Fotovoltaico, Assorinnovabilie e Anie Rinnovabili contro lo spalmaincentivi

Le due associazione commentano ancora una volta duramente il provvedimento taglia incentivi in una nota congiunta e si rivolgono al Presidente Renzi perchè non fermi la green economy. “I primi testi dell’articolo 26 del decreto spalmaincentivi con le percentuali di rimodulazione delle tariffe dal 1 gennaio 2015 che emergono dalle stanze delle Commissioni Industria e Ambiente del Senato ci lasciano senza parole.” Esordiscono così Assorinnovabili  e Anie Rinnovabili, che proseguono: “Se possibile, si sta producendo un provvedimento che è ancora peggiore rispetto a quanto era stato finora ipotizzato.Ribadiamo con forza che gli interventi retroattivi sulle tariffe incentivanti dell’elettricità prodotta da impianti fotovoltaici non solo sono gravemente dannosi per l’econo mia del settore e di tutto il Paese, ma rappresentano un grave vulnus
del sistema democratico perché di fatto rendono carta straccia degli accordi già sottoscritti tra lo Stato e le sue imprese.

Il Governo ha ignorato tutte le proposte alternative che erano state avanzate da Confindustria, assoRinnovabili e ANIE rinnovabili, decidendo unilateralmente di affossare il settore delle energie rinnovabili, proprio in un momento storico e politico in cui il rischio energetico è quanto mai elevato.
Come può un Governo fare campagna elettorale , dire a tutti che la green economy è uno strumento di sviluppo e poi calpestare un mondo intero fatto di imprese , dipendenti e continui sviluppi . Speriamo che nel futuro il paese sappia fare delle scelte e che finalmente si riesca a trovare un Presidente che oltre agli slogan guardi anche alla sostanza dei problemi: l’Italia ne ha bisogno !
Ci appelliamo al presidente Renzi, che in campagna elettorale aveva parlato della green economy come “strumento essenziale per fa r ripartire il Paese”. La pensa ancora così?
Chiediamo che l’articolo venga stralciato e che si attivi da subito un tavolo tecnico che ripristini la certezza del diritto nazionale e internazionale e la credibilità del Paese nei confronti degli investitori italiani e stranieri.”

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