Jorgen Randers è uno degli studiosi del MIT che nel 1972, su incarico del Club di Roma, pubblicarono lo studio “I Limiti dello sviluppo”, che seppe anticipare gli effetti della crescita della popolazione, dei consumi e dell’inquinamento su un pianeta fisicamente limitato. Posizioni criticate, ma che si sono rivelate corrette.
Oggi lo stesso Randers traccia un nuovo scenario: il futuro globale da qui al 2052. Gli highlights: vivremo sempre più nelle città, saremo più connessi e creativi, dovremo trovare nuovi modi per gestire le tensioni dovute alle diseguaglianze crescenti. Probabilmente la popolazione non crescerà quanto previsto (a causa del calo della fertilità nelle aree urbane), con una riduzione degli impatti sulla biosfera, ma le rinnovabili non riusciranno a rimpiazzare i combustibili fossili in tempo per eliminare del tutto la possibilità di un riscaldamento climatico catastrofico.
Le attuali economie globali dominanti, in particolare gli Stati Uniti, ristagneranno, mentre quelle di Brasile, Russia, India, Sud Africa e delle dieci principali economie emergenti (definiti “BRISE” nel Rapporto) progrediranno. Il numero dei poveri nel 2052 potrebbe essere di 3 miliardi. La Cina rappresenterà un esempio di successo grazie alla sua capacità di agire. Il PIL globale crescerà molto più lentamente del previsto a causa della crescita più lenta della produttività nelle economie mature. La concentrazione di CO2 nell’atmosfera continuerà ad aumentare determinando un incremento di 2°C nel 2052, rispetto alla temperatura media pre-industriale. E la risposta umana potrebbe essere troppo lenta per fermare il declino.
L’analisi, per la quale l’autore si è avvalso dei contributi di oltre 30 studiosi, scienziati, esperti ed economisti, tocca tutti i settori e non è fantascientifico viverla come una guida per affrontare i tempi che verranno.
2052 Scenari globali per i prossimi quarant’anni è pubblicata in Italia per Edizioni Ambiente a cura del direttore scientifico del WWF Gianfranco Bologna. Il lancio dell’edizione italiana – ieri a Roma – è stato organizzato dal WWF, dal Club di Roma e dalla Fondazione Aurelio Peccei che lo rappresenta in Italia, in collaborazione con UniCredit, che dal 2008 ha avviato con WWF un percorso congiunto per rafforzare il proprio impegno sulla sostenibilità ambientale.
“Abbiamo bisogno di un sistema di governance che abbia una visione più a lungo termine – ha detto il professor Randers alla presentazione del volume – E’ improbabile che i governi approvino le leggi necessarie per costringere i mercati a destinare più fondi in soluzioni rispettose del clima e non si deve credere che i mercati lavorino per il bene del genere umano. Viviamo in un modo che non potrà essere portato avanti dalle generazioni future senza importanti cambiamenti. L’umanità ha sfruttato le risorse della terra e, in alcuni casi, vedremo il collasso prima del 2052. Emettiamo, ogni anno, il doppio dei gas serra di quanto possa essere assorbito dalle foreste nel mondo e dagli oceani.”
Jorgen Randers insegna alla BI Norwegian Business School, dove si occupa anche di questioni climatiche e di analisi di scenario. È stato vice-direttore generale del WWF e fa parte della commissione per la sostenibilità di British Telecom e di Dow Chemical Company. Nel 2006 ha presieduto la commissione ministeriale che ha indicato al governo norvegese il percorso per ridurre di due terzi le emissioni nazionali di gas serra entro il 2050. Autore di diversi paper scientifici, è stato coautore di I limiti dello sviluppo (1972), di Oltre i limiti dello sviluppo (1993) e di I nuovi limiti dello sviluppo (2006).