Capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente del Senato, Massimo Caleo è di Sarzana, La Spezia. Insegnante, laureato in Scienze Agrarie all’Università di Pisa, la sua auto è a basso impatto ambientale. Non utilizza personalmente il solare o il fotovoltaico ma da sindaco (dal 2005 al 2013 ha ricoperto il ruolo di Sindaco di Sarzana) ha promosso interventi per milioni di euro sugli immobili comunali. Pratica la raccolta differenziata e si dichiara “attento al risparmio di energia in ogni momento della vita quotidiana.” I parchi sono la sua passione, dal 1996 al 2002, è stato Presidente del Parco di Montemarcello Magra, dal 1997 al 2004 Presidente della Federazione Parchi Regionali e membro della direzione nazionale FederParchi. Il suo sito: www.massimocaleo.it. Sui social: www.facebook.com/CaleoMassimo.
Secondo la comunità scientifica internazionale impegnata nella ricerca climatica, è “estremamente probabile” (probabilità al 95-100%) che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo) sia la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo. Come si pone nei confronti di queste considerazioni?
Credo che ormai sia un dato acquisito: siamo di fronte a cambiamenti climatici causati dall’azione dell’uomo. Gli effetti sono davvero sotto gli occhi di tutti e non si possono più negare: lo stesso clima italiano sta cambiando, con una separazione netta tra Nord e Sud. Ormai le precipitazioni di stagione sono diventate piogge torrenziali, che danno luogo ad alluvioni con danni e vittime. Oltre alle misure per la riduzione delle emissioni di gas serra, dobbiamo mettere in campo anche misure per la mitigazione e l’adattamento agli effetti.
La verità è che, in tempo di crisi economica, questi temi sono passati un po’ in secondo piano nella politica. Ma è in questo ambito che chiedo che la difesa del suolo, ovvero la messa in sicurezza del territorio e del sistema idrografico italiano, sia considerata la prima opera pubblica in un Paese che ha nel suo paesaggio un punto di assoluta forza, anche economica. E’ per questo che ho chiesto maggiori stanziamenti nella legge di stabilità, alla quale presenteremo emendamenti: 180 milioni in 3 anni sono davvero pochi.
Green Economy volano di sviluppo e risorsa per combattere la crisi. Cosa ne pensa?
Anche in questo caso penso che i fatti abbiano ampiamente superato le previsioni e le suggestioni. Secondo il primo Osservatorio congiunturale sulla piccola impresa “verde” di Fondazione Impresa, nel 2011 nonostante la crisi sono cresciuti gli ordini e l’export delle pmi verdi. Ma non basta. Si tratta di un trend che riguarda anche le aziende più tradizionali. Secondo il Rapporto GreenItaly di novembre 2012 di Unioncamere e Symbola, il 23,6% delle imprese italiane ha puntato sulla green economy per uscire dalla crisi. E si tratta delle aziende che hanno la maggiore propensione all’innovazione: il 37,9% delle imprese che investono in eco-sostenibilità hanno introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011, contro il 18,3% che non investono green. Si tratta di una scelta che premia le imprese sotto il profilo della propensione all’export, visto che il 37,4% può vantare una presenza sui mercati esteri, contro il 22,2% delle aziende che non investono sull’ambiente. Il risultato è che il 38,2% delle assunzioni programmate dalle imprese italiane nel 2011 si deve alle aziende che investono green.
Energia, mobilità sostenibile e rifiuti. Ambiti importanti attorno ai quali ruotano decisioni e scelte strategiche. Quali le sue proposte?
Sull’energia il ministro dell’Ambiente Orlando ha parlato della necessità di rivedere la strategia nazionale, verso la definizione di un Piano nazionale, per rivedere il mix di approvvigionamento e di converso incentivi e costi, e io sono d’accordo con lui. Sul fronte della produzione da fonti rinnovabili l’Italia è all’avanguardia, in linea con gli obiettivi europei. Occorre accompagnare la decarbonizzazione con un maggiore ricorso al gas. Per quanto riguarda i rifiuti, la situazione in Italia è davvero a macchia di leopardo e la priorità resta, salvo eccezioni, l’aumento della raccolta differenziata, del riciclo e del recupero, la chiusura delle discariche, lo smaltimento con recupero di energia, insomma una gestione ordinaria e corretta del ciclo dei rifiuti. La priorità delle priorità è la bonifica dei siti inquinati, e non a caso è questa una delle voci ‘ambientali’ di una legge di stabilità fatta davvero in condizioni restrittive. Per la mobilità sostenibile occorre fare di più, specie nelle grandi città. I modelli e le buone pratiche ci sono, servono le risorse.
Uno o più progetti che le stanno particolarmente a cuore e che sta portando avanti nell’ambito della sua azione politica?
I miei cavalli di battaglia, se così si può dire, sono la difesa del suolo e la tutela del territorio, anche per la mia storia. Sto lavorando ad una legge di riforma della normativa sui parchi, per aprirli al futuro. Al Senato è in discussione un mio disegno di legge, finalizzato a snellire la governance degli enti e ad aggiornarla alle nuove esigenze di gestione delle risorse, degli abbattimenti selettivi, della creazione di occasioni di sviluppo sostenibile delle comunità locali tutelate e circostanti.