La diffusione dei risultati dell’Efsa sull’indagine relativa alla possibile pericolosità dell’olio di palma ha suscitato numerose reazioni.
Federconsumatori sottolinea che i prodotti alimentari coinvolti sono moltissimi e sono distribuiti in tutto il mondo interessando ogni fascia d’età, ma in maniera particolare bambini ed adolescenti. Il palma, infatti, è notoriamente utilizzato nella produzione di snack, merendine, prodotti da forno, dolci e torte.
“Dalle 160 pagine del dossier dell’Autorità emerge come i tre contaminanti si formino nei processi di raffinazione ad alte temperature di oli vegetali, che raggiungono i 200° C. Il problema riguarda anche altri oli vegetali e margarine, ma in maniera molto meno incisiva. L’olio di palma contiene tali sostanze da 6 a 10 volte di più.”
In Italia, insiste l’associazione, il consumo del grasso vegetale è elevatissimo, visto il largo impiego che ne viene fatto dalle grandi produzioni alimentari; con un consumo pro-capite record di 12 grammi al giorno, secondo alcune stime.
“Chiediamo provvedimenti seri ed immediati da parte delle autorità competenti – ha dichiarato Federconsumatori – per tutelare la salute dei consumatori, specialmente dei più giovani, più vulnerabili e maggiormente inclini al consumo degli alimenti sotto accusa. Azioni immediate volte a porre definitivamente l’olio di palma fuori dalle nostre tavole.”
Molto decisa anche la presa di posizione del M5S, come emerge da una nota congiunta dei deputati pentastellati delle Commissioni Ambiente e Agricoltura.: “Il Governo venga a riferire in Aula e metta in campo tutte le azioni necessarie per fermare i rischi legati all’assunzione dell’olio di palma, anche valutando uno stop della vendita sul mercato italiano. L’allarme lanciato nelle ultime ore dall’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, conferma quanto già denunciato dal M5S sui rischi per la salute pubblica legati all’olio tropicale, soprattutto per bambini e adolescenti”.
“Secondo quanto riportato dall’Efsa, infatti, l’olio di palma contiene tre sostanze tossiche, di cui una genotossica e cancerogena, il 3-Mcpd, che si forma durante la raffinazione degli oli vegetali e presente in misura maggiore proprio nell’olio tropicale, ben 70 volte in più rispetto all’olio d’oliva -spiega Mirko Busto, deputato 5stelle in Commissione Ambiente – Dopo le numerose denunce del MoVimento 5stelle sui rischi per la salute, già confermati dall’Istituto Superiore della Sanità, che ha messo in guardia sulla presenza eccessiva di grassi saturi nell’olio di palma, ora l’Esecutivo non può ignorare quanto sta emergendo in queste ore. Con questo parere, l’Efsa non solo ha di fatto più che dimezzato la dose giornaliera ammissibile di quest’olio ma ha anche sancito la fine di un dibattito che ha visto da un lato chi, come il M5S, voleva tutelare la salute dei cittadini e dall’altro chi invece voleva tutelare gli interessi delle lobby dell’olio di palma e dell’industria alimentare”.
“Per questo, il prossimo 25 maggio, in un convegno alla Camera sull’olio di palma, divulgheremo, insieme con esperti del mondo della scienza e della medicina, tutte le informazioni relative ai rischi per la salute e per l’ambiente legati all’olio di palma e le proposte 5stelle per chiederne il bando, tra cui la petizione per dire stop agli spot a favore dell’olio di palma sul sito web www.oliodipalmainsostenibile.it”, hanno concluso i parlamentari 5stelle.
In questo contesto, Coldiretti rivela che sono aumentate del 35 per cento le importazioni di olio di palma in Italia nel primo mese di quest’anno dopo che nel 2015 è stato raggiunto il quantitativo di oltre 1,6 miliardi di chili. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dopo che il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha giustamente deciso di chiedere al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis, di avviare con urgenza l’esame della questione nei gruppi tecnici presso la Commissione sulla base del parere dell’EFSA.
L’olio di palma per il basso costo e la scarsa informazione – sottolinea la Coldiretti – tende a sostituire grassi piu’ pregiati praticamene ovunque ed anche in alimenti per bambini come biscotti, merendine, torte e addirittura nel latte per neonati, con quantitativi importati in Italia che sono aumentati di dieci volte negli ultimi 15 anni. Alle preoccupazioni per l’impatto sulla salute a causa dell’elevato contenuto di acidi grassi saturi si aggiungono peraltro quelle dal punto di vista ambientale perché – continua la Coldiretti – l’enorme sviluppo del mercato dell’olio di palma sta portando al disboscamento selvaggio di vaste foreste senza dimenticare l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione. Per consentire scelte di acquisto consapevoli da parte dei consumatori è stato introdotto il 13 dicembre 2014 nella legislazione comunitaria sotto il pressing della Coldiretti l’obbligo di specificare in etichetta la natura dell’olio eventualmente utilizzato nei prodotti alimentari confezionati. Non è più possibile pertanto utilizzare la dicitura generica olio vegetale, giocando sul fatto che nella nostra tradizione quando si pensa all’olio si pensa a quello di oliva, ma si deve indicare con precisione di quale olio si tratta. Per i prodotti venduti sfusi al forno o in panetteria deve essere sempre esposto e a disposizione dei consumatori, l’elenco degli ingredienti utilizzati.
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