Il glifosato è una sostanza attiva ampiamente utilizzata tra i diserbanti. Brevettata nei primi anni ’70, è stata introdotta sul mercato nel 1974 come un erbicida ad ampio spettro ed è presto diventato una delle sostanze più vendute. Allo scadere del brevetto, nel 2000, il glifosato è stato commercializzato da molteplici aziende e diverse centinaia di prodotti fitosanitari contenenti glifosato sono attualmente registrati in Europa per l’utilizzo in agricoltura. A causa delle preoccupazioni in merito al potenziale cancerogeno e alle proprietà d’interferenza endocrina del glifosato, impiegato in molte aziende agricole e nel giardinaggio, il Parlamento, nella sua risoluzione non vincolante votata a metà aprile, chiede alla Commissione UE di rinnovarne l’autorizzazione per soli 7 anni, invece di 15, e unicamente per usi professionali.
I deputati chiedono inoltre una valutazione indipendente e la pubblicazione di tutte le prove scientifiche che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha utilizzato per valutare la sostanza.
La Commissione dovrebbe anche rivalutare l’approvazione in attesa della presentazione all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di un fascicolo concernente la classificazione armonizzata del glifosato.
Nella risoluzione, i deputati invitano la Commissione a presentare un nuovo progetto di decisione che tenga maggiormente conto dell’utilizzo sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato e a lanciare una revisione indipendente della tossicità e della classificazione del glifosato, sulla base non solo dei dati relativi alla sua cancerogenicità, ma anche sulle possibili proprietà di interferenza endocrina.
I deputati invitano la Commissione europea e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) a “divulgare immediatamente tutte le prove scientifiche che hanno costituito il fondamento della classificazione positiva del glifosato e della proposta di rinnovo dell’autorizzazione, alla luce dell’interesse pubblico prevalente alla divulgazione”.
Nel documento si definisce “inaccettabile” l’uso di glifosato in una pratica agricola conosciuta come “disseccamento” (green burndown), ossia l’uccisione della coltura stessa prima del raccolto, in modo da accelerarne la maturazione e facilitarne la raccolta. Detta pratica comporta, tra l’altro, una maggiore esposizione alimentare umana.
Il glifosato, infine, non dovrebbe essere approvato per uso in parchi, giardini e parchi giochi pubblici o nelle loro vicinanze.
Prossime tappe, gli esperti nazionali del Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (sezione fitosanitari) (PAFF) voteranno per approvare o respingere la proposta della Commissione a maggioranza qualificata il prossimo maggio. Se tale maggioranza non sarà raggiunta, il compito di decidere spetterà alla Commissione europea.
Leggi anche:
Salute. Greeenpeace, erbicida glosofato verso rinnovo autorizzazione
Alimenti, concimi e rischi, nel 2015 quasi 3.000 notifiche. Salmonella in pole position
Economia circolare: nuovo regolamento per favorire l’uso di concimi organici e ricavati dai rifiuti