Al Pincio, un tempo un’autorimessa, ora c’è un parcheggio custodito per le biciclette aperto 7 giorni su 7, dalle 6 alle 22 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 24 nel week end. E’ “Dynamo”, la prima velostazione di Bologna, a disposizione di turisti, pendolari e bolognesi. Sotto le sue antiche volte offre un parcheggio custodito, la ciclofficina attrezzata per la manutenzione e la riparazione, il bike cafè, il servizio di noleggio, insieme all’opportunità di fare formazione, realizzare eventi, tour guidati e consegne delle merci in bici.
Attraverso l’assegnazione del bando Incredibol, l’associazione cittadina “Salvaiciclisti” realizzerà infatti un progetto di 4 anni per arrivare a un parcheggio da 1200 posti bici negli spazi “rigenerati” del Pincio, con tanto di ristrutturazione a tappe sostenuta dal Comune di Bologna con il cofinanziamento al 50% della Regione Emilia-Romagna. Collocata di fronte alla Stazione centrale e di fianco all’Autostazione, la velostazione è uno strumento pensato per favorire prima di tutto la mobilità ciclistica (è connessa anche con la nuova Tangenziale della bicicletta sui viali), ma anche l’intermodalità bici-treno-bus.
“E’ una realtà unica, non solo in Emilia-Romagna ma in Italia – ha commentato Raffaele Donini, assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti – questo infatti non è solo un luogo di ‘ricovero’ di bici, ma di propulsione della socialità e della cultura ciclopedonale”. Donini ha ricordato come la mobilità ciclopedonale rappresenti in Italia il 5% di tutte le modalità di trasporto, “in Emilia-Romagna e a Bologna siamo già oltre, al 10%. Come Regione vogliamo fare di più, e raggiungere nei prossimi tre anni il 20%. Certo, servono anche interventi strutturali come questa velostazione, nuove piste ciclabili, perché le persone usino sempre più la bicicletta come mezzo davvero comodo e conveniente”.
L’assessore ha parlato anche della prossima legge sulla mobilità ciclopedonale, uno degli obiettivi che la Regione si è data, come di uno strumento per utile perché “le nostre città non solo contengano ‘zone 30’, ma diventino a tutti gli effetti città ‘30’, cioè città dove la mobilità ciclopedonale e il trasporto pubblico locale rappresentino la maggioranza degli spostamenti”.