Le foche cacciate per la loro pelliccia saranno sempre meno. Grazie al divieto europeo sul commercio dei prodotti derivati dalle foche, i prodotti provenienti dalla caccia sono stati proibiti. Finora erano stati accettati per proteggere gli stock di pesca consentendo la caccia agli Inuit e alle altre comunità indigene. Il testo di legge è stato approvato martedì in sessione plenaria.
Per risponedere alle preoccupazioni sul benessere degli animali, l’UE ha vietato il commercio di prodotti derivati dalle foche. Nel 2009 ha vietato i cappotti di pelle di foca, i guanti, le borse o la carne.
Il divieto è entrato in vigore nel 2010, tuttavia ha permesso due eccezioni: una per i prodotti risultanti dalla caccia delle tribù indigene e l’altra per la piccola caccia che garantisce la “gestione delle risorse marine” sostenibile.
Il divieto è stato contestato dal Canada e dalla Norvegia all’Organizzazione mondiale del commercio(OMC). Nel giugno 2014, la sentenza ha stabilito che il divieto potrebbe essere giustificato sul piano morale rispetto al benessere delle foche, ma richiede maggiore chiarezza sulle eccezioni. Per rispondere alle preoccupazioni dell’OMC, la Commissione europea ha proposto una modifica delle attuali norme europee in febbraio 2015.
Secondo le modifiche, già concordate con i governi europei, agli Inuit sarà consentito di vendere prodotti derivati dalle foche in Unione europea solo se i loro metodi di caccia tengono conto del benessere degli animali, sono una parte della loro tradizione e contribuiscono alla loro sussistenza.
Nel frattempo, verrà rimossa una deroga per quanto riguarda i prodotti derivati dalla caccia alle foche per la protezione degli stock ittici.
Grazie al lavoro svolto dai deputati europei, la Commissione avrà il compito di informare il pubblico e i funzionari doganali sulle nuove regole e l’eccezione Inuit. Essi ritengono che questo potrebbe aiutare a contrastare le gli stereotipi e le incomprensioni legati alla caccia alle foche condotte dagli Inuit e dalle altre popolazioni indigene.
Inoltre, la Commissione dovrà pronunciarsi entro la fine del 2019 sull’applicazione delle nuove norme, con particolare attenzione al loro impatto sulla comunità Inuit.
“Abbiamo emendato la proposta della Commissione, tenendo conto del diritto all’autodeterminazione degli Inuit e delle altre comunità indigene”
Per entrare in vigore, le nuove regole devono essere formalmente approvate anche dal Consiglio dell’Unione europea, previsto il 18 ottobre 2015.