Per contrastare il surriscaldamento del pianeta, circa 200 Paesi hanno concordato di limitare l’uso degli idrofluorocarburi (HFC), comunemente usati nella refrigerazione e nel condizionamento come sostituti di sostanze nocive per l’ozono, ma a loro volta potentissimi gas serra, con emissioni in aumento del 10% annuo.
L’accordo, raggiunto a Kigali, Rwanda, potrà portare ad una riduzione di emissioni tale da prevenire fino a 0,5 gradi Celsius di riscaldamento globale entro la fine di questo secolo.
La rapida crescita degli HFC negli ultimi anni è stata guidata da una crescente domanda di raffreddamento, in particolare nei paesi in via di sviluppo. L’emendamento Kigali prevede esenzioni per i paesi con elevate temperature ambientali per arrivare ad eliminare gli HFC ad un ritmo più lento.
Quindi le emissioni verranno ridotte gradualmente a partire dal 2019 dai Paesi industrializzati, inclusi gli Stati Uniti. Oltre 100 paesi in via di sviluppo, inclusa la Cina, seguiranno entro il 2024.
Secondo l’intesa verrà posto un tetto alle emissioni di gas HFC, che verranno ridotte gradualmente a partire dal 2019 dai Paesi industrializzati, inclusi gli Stati Uniti. Oltre 100 paesi in via di sviluppo, inclusa la Cina, seguiranno entro il 2024. Un piccolo gruppo di Paesi, inclusa l’India e il Pakistan, hanno sostenuto che le loro economie hanno bisogno di più tempo per crescere e cominceranno a muoversi invece nel 2028. Le organizzazioni mondiali per la difesa dell’ambiente avevano sperato che l’accordo avrebbe potuto ridurre il surriscaldamento globale di mezzo grado entro la fine di questo secolo, mentre secondo il presidente dell’Istituto per la governance e lo sviluppo sostenibile, Dur wood Zaelke, questo obiettivo verrà centrato solo al 90%. In ogni caso, si tratterà della “più grande riduzione di temperatura mai raggiunta da un singolo accordo”. L’accordo, ha detto David Doniger del Consiglio per la difesa delle risorse naturali, “equivale a fermare le emissioni di CO2 di tutto il mondo per oltre due anni”.