Realizzato a Padova, nel prestigioso Orto Botanico del Cinquecento, il più antico orto scientifico al mondo e Patrimonio Unesco dal 1997, il “Giardino delle Biodiversità”: un nuovo spazio che raccoglie più di 1.300 specie vegetali rappresentative della biodiversità nei cinque continenti, dalle zone aride a quelle temperate, dalle zone sub-umide alle aree tropicali.
Nel cuore del centro storico della città e situato nell’Orto Botanico dell’Università di
Padova che custodisce oltre 6mila specie vegetali, il giardino delle biodiversità si trova all’interno di un imponente ma elegante teca di vetro di altissima tecnologia, lunga 100 mt e alta 18, progettata e realizzata per ridurre il più possibile l’impatto ambientale, nella quale impianti e articolazione degli spazi sono stati ottimizzati per sfruttare al meglio l’energia naturale e gratuita del sole.
L’apporto idrico è garantito da una riserva d’acqua alimentata dalle precipitazioni naturali, la cui movimentazione e ossigenazione è assicurata dalla lama d’acqua che segna l’ingresso nel giardino stesso e da un pozzo artesiano che ne preleva altra a 24°C costanti permettendo così la vita delle piante acquatiche tropicali tutto l’anno e integra la riserva in caso di siccità.
L’energia elettrica che alimenta le pompe che regolano il ciclo dell’acqua e contribuisce al funzionamento dell’insieme delle serre, è prodotta da pannelli fotovoltaici.
Inoltre, per risparmiare sull’approvvigionamento energetico, si sfrutta l’effetto serra che al contempo è utile per mantenere i parametri di temperatura e umidità propri di ciascuna fascia climatica. Il calore prodotto dai raggi solari resta infatti imprigionato nelle serre, d’inverno viene accumulato nelle parti in muratura e rilasciato di notte e d’estate mitigato mediante l’apertura delle vetrate e delle coperture del tetto. Sono le stesse piante, reagendo al variare dell’umidità e temperatura, a dare l’input per l’apertura e chiusura delle vetrate attraverso un sistema computerizzato che confronta i dati con i parametri ottimali per ciascuna fascia climatica.
Inoltre la copertura delle serre è composta di cuscini di ETFE, un materiale plastico, resistente alla corrosione, più leggero e più trasparente del vetro ai raggi ultravioletti, vitali per le piante. La loro forma permette di accogliere il calore del sole creando un cuscinetto d’aria che riduce le dispersioni per irraggiamento nelle fasi notturne. L’effetto visivo di un unico piano di vetro di 100 metri, è stato ottenuto grazie a particolari tecniche di installazione.
L’abbattimento dell’inquinamento atmosferico, si ottiene inoltre in modo considerevole, per effetto di speciali superfici opache interne rivestite di un composto fotocatalitico, che sfruttando i raggi ultravioletti da luogo a una reazione chimica che riduce gli agenti inquinanti (si stima fino a 150 metri cubi/metro quadro ripuliti ogni giorno). Anche la nuova tecnica di crescita di piante arbustive sulle coperture non trasparenti delle strutture, ha una positiva ricaduta sull’ambiente: abbattimento delle polveri sottili e dei valori di anidride carbonica, produzione di ossigeno e riduzione dei consumi energetici dell’edificio.
Il giardino delle biodiversità è costituito da nuove cinque serre che rappresentano ecosistemi “vicini” caratterizzati da analoghe condizioni ambientali, anche se geograficamente lontani tra loro, portando il visitatore a compiere un ideale viaggio dall’Equatore ai Poli.
Qui le piante vivono in ambienti omogenei per umidità e temperature, che simulano le condizioni climatiche dei biomi del pianeta.
Troviamo quindi “la foresta tropicale pluviale” che copre solo il 7% della superficie terrestre e dove si stima sia localizzato più del 50% della biodiversità del pianeta; “la foresta tropicale sub-umida” tipica di diverse aree del continente e comprendente la savana; “il clima temperato e mediterraneo” dove la biodiversità è relativamente elevata in ragione della suddivisione in nicchie consentita dai vari strati di foresta, nelle più complesse delle quali vi è un maggior numero di specie animali, ricopre meno del 2% della superficie ed è minacciata da una forte pressione antropica pur conservando un patrimonio del 20% dell’intera biodiversità; infine “il clima arido”, sia caldo che freddo.
Il giardino racconta il pianeta spostando l’attenzione sulle forme di vita vegetali, sulle loro caratteristiche e sugli elementi che li rendono indispensabili per la nostra esistenza, sul loro ruolo nell’evoluzione umana, sul millenario rapporto con l’essere umano per nutrire, curare, costruire oggetti, facendo parte della nostra storia, cultura e religione.
Pannelli informativi, exhibit interattivi, una app (per smartphone e tablet) filmati e reperti, raccontano al visitatore, con lo stile espositivo dei progetti di museologia scientifica più avanzati a livello internazionale, come l’intelligenza vegetale e l’intelligenza umana abbiamo svolto un comune cammino di coevoluzione da Lucy ai giorni nostri, affascinando lungo il percorso adulti, studenti e bambini.
Infine segnaliamo la collaborazione con Expo 2015, dove la biodiversità è un tema centrale: l’Orto Botanico di Padova è stato infatti scelto dal Padiglione Italia per lo sviluppo e realizzazione dell’area dedicata alla biodiversità all’interno della mostra Casa dell’Identità italiana.
Pochi giorni fa, inoltre, al Workshop dell’Università di Padova di Expo 2015, Barbara Degani, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente, si è così espressa: “Sono felice che le riflessioni sul futuro “verde” delle nostre città che sta portando avanti l’Università di Padova, abbiano come Teatro il Biodiversity Park del Ministero dell’Ambiente, perché proprio a Padova all’inaugurazione dell’Orto Botanico è nata l’idea di promuovere la biodiversità italiana all’interno di Expo. Dunque uno scambio fruttuoso di idee che oggi continua qui all’interno dell’esposizione universale. L’Università di Padova ha saputo cogliere appieno questa opportunità e oggi lancia altri progetti ambiziosi e originali come quello dei boschi selvatici per riqualificare aree abbandonate all’interno delle città. E’ titolata a farlo custodendo il più antico orto botanico del mondo”.