Premiati a Expo dai Ministri delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti i vincitori del concorso “Oscar Green” 2015 di Coldiretti.
C’è chi ha inventato la carne senza carne facendo gustare in tranquillità porchetta, fiorentina e salumi rigorosamente ottenuti dal grano e quindi privi di trigliceridi e colesterolo, chi ha ideato la App salva truffe nell’olio, chi ha aperto il primo Agricinema, ma anche chi coltivando la terra è rimasto l’ultimo custode di un’antica isola e chi ha puntato sulle coccole contadine.
L’invenzione di una porchetta anticolesterolo – spiega la Coldiretti – fatta con il muscolo di grano, una fibra identica alla carne, è valsa il premio nella categoria We Green a Lucia Marascio, giovane imprenditore agricolo della Calabria. Dalla porchetta alla fiorentina, dal filetto agli straccetti, dagli hamburger ai salumi, tutto rigorosamente fatto di frumento e legumi, tutto è fatto con il “muscolo di grano”, la carne senza colesterolo. Non ci si crederebbe, ma il sapore è davvero simile alla carne, differente da seitan, soia o tofu. E se lo si cucina con le stesse spezie o con gli stessi sughi è molto difficile distinguerlo. E non è pensato soltanto per vegetariani o vegani. Ma per chiunque ha voglia di mangiare qualcosa di buono e di salutare.
Pietro Barachini ha ideato in Toscana la App salva truffe nell’olio che ha vinto il premio Oscar Green Coldiretti nella categoria Impresa 2.Terra. Tutta la storia delle piante, dal ramoscello staccato dall’olivo madre fino all’ultimo olio del ramoscello, si tradurrà in un certificato disponibile a tutti gli appartenenti al circuito dell’extravergine toscano e nelle etichette dei suoi clienti, attraverso codici ‘Qr’. Questi due futuristi dell’agricoltura hanno realizzato anche il metodo Coi, che ruota attorno al mondo di ‘I Olive’. Una giuria di assaggiatori certificati, che agiscono da diverse parti del mondo, riceveranno il campioncino dell’olio, senza sapere neppure da chi sia stato prodotto, e lo valuteranno attraverso i sistemi scientifici del sistema ‘Coi’.
Il premio per la categoria Campagna Amica è andato a Federica Pascali che nella sua azienda in Puglia ha recuperato un antico locale della nonna dove si proiettavano film per inaugurare l’Agricinema Iris, un luogo di ritrovo per gli amanti del grande schermo che durante lo spettacolo possono anche sgranocchiare cibo a km0. Ingrediente principale degli snack l’olio extravergine aziendale. L’antico proiettore, le vecchie sedie, e poi l’avvolgi bobine e i contratti che la nonna siglava con le grandi case cinematografiche come la Warner Bros e la Dino De Laurentis, sono oggi rispolverati per una esperienza multimediale e multisensoriale, tra olio, uliveti e indimenticabili tramonti.
Cristina Moretti, umbra, è, invece, la vincitrice nella categoria Fare Rete. All’interno della Spa Resort a Torgiano ha aperto una vera e propria isola del gusto della Bottega Italiana di Campagna Amica. Grazie a questa iniziativa i visitatori della SPA, un piccolo borgo che ruota attorno al benessere, possono gustare, fin dalla colazione, i sapori autentici dell’agricoltura locale e italiana delle imprese di Coldiretti. Ma si trasformano le olive, le viti e altre meraviglie della terra francescana in prodotti cosmetici utilizzati per i massaggi e i trattamenti di benessere e, infine, si conducono gli ospiti nelle aziende agricole, attraverso percorsi turistici.
Per la categoria Paese Amico del premio Oscar Green Coldiretti ha vinto la storia di Paolo Andrich, ultimo agricustode dell’antica isola di Torcella che ha dato i natali a Venezia. E’ lui a coltivare i carciofi e a preservare la casa museo, dove resistono le pitture e le opere di suo zio, l’artista Lucio Andrich. Poi un gruppo di giovani, quelli del ‘Flamingo art media’ che, insieme agli abitanti del posto, ai pescatori e a Coldiretti si dicono “malintenzionati” a combattere questa battaglia per difendere la storia e il presente di quest’isola. E’ in questo posto che Hemingway scrisse ‘Al di là del fiume’, mentre Egidia Sartori, clavicembalista ha composto opere meravigliose e i fenicotteri trovano il loro rifugio.
“I nostri giovani incarnano le potenzialità e la forza del nostro territorio un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che per le sue caratteristiche rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializzazione dell’economia e delle idee” dichiara il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.
I VINCITORI DI OSCAR GREEN 2015 PER CIASCUNA CATEGORIA
CATEGORIA WE GREEN
IL MUSCOLO DI GRANO, Lucia Marascio – Calabria
Dalla porchetta alla fiorentina, dal filetto agli straccetti, dagli hamburger ai salumi, tutto rigorosamente fatto di frumento e legumi, ecco il “muscolo di grano”, la carne senza colesterolo. Si possono gustare tutti i tagli, dal pollo, alla cotoletta, alle salsicce, o ancora polpette, spezzatino e ragù. Puoi passare ai salami o ai prosciutti, e apprezzarli in padella o al forno. E’ identico alla carne, sia crudo che cotto. Sia quando lo vedi appeso come un salame con la pelle intorno, fatta solo con il grano, sia quando lo vedi in un banco della carne come in macelleria. O ancora su una teglia da forno, in padella o sopra un tagliere da roastbeef. Non ci si crederebbe, ma il sapore è davvero simile alla carne. E se lo si cucina con le stesse spezie o con gli stessi sughi è molto difficile distinguerlo. Non è seitan e non è soia o tofu. E non è pensato soltanto per vegetariani o vegani. Ma per chiunque ha voglia di mangiare qualcosa di buono e di salutare. Allunga le tavole di casa e arricchisce i menù degli chef. Il muscolo di grano nasce non per rispondere alle esigenze dei vegetariani, ma per soddisfare un carnivoro come l’inventore che, a un certo punto, per problemi di salute, non poteva più mangiare carne ma la desiderava comunque. Sia al sguardo che al palato. Il muscolo di grano ha pelle, nervo e fibra, come un taglio di manzo, ma è fatto soltanto di farina di frumento e legumi. E’ una proteina nobile, ripulita da trigliceridi colesterolo e grassi. Viene trasformato, messo sottovuoto e pastorizzato. Lo si può conservare a lungo fuori da frigorifero e fare impazzire gli invitati a cena. Le prossime frontiere di muscolo di grano? Non si sa, l’orizzonte di questa azienda si espande progressivamente e intanto i prodotti conquistano l’Expo.
CATEGORIA IMPRESA 2.TERRA
L’APP SALVATRUFFE, Pietro Barachini – Toscana
Quando la tecnologia tutela l’extravergine. E’ proprio il caso di dirlo. Pietro, della pianta d’olivo conosce vita, storia e anche i miracoli. L’amico Dario invece i miracoli li fa con le invenzioni e la tecnologia. Se è vero che ‘Dio li fa e poi li accoppia’, ecco come si garantisce futuro a una azienda e a una tradizione. Tutta la storia delle piante, dal ramoscello staccato dall’olivo madre fino all’ultimo olio del ramoscello, si tradurrà in un certificato disponibile a tutti gli appartenenti al circuito dell’extravergine toscano e nelle etichette dei suoi clienti, attraverso codici ‘Qr’. Questi due futuristi dell’agricoltura hanno realizzato anche il metodo Coi, che ruota attorno al mondo di ‘I Olive’. Insomma la vera lotta alla contraffazione dell’extravergine. Se fino ad oggi poteva bastare avere qualche assaggiatore certificato sospettoso di essere troppo amico dell’azienda così da favorire qualche produttore a danno di altri e dei consumatori, ecco il sistema rivoluzionario che trafigge l’artificio. Una giuria di assaggiatori certificati, che agiscono da diverse parti del mondo, riceveranno il campioncino dell’olio, senza sapere neppure da chi sia stato prodotto, e lo valuteranno attraverso i sistemi scientifici del sistema ‘Coi’. Ecco come diventa credibile la valutazione su cosa realmente sia e cosa no extravergine.
CATEGORIA CAMPAGNA AMICA
L’AGRICINEMA, Federica Pascali – Puglia
In azienda da Federica il sole del levante fa da sveglia ogni mattina e dona al territorio terra rossa, muri a secco e olivi secolari. E’ custode di alberi millenari a cui gli abitanti del posto, da generazioni, tramandano i nomi per continuare a identificarli. Oggi Federica ha sfruttato gli antichi locali aziendali per rispolverare pellicole e poltrone e ha inaugurato l’Agricinema Iris, un luogo di ritrovo per gli amanti del cinema che per la tutta la durata del film sgranocchiano cibo a km0. Ingrediente principale degli snack l’olio extravergine aziendale. Federica ha deciso di recuperare l’antico e abbandonato cinema per riproporlo in azienda, come una tappa, nel percorso turistico tra degustazioni e visioni. L’antico proiettore, le vecchie sedie, e poi l’avvolgi bobine e i contratti che la nonna siglava con le grandi case cinematografiche come la Warner Bros e la Dino De Laurentis, sono oggi rispolverati per una esperienza multimediale e multisensoriale, tra olio, uliveti e indimenticabili tramonti. Dopo il film in azienda si assaggiano incredibili oli e si degustano ortaggi prodotti in masseria e ci si sofferma, proprio come si faceva un tempo, per regalarsi istanti di autenticità contadina, catturati da antiche e contemporanee visioni.
CATEGORIA FARE RETE
LE COCCOLE CONTADINE, Cristina Moretti – Umbria
Borgobrufa è una SPA Resort a Torgiano, in provincia di Perugia che ha al suo interno una vera e propria isola del gusto della Bottega Italiana di Campagna Amica. Grazie a questa iniziativa i visitatori della SPA, un piccolo borgo che ruota attorno al benessere, possono gustare, fin dalla colazione, i sapori autentici dell’agricoltura locale e italiana delle imprese di Coldiretti. Ma non basta solo mettere le eccellenze locali nel menù, aderire a Campagna amica nel piatto e portare a tavola le stagioni e i suoi soli frutti. Si trasformano le olive, le viti e altre meraviglie della terra francescana in prodotti cosmetici utilizzati per i massaggi e i trattamenti di benessere e, infine, si conducono gli ospiti nelle aziende agricole, attraverso percorsi turistici, per fare conoscere oltre che i prodotti, anche i volti di chi li produce e le loro storie. Borgobrufa infatti è un Agriwellness speciale dove ci si va per fare una vera esperienza sensoriale, non soltanto per farsi coccolare da un centro benessere. Si sposa una filosofia, oltre che un territorio, una storia e una cultura.
CATEGORIA PAESE AMICO
L’ULTIMO AGRICUSTODE DELL’ISOLA, Paolo Andrich – Veneto
Nove residenti e l’ultimo agricustode, un unico imprenditore agricolo rimasto a presidio del territorio e dell’isola che ha dato i natali a Venezia. Un’isola visitata da milioni di turisti ma anche scelta da colonie di fenicotteri. Eccoci nel primo porto della laguna, dopo che Altino, la vera prima isola abitata, fu insabbiata. Gli abitanti si spostarono quindi a Torcello, per poi passare alla grande storia di Venezia. Torcello non è stata mai completamente abbandonata, ma consumata sì. Qui oggi c’è Paolo a coltivare i carciofi e a preservare la casa museo, dove resistono le pitture e le opere di suo zio, l’artista Lucio Andrich. Poi un gruppo di giovani, quelli del ‘Flamingo art media’ che, insieme agli abitanti del posto, ai pescatori e a Coldiretti si dicono “malintenzionati” a combattere questa battaglia per difendere la storia e il presente di quest’isola. Partono dall’agricoltura e si tuffano nella narrazione video delle bellezze isolane, per fare sapere al mondo che qui si vuole continuare ad essere come si è sempre stati. A Torcello non c’è né una farmacia, né un forno, la vita degli isolani è caratterizzata dall’acqua, sulla quale sembrano scivolare di continuo, di giorno e di notte, per raggiungere la terra ferma e trovare soluzione alla benché minima necessità. Tuttavia qui Hemingway scrisse ‘Al di là del fiume’, mentre Egidia Sartori, clavicembalista ha composto opere meravigliose e i fenicotteri trovano il loro rifugio e ogni tramonto la sua ninna nanna, prima di accoccolarsi nella notte.