In occasione della giornata mondiale anti-spreco, che ricorre oggi, da Enea arriva il Decalogo delle buone pratiche per scoprire quel giacimento di risorse preziose che è nascosto nella spazzatura. I dati FAO parlano chiaro: in Italia, un anno di spreco alimentare potrebbe sfamare quasi 44 milioni e mezzo di persone.
A livello mondiale i numeri sono altrettanto allarmanti: ogni anno più di un terzo della produzione mondiale di cibo si perde o si spreca lungo la filiera, circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti sprecati solo considerando la frazione commestibile.
Eccoli qua i consigli per contribuire ogni giorno.
Aiutati con la lista della spesa e valuta il più possibile quanto cibo può essere consumato in un pasto medio: così potrai evitare acquisti inutili ed evitare avanzi e i conseguenti sprechi.
Controlla la scadenza dei prodotti, pensando a quando utilizzarli: il mancato consumo si traduce automaticamente in uno spreco.
Fai attenzione alle etichette: scegli prodotti che riportano informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte, ad esempio, può essere sottoposto a processi (come la pastorizzazione ESL, Extended Shelf Life, o la microfiltrazione) che ne mantengono inalterate le proprietà estendendone però la “vita sullo scaffale”; alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili che prevengono l’irrancidimento in modo naturale e sicuro.
Cerca di scegliere prodotti con indicato il destino della confezione a ‘fine vita’: così contribuirai a ridurre la quantità di indifferenziata nell’immondizia.
Preferisci il biologico: riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25%, consente di limitare le emissioni di Co2 e non inquina le falde acquifere con fertilizzanti e fitosanitari di sintesi.
Utilizza alcuni semplici accorgimenti per allungare e migliorare la conservazione dei cibi: ad esempio, condisci insalate e verdure solo al momento di servirle; così si mantengono più a lungo e possono essere consumate in pasti successivi.
Prova a utilizzare gli avanzi per inventare nuove pietanze: con fantasia e creatività potrai cucinare piatti gustosi evitando di sprecare alimenti.
Dopo feste e ricevimenti, valuta se gli avanzi possono essere consumati a breve e invita gli ospiti a portare con loro parte di quello che è avanzato.
Informati sui programmi contro lo spreco alimentare della tua città, oppure prendi contatto con le onlus che raccolgono gli avanzi di cibo “buono” e lo redistribuiscono a chi ne ha bisogno.
Metti gli avanzi di cibo nella raccolta dell’umido (se vuoi anche insieme agli shopper in bioplastica biodegradabile e compostabile): si trasformeranno in ottimo compost ‘fatto in casa’, creando “valore” sia per le minori spese di smaltimento (ogni tonnellata di frazione organica in discarica costa alla comunità circa 200 euro, cioè il 50% delle spese totali per la gestione dei rifiuti), sia perché il compost può essere commercializzato a un valore che può variare da 20€/ton per i prodotti all’ingrosso a circa 3€ per Kg per prodotti venduti al minuto.
L’ENEA ha individuato metodologie e tecnologie innovative per trasformare i rifiuti in risorse, attraverso nuovi percorsi di sviluppo, di recupero e di valorizzazione degli scarti alimentari. L’obiettivo è di ‘dare nuova vita’ agli scarti e per la produzione di sostanze nutraceutiche, cosmetici, ma anche energia rinnovabile (biogas) e compost di qualità, oltre che per realizzare alimenti meno deperibili e processi di produzione più sostenibili.
I NUMERI DELLO SPRECO – In Europa sono in media 180 i kg di cibo pro-capite sprecati all’anno mentre ammontano a 164kg/anno[1] in Italia (siamo al 7° posto nella classifica europea).
Secondo dati ENEA, nel nostro Paese vengono gettati nel cassonetto circa 5,5 milioni di tonnellate di cibo/anno, in pratica 42 kg di cibo a persona sotto forma di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati a male, con un valore economico che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all’anno. Di questi 42 kg, oltre 10 sono costituiti da verdure e prodotti ortofrutticoli per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate. Con i prodotti vegetali che gettiamo nella spazzatura, oltre a fitosanitari e nutraceutici, potremmo produrre 41 milioni di m3 di biometano, l’equivalente dell’energia necessaria per riscaldare 46mila appartamenti, con un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate di CO2. Ma non è tutto. I nostri scarti possono trasformarsi in cibi “Superfood” per mantenerci in forma, cosmetici per farci belli o nuovi alimenti per la zootecnia.
IMPIANTI, PRODOTTI E TECNOLOGIE INNOVATIVE – Grazie a laboratori e impianti di ultima generazione, competenze e professionalità pluriennali, l’ENEA punta a trasformare lo scarto di un settore, in materia prima per un altro, da rifiuti a risorse.
In questo contesto l’impegno dell’ENEA va dal brevetto per la trasformazione delle acque di scarto della lavorazione delle olive in prodotti per la conservazione degli alimenti o in antiossidanti ricchi di polifenoli, alla valorizzazione degli scarti dell’industria lattiera con lo sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto. L’ENEA dispone infatti di impianti pilota o dimostrativi per migliorare la sostenibilità delle diverse fasi produttive e la qualità dei prodotti agro-alimentari. A questo scopo, sviluppa e applica nuove tecnologie da impiegare nei processi di trasformazione e stabilizzazione dei prodotti alimentari freschi e trasformati, con l’obiettivo di preservarne le caratteristiche sensoriali e nutrizionali. Partendo da biomasse vegetali o da scarti e sottoprodotti dell’industria di trasformazione e grazie alla combinazione di tecnologie avanzate di separazione, recupero e purificazione, è in grado di realizzare nuovi prodotti ad alto valore aggiunto come prodotti delattosati per soggetti intolleranti e a basso contenuto di sostanze allergizzanti, vino dealcolato, latte d’asina reidratato per uso farmaceutico e cosmetico, oli essenziali e molecole antiossidanti benefiche per la salute e da utilizzare anche nel biocontrollo.
INNOVAZIONE SCIENTIFICA E INDUSTRIALE – Nei laboratori ENEA, si studia come i processi di trasformazione industriale ed i materiali utilizzati per il packaging influiscano sulla conservazione di prodotti ortofrutticoli di IV gamma; o come migliorare i sistemi di conservazione per coniugare una sana alimentazione con i tempi veloci della vita quotidiana (non a caso, si chiamano prodotti “ready to eat”). Non ultimo, grazie ai profili genomici, microbiologici, organolettici e aromatici, l’ENEA è attiva per allungare la “shelf life” degli alimenti, mantenendo le proprietà organolettiche, prolungandone i tempi disponibili per il consumo e dunque diminuendo gli sprechi.
Ma gli scarti possono trasformarsi in packaging alimentare. In questo contesto, l’ENEA, in totale accordo con i principi dell’economia circolare, ha sviluppato imballaggi funzionali come film e dispositivi biodegradabili di origine naturale con proprietà antimicrobiche e al tempo stesso ha messo a punto tecnologie di estrazione dei polifenoli presenti nelle acque di vegetazione, per utilizzarli come molecole bioattive interagenti con il film polimerico. Laboratori e hall tecnologiche presenti all’ENEA offrono competenze specifiche nelle differenti fasi della filiera e vantano una lunga storia nella ricerca sull’agroalimentare mettendo a disposizione servizi tecnologici avanzati, dotazioni e competenze che forniscono anche supporto alla creazione di attività di start-up e spin-off.
DAI RIFIUTI, FERTILIZZANTI PER L’AGRICOLTURA E BIOCARBURANTI – L’ENEA ha sviluppato ampie competenze anche nello sviluppo di modelli di gestione sostenibile dei rifiuti. Presso il Centro Ricerche Casaccia è stato realizzato un ‘compostatore di comunità’ per trattare i rifiuti della mensa. Grazie a questa tecnologia innovativa di compostaggio ideale per trattare rifiuti di piccoli contesti collettivi come condomini, mense, hotel, si ricava un ammendante per l’agricoltura e la florovivaistica. L‘ENEA è attiva anche per la produzione di biocarburanti e la valorizzazione degli scarti agroalimentari con il Biodigestore anaerobico da cui si ottiene energia green.
“Stiamo parlando di nuovi percorsi di sviluppo attraverso il recupero e la valorizzazione degli scarti di produzione, sottolinea Nicola Colonna, responsabile Laboratorio Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari dell’ENEA. “Infatti dagli scarti si possono ottenere diversi prodotti e sfruttare queste potenzialità è indispensabile oltre che per l’ambiente anche per l’efficienza ed economicità del prodotto finale: occorre infatti pensare al riutilizzo come a una cascata dove dallo scarto si ottengono prima composti ad alto valore aggiunto e poi via via quelli a valore minore fino ad arrivare al biogas”.
“Il futuro è qui – conclude Roberto Balducchi responsabile del laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi dell’ENEA – dobbiamo cambiare radicalmente la concezione di scarto e rifiuto perché ogni giorno grazie alla ricerca scopriamo il valore nascosto di molti sottoprodotti e materie prime-seconde a cui oggi l’industria associa solo costi di gestione e smaltimento. Questo scenario apre la strada ad un molteplicità di percorsi di sviluppo in termini di nuove professioni, nuovi prodotti e nuove sfide per la ricerca applicata.”