assoRinnovabili ha inviato al Ministero dello Sviluppo Economico una nuova versione aggiornata delle proprie proposte di modifica all’ultima bozza di Decreto Ministeriale di incentivazione alle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.
“Riteniamo che – dicono ad assoRinnovabili – se la bozza non verrà emendata, si assisterà, di fatto, al blocco del settore che ha generato occupazione, senza contare i benefici per l’ambiente e la nostra salute e che, non ultimo, ci ha resi più indipendenti dai produttori di energia da fonti fossili.”
Di seguito le considerazioni generali che accompagnano la proposta.
“PROPOSTE ASSORINNOVABILI PER L’EMANANDO DECRETO MINISTERIALE PER L’INCENTIVAZIONE DELLE FER ELETTRICHE
CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
La nuova bozza di Decreto sui meccanismi di incentivazione per le rinnovabili elettriche (escluso il fotovoltaico) che assoRinnovabili ha potuto visionare, non appare purtroppo sufficiente a garantire un quadro di ulteriore sviluppo per il settore, soprattutto in considerazione dell’attuale valore del contatore pari a 5,747 mld di €, che rischia di vanificare l’efficacia del Decreto stesso, teso a disciplinare (fino al raggiungimento del tetto massimo di 5,8 mld di €) la transizione verso un nuovo modello di sostegno compatibile con la disciplina europea sugli aiuti di Stato. A tal proposito, assoRinnovabili chiede di conoscere in dettaglio:
quale sia l’entità degli incentivi effettivamente in corso di erogazione;
quale sia, quindi, l’entità degli incentivi temporaneamente assegnati agli impianti idonei e in
posizione utile nelle graduatorie di aste e registri del DM 6 luglio 2012, ma non ancora erogati;
quale sia l’incidenza degli incentivi assegnati mediante il meccanismo dell’accesso diretto.
Ciò premesso, il testo contiene alcuni elementi positivi come, ad esempio, la possibilità di accedere alle tariffe del DM 6 luglio 2012 per gli impianti che entreranno in esercizio entro un anno dall’uscita del nuovo Decreto, il riconoscimento del primo criterio di priorità per gli impianti idonei ma esclusi dai Registri precedenti per esaurimento dei contingenti e i principi individuati in tema di manutenzioni.
Sono state poi apportate ulteriori migliorie quali l’incremento del contingente in asta per l’eolico on shore, la possibilità per i piccoli impianti di optare per i Registri, l’incremento delle tariffe biomasse e biogas per impianti < 300 kW, il riconoscimento dell’accesso diretto per impianti da solare termodinamico e l’utilizzo di componenti rigenerati per le integrali ricostruzioni.
Allo stesso tempo continuano ad essere presenti numerosi punti negativi, di cui i principali sono:
un orizzonte temporale molto breve, solo fino al 1° dicembre 2016, che non permette agli
operatori di programmare adeguatamente gli investimenti nelle loro imprese;
una riduzione dei contingenti incentivabili tale da non sanare nemmeno tutte le istanze idonee
ma non ammesse ai Registri precedenti;
un taglio drastico degli incentivi, in particolare per i piccoli impianti: fino al 40% in meno al mini eolico, fino al 18% in meno per il mini idroelettrico e fino al 47% in meno per i piccoli impianti a biomasse e biogas, se si considera anche la cancellazione dei premi dedicati.
Auspichiamo che il MiSE rifletta se è di reale interesse strategico per il Paese incentivare gli impianti solari termodinamici di grande taglia. Si fa infatti notare che, qualora venissero realizzati, essi assorbirebbero risorse fino a 100 milioni di euro all’anno (quindi 2,5 miliardi di euro per l’intero periodo di incentivazione di 25 anni). E’ noto che la tecnologia solare termodinamica a livello internazionale non è riuscita a svilupparsi al pari delle altre tecnologie rinnovabili; infatti, le tariffe che vengono assegnate a questa tecnologia anche
in altri Paesi sono significativamente superiori a quelle delle altre tecnologie. Inoltre, fino ad oggi, gli impianti di grande taglia hanno avuto forti difficoltà a ottenere le autorizzazioni necessarie alla costruzione ed esercizio. Di conseguenza, si invitano i Ministeri a valutare se tali risorse possano essere più utilmente destinate a impianti di taglia minore o, ancor meglio, a tecnologie maggiormente competitive nel ridotto arco temporale del Decreto (così come proposto nelle osservazioni all’art. 9, comma 3 e all’art. 12, comma 3).
Rispetto ai progetti di riconversione degli ex zuccherifici, si fa presente che ad essi la nuova bozza di Decreto, a differenza degli impianti alimentati con le altre fonti (ivi inclusi gli impianti a biomasse “tradizionali”), riconoscerebbe gli incentivi in vigore nel 2008 (che corrispondono ad una tariffa di circa 190-200 €/MWh, ben superiore ai 100 €/MWh originariamente previsti dal MiSE nel Decreto in discussione per gli impianti a biomasse di pari dimensione), con un costo annuo totale che si stima pari a circa 120 milioni di euro (circa 1,8 miliardi di euro per l’intero periodo di incentivazione di 15 anni).
Pur non avendo sufficienti elementi per giudicare l’opportunità della scelta, riteniamo che, per equità, qualora i Ministeri competenti accertassero il perdurare dell’interesse generale alla riconversione di tali impianti, venga comunque previsto:
a. che tali impianti accedano agli incentivi mediante procedure d’asta, in concorso con gli altri impianti a biomasse (così come proposto nelle osservazioni all’art. 4, comma 4 e nelle osservazioni all’Allegato 1);
b. che l’erogazione dei relativi incentivi sia esclusa dal Costo indicativo annuo degli incentivi (il contatore del GSE), posto che l’entrata in esercizio di questi impianti rischia, da sola, di saturare il tetto massimo di 5,8 miliardi messi a disposizione dell’intero settore (così come proposto nelle osservazioni all’art. 27, comma 5);
c. che, qualora i progetti di riconversione degli ex zuccherifici impongano il riconoscimento di un sostegno superiore rispetto alle tariffe riservate alle biomasse “tradizionali”, tale importo non gravi sulle componenti delle tariffe dell’energia elettrica, ma sulla fiscalità generale, attesa la non attinenza della misura in questione all’incentivazione delle fonti rinnovabili (così come proposto nelle osservazioni all’art. 25, comma 3).
assoRinnovabili ritiene che, se la bozza non verrà emendata, si assisterà, di fatto, al blocco del settore che ha generato occupazione, senza contare i benefici per l’ambiente e la nostra salute e che, non ultimo, ci ha resi più indipendenti dai produttori di energia da fonti fossili.
assoRinnovabili auspica che i Ministeri riflettano su queste osservazioni e, pur comprendendo il delicato momento economico, adottino una strategia maggiormente green.”
Il documento prosegue con un’analisi puntuale degli articoli e degli allegati della bozza di Decreto che continuano a presentare, per assoRinnovabili, evidenti profili di criticità.
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