Sono molte, troppe, le varietà di colture che stiamo perdendo. Secondo i dati diffusi dall’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale durante il seminario “Frutti del passato per un futuro sostenibile”, nell’ultimo secolo alcune specie di frutta come albicocco, ciliegio, pesco, pero, mandorlo e susino hanno registrato una per dita di varietà pari a circa il 75%, con punte massime per albicocco e pero, dal tasso di sopravvivenza varietale di appena il 12%.
Ma fortunatamente operatori del settore agricolo sensibili alla possibilità di ridare vita e vigore a prodotti della terra di una volta stanno lavorando con successo. E’ il caso dell’agronomo Domenico Mele, Presidente Associazione G.I.P.A. Giovani Idee e Proposte in Agricoltura (http://gipa2008.wordpress.com), che ha portato a termine un progetto di recupero di diverse varietà di pere.
Dal “salvataggio” alla riproduzione di alcune varietà, in primis la pera Signora metti link facebook ( https://www.facebook.com/lasignora.pera?fref=ts) che è l unica pera adatta all’essiccazione e mantiene intatte tutte le caratteristiche organolettiche.
Che tipi di pera ha recuperato?
Le varietà di pera recuperate sono 14. Muscarelle o Majatica, Muone, Lardere, Sciesciuu, Paulina, Granete, Signure, Pire da Vianov, San Giuvan, A Grapp, All’ Acet, Anglona, Gambidonna, Mastantuon.
Da cosa è stata dettata questa scelta?
Osservando il mio territorio , tenendo presente che studiavo Agraria, notai grazie anche ad una persona anziana del luogo che le pere facevano parte della nostra area. Ne chiesi le ragioni a questa persona, che mi diede tutte le spiegazioni utili.
Come ha realizzato il recupero?
Attraverso 7 anni di studio partendo da una Collaborazione con l ‘A.L.S.I.A. Pantanello (ndr, Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa Pantanello) e la Comunità Montana Basso Sinni, con successiva pubblicazione e 2 tesi di laurea che hanno permesso di approfondire alcuni aspetti degli ecotipi più interessanti che sono Signure, Muone e Lardere. Gli ultimi studi sono stati svolti presso l’ IBIMET (ndr, Istituto di Biometeorologia) del CNR di Bologna.
Che tipo di produzione ha e a chi si rivolge?
Da 2 anni a questa parte grazie alla collaborazione tra l’Associazione G.I.P.A. Giovani Idee e Proposte in Agricoltura, che presiedo e l’Azienda Vivaistica Iocoli di Sant’Arcangelo (PZ), abbiamo messo a disposizione più di 1000 piantine in contenitori. I primi impianti sono stati avviati l’anno scorso, intanto stiamo portando avanti un censimento per le piante adulte.
Sono in programma altri interventi?
Sì, a breve, grazie al contributo del G.A.L. Cosvel s.r.l. avvieremo insieme a Slow Food, nella persona di Vito Trotta, il Presidio Slow Food “LE PERE ANTICHE DELLA VALLE DEL SINNI”. Siamo riusciti a coniugare le esigenze del territorio con la mission di Slow Food, che ben si associa all’ impegno che la nostra Associazione sta svolgendo da diversi anni con i due Concorsi “La migliore Signora della Valle”, e l’ultima iniziativa “Aiuta la Signora Pera a sopravvivere”.
Presidio Slow Food nell’area del Gal Cosvel Srl |