Presentato a Roma il 4 dicembre il Rapporto Federmanager-Aiee, dal titolo “Riflessioni sul Piano nazionale integrato energia clima 2024”.
Nel giugno scorso è stata pubblicata la versione definitiva dell’aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), per il quale è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, in grado di rispondere alle istanze emergenti in termini di decarbonizzazione della produzione e dei consumi.
Dal 2000 al 2023, il fabbisogno energetico italiano ha registrato un andamento in due tempi: un primo decennio di continua crescita, con il passaggio dai 174,5 Mtep del 2000 ai 176,8 Mtep del 2010, con un picco di 189 Mtep del 2005, e un secondo decennio di forte rallentamento, fino a raggiungere secondo i dati provvisori del 2023, 147,6 Mtep. Si tratta di un andamento analogo a quanto registrato a livello europeo e caratterizzato da una contrazione considerevole nel 2020, a causa della pandemia da Covid-19. La copertura è stata prevalentemente assicurata dai prodotti petroliferi, anche se il loro contributo è progressivamente calato, passando da poco meno del 51% del 2000 al 34% del 2020.
A questa progressiva contrazione è corrisposto un incremento della partecipazione alla copertura del fabbisogno del gas naturale e delle fonti rinnovabili. In particolare, il gas naturale ha assicurato la copertura di una quota del 33,7% del fabbisogno energetico nel 2000, che è poi salito al 38,8% nel 2022; mentre il contributo alla copertura derivante dalle fonti rinnovabili è cresciuto
complessivamente del 174%, passando da 10,1 Mtep del 2000 – quando copriva appena il 6% del fabbisogno energetico – a 27,7 Mtep del 2022, che corrisponde al 19% del fabbisogno.
Il settore industriale è alle prese con una profonda trasformazione energetica che richiede competenze manageriali specifiche. Da qui, il progetto Federmanager di consolidare la classe manageriale, attraverso attività di formazione specifica e certificazione, incentrata sulla figura di Energy transition manager – Etm.
«Al di là di mode e vincoli incombenti, la strada verso la sostenibilità e verso una transizione energetica giusta richiede un approccio pragmatico e neutrale rispetto alle diverse tecnologie che concorreranno alla decarbonizzazione», spiega Valter Quercioli, Presidente di Federmanager, aprendo i lavori di presentazione a Roma del Rapporto realizzato da Federmanager e Aiee (Associazione italiana economisti dell’energia), dal titolo “Riflessioni sul Piano nazionale integrato energia clima 2024”. «Come Federmanager, stiamo lavorando alla formazione e alla certificazione di quelle competenze manageriali innovative che oggi il mercato richiede e che possono costituire la chiave per l’attuazione degli scenari descritti nel Pniec. È importante – aggiunge il Presidente Federmanager – che le imprese, in particolare le Pmi, così come la Pubblica amministrazione, si dotino di figure qualificate come quella dell’Energy transition manager, per guidare la transizione nei settori industriali».
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha indirizzato un messaggio scritto all’evento di oggi, sottolineando che «il Pniec è infatti uno strumento di fondamentale importanza per il nostro Paese e per lo sviluppo sostenibile del nostro sistema produttivo. Viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni, dal clima agli equilibri geopolitici – prosegue il Ministro nella nota – e la necessità di garantire sicurezza e indipendenza energetica, tutela della biodiversità e misure di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici ci impone di investire non soltanto su nuove professionalità, ma soprattutto sull’adeguamento costante delle competenze e delle conoscenze dei protagonisti della nostra industria. Per questo, sono fermamente convinto che il contributo dei manager e delle alte professionalità che voi rappresentate sia cruciale per individuare strategie e collaborazioni efficaci».
Il Rapporto “Riflessioni sul Pniec 2024” presentato oggi dal Consigliere Aiee, Carlo Di Primio, evidenzia dati e politiche energetiche favorendo soluzioni attuabili. A partire da un’attenzione alla crescita del contributo delle rinnovabili che – nota il Rapporto – non potrà prescindere dallo sviluppo di una rete elettrica affidabile e capace di accogliere la nuova produzione. Altre istanze strategiche riguardano il tema della riassegnazione delle concessioni dei grandi impianti idroelettrici e la semplificazione del permitting per accelerare la creazione di nuovi impianti di energia rinnovabile. Con l’obiettivo di sburocratizzare al massimo le procedure mantenendo comunque grande attenzione sotto il duplice profilo, della sicurezza e della legalità.
Infine, spazio anche all’opzione nucleare, con un’apertura decisa della Federazione a offrire un contributo di competenze per lo sviluppo del Programma nazionale per il nucleare sostenibile.
«Per determinare impatti positivi sul Pil nazionale, servono investimenti consistenti e un quadro normativo che offra chiarezza. Occorre anche tutelare il settore rispetto alla concorrenza asimmetrica dei Paesi extra-Ue, salvaguardando la competitività del tessuto industriale nazionale e la sicurezza energetica», chiosa Quercioli.
Durante il convegno, a discutere dei contenuti del Rapporto, sono intervenuti gli onorevoli Luca Squeri e Marco Simiani, alcuni operatori del settore e delle istituzioni tra cui Modestino Colarusso, Direttore generale Confindustria Energia, Massimo Sessa, Presidente Consiglio superiore dei lavori pubblici presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Tatò, Dirigente divisione III Energia e Imprese, economia e tecnologie verde, economia del mare del ministero delle Imprese e del Made in Italy e Michele Vitiello, Segretario generale World Energy Council – Italia.
La visione dei manager è espressa dai contributi di Antonio Amato, Coordinatore Commissione Oil & Gas Federmanager, Gaetano Iaquaniello, componente Commissione Oil & Gas Federmanager e Alberto Zanobini, Coordinatore Commissione Sistema elettrico Federmanager, dirigenti di grande esperienza del settore che hanno collaborato alla stesura del Rapporto presentato oggi.
Il Direttore generale di Federmanager, Mario Cardoni, a chiusura dei lavori della giornata, ribadisce che «l’orizzonte che il Paese ha di fronte richiede un’ampia diversificazione delle fonti produttive. Non si deve quindi cedere ad approcci ideologici miopi, che non guardano ai progressi tecnologici registrati negli anni e rischiano così di minare la competitività del Paese, a svantaggio di cittadini e imprese».