Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Enea hanno presentato ieri il Rapporto sulla Green Economy 2013 “Un Green New Deal per l’Italia”, giunto alla sua seconda edizione.
Il Rapporto – che si avvale della prefazione di Simon Upton, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’OCSE, e di Tim Jackson, docente di Sviluppo sostenibile presso l’Università del Surrey – nella sua prima parte affronta il panorama internazionale, partendo da un excursus storico-economico che, dalla crisi del ’29 arriva ai giorni nostri, e fornisce un’ampia illustrazione delle proposte per un Green New Deal formulate dall’UNEP e dall’OCSE, le prospettive per l’affermazione della green economy in Europa, nonché le difficoltà e le potenzialità dell’Italia, prendendo in esame le esigenze di investimenti pubblici e privati, gli effetti sull’occupazione e le riforme indispensabili.
Al centro il ruolo delle città, dove vive infatti il 68% della popolazione italiana, si produce il 75% dei rifiuti e la concentrazione abitativa accresce i problemi ambientali, come l’inarrestabile cementificazione con insediamenti distribuiti in maniera frammentata e disordinata sul territorio.
“Anche il Rapporto 2013 , dedicato al Green New Deal – ha dichiarato Edo Ronchi Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – ha fornito analisi e studi a supporto degli Stati Generali della green economy italiana. Durante una delle recessioni forse più lunghe e difficili degli ultimi decenni, investire per innovare, differenziare e convertire prodotti e processi produttivi in chiave sempre più green potrebbe essere una strada per rilanciare il nostro sviluppo. Un forte impulso in questa direzione può venire da concrete iniziative che possono partire , o essere rafforzate, dalle nostre città ” .
I settori principali per tale approccio, trattati nel Rapporto sono la riqualificazione energetica delle città, le misure di mitigazione climatica, la riduzione del consumo di materiali ed il miglioramento della gestione dei rifiuti, la mobilità urbana, i rapporti tra l’ambiente urbano e quello agricolo, il patrimonio culturale, la gestione sostenibile della risorsa idrica, la riqualificazione delle aree degradate e l’impiego di tecniche e tecnologie tipiche dell’ICT.
“La Green Economy -ha affermato Giovanni Lelli, Commissario Enea- può rappresentare la chiave di volta per avviare un nuovo ciclo di sviluppo all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica, con ricadute di lungo periodo che vanno dalla salvaguardia dell’ambiente al rilancio dell’industria e dell’occupazione. Una formidabile spinta propulsiva ad un New Deal legato alla Green Economy può venire da una nuova pianificazione urbana che faccia dell’eco-innovazione tecnologica e sistemica il fulcro della trasformazione delle nostre città per offrire una migliore qualità della vita ai cittadini ed un più sostenibile utilizzo delle risorse”.