro, attraverso un progetto condiviso definito, l’obiettivo da raggiungere, capire se la rete rimarrà un semplice ruscello o potrà diventare un fiume, che strategie di mercato adottare, ma soprattutto essere un abile negoziatore. Non un tuttologo, uno che inventa. Ma uno che ha fantasia, riesce a cogliere i suggerimenti e le osservazioni e le porta a sintesi con le competenze che ha nella propria valigia degli attrezzi. Un compito articolato, che richiede la capacità di armonizzare i diversi interessi in campo, curare l’analisi dei bisogni dei soci e contribuire alla difesa degli interessi della rete”.
Caratteristiche che il manager interessato a intraprendere questo percorso innovativo – la cui crescita è suffragata da dati importanti sia a livello nazionale, sia a livello locale, dove le reti di impresa sono triplicate negli ultimi due anni – ha la possibilità di certificare anche attraverso un nuovo sistema messo a punto da Federmanager, volto alla Certificazione delle competenze manageriali, tra cui specificamente quelle del Manager di Rete. In questo modo una rete che debba scegliere il proprio manager, oltre che dagli esiti dei colloqui con i medesimi, potrà derivare ulteriori elementi di giudizio dal possesso da parte di alcuni di questi di una certificazione di Terza parte su Disciplinare Federmanager attraverso l’ente certificatore RINA. La fase di avvio del processo di certificazione dei Manager sarà seguita dalla sede territoriale Federmanager che garantirà la messa a disposizione degli strumenti necessari. I profili manageriali che potranno essere certificati sono diversi: oltre alla figura del Manager di Rete, ad esempio, anche quelle del Temporary Manager e del Manager per l’Internazionalizzazione.
Marco Balducci, Consiglio Direttivo Federmanager Ferrara: “Sul tema della certificazione delle competenze l’Europa ha cominciato a deliberare già dai primi anni 2000 con la pubblicazione del “Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF)” e successivamente con la raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23/04/08 alle quali l’Emilia Romagna per prima e adesso le altre regioni italiane all’interno della conferenza Stato-Regioni si sono allineate. Un tema, quindi, che proprio in questo periodo, a causa della persistente crisi occupazionale in Italia e in Europa, trova una sua urgente e necessaria collocazione. Lo spirito con cui l’Europa era partita ormai quasi quindici anni fa era infatti proprio quello di assicurare una maggiore trasparenza delle qualifiche al fine di adeguare i sistemi di istruzione e formazione degli stati membri alle esigenze della società europea che ha come carattere distintivo, oramai sempre di più, il fatto di essere società della conoscenza.”
Le reti di imprese rappresentano, da un punto di vista economico, una libera aggregazione tra imprese, anche concorrenti. Operano attraverso il contratto di rete, strumento negoziale messo a disposizione delle imprese per collaborare alla realizzazione di progetti e quindi al conseguimento di comuni obiettivi strategici. Il contratto di rete consente la massima flessibilità rispetto a tutte le forme aggregative presenti in Italia. I potenziali partecipanti: due o più imprese (no autonomi ed Enti pubblici). Le finalità: aumentare la capacità innovativa e la competitività delle imprese partecipanti. Gli strumenti del contratto: un fondo patrimoniale e un organo/soggetto attuatore delle attività di rete. L’oggetto: innanzitutto l’indicazione di obiettivi strategici, un programma comune, le modalità di collaborazione tra imprese, ad esempio lo scambio di informazioni e di prestazioni, l’esercizio in comune di una o più attività.
In questo contesto, assume grande rilevanza la figura del manager di rete, cioè colui che coordina l’intero processo e funge da riferimento per i componenti della rete.
Le caratteristiche di queste figure possono avere un ruolo crescente in un panorama economico come quello del ferrarese, popolato per la massima parte da PMI, particolarmente adatte ad avvantaggiarsi grazie ai benefici delle economie di scala e di scopo.