Mercato del carbonio, il Parlamento europeo contrario al rialzo dei prezzi dei “permessi d’inquinare”

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Oggi i deputati hanno votato contro il congelamento della messa in vendita di una parte delle quote di emissioni di CO2, prevista per aumentare il prezzo dei “permessi d’inquinare”. La maggioranza ha ritenuto che interferire con la fornitura di crediti minerebbe la fiducia nel sistema di scambio delle emissioni (ETS), progettato per tagliare le emissioni di gas serra.
La proposta di congelare i crediti, denominata “backloading”, è stata respinta di stretta misura, con 334deputati hanno votato a favore, contro 315 e 63 astenuti. Conseguenza, un immediato crollo dei prezzi dei permessi.
Il testo sarà ora rinviato alla commissione ambiente del Parlamento europeo.

I deputati che si sono opposti al provvedimento propongono una profonda riforma del sistema ETS e temono che interferire con la fornitura di crediti potrebbe minare la fiducia nel sistema. Alcuni credono anche che un aumento del prezzo del carbonio potrebbe erodere la competitività dell’industria europea ed essere caricato sulle bollette energetiche delle famiglie.
D’altro canto, chi sostiene la proposta ritiene che l’aumento del prezzo del carbonio aiuterà la transizione dell’UE verso un’economia verde, promuovendo investimenti e innovazione, aggiungendo che un prezzo più alto potrebbe anche facilitare la connessione del mercato europeo del carbonio con quelli di altre regioni.
Deluso il relatore Matthias Groote (S&D, DE): “La bocciatura della proposta di backloading indebolisce il sistema UE di scambio delle emissioni e mette i nostri obiettivi climatici a rischio”.
La proposta della Commissione aveva ricevuto l’appoggio di molti Stati membri e dei produttori elettrici europei, mentre sul fronte opposto si erano schierati Confindustria, BusinessEurope, l’associazione Ue dei petrolieri Europia e le associazioni italiana ed europea degli energivori.
Il sistema ETS (Emissions Trading), un mercato del carbonio creato nel 2005, stabilisce un massimale complessivo di emissioni permesse, che è gradualmente ridotto nel lungo termine. Entro il 2020, le emissioni dei settori coperti dal sistema ETS saranno del 21% inferiori a quelli del 2005.
Al di sotto questo tetto, le aziende ricevono o acquistano crediti messi all’asta dagli Stati membri. Un credito corrisponde a una tonnellata di emissioni di CO2. Le aziende possono anche vendere crediti non utilizzati. Limitare la fornitura di crediti garantisce loro valore, per cui il sistema ricompensa le aziende che investono per limitare le emissioni.

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