Carburanti fossili, eliminare sussidi non ridurrebbe emissioni CO2

Eliminare i sussidi ai carburanti fossili avrebbe solo un effetto limitato sulle emissioni di CO2 e sull’utilizzo delle rinnovabili. E’ quanto emerge da una nuova ricerca, secondo cui le maggiori riduzioni di emissioni si otterrebbero nei paesi esportatori di petrolio e gas dove il numero di poveri colpiti sarebbe minore e l’impatto dell’eliminazione potrebbe essere potenziato dagli attuali prezzi bassi del petrolio.




A livello mondiale i sussidi ai combustibili fossili ammontano a centinaia di miliardi di dollari, e si è ritenuto che la loro eliminazione potesse rappresentare un passo importante verso la mitigazione del cambiamento climatico. Ma l’analisi diretta da IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) con la collaborazione dei ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei, J. Emmerling, L. Berger e M. Tavoni e pubblicata nella rivista scientifica Nature , indica che non sarebbe la soluzione ottimale in cui tanti speravano. Eliminare i sussidi ai carburanti fossili ridurrebbe di poco la crescita delle emissioni globali di CO2, che entro il 2030 sarebbero solo dell’1-5% inferiori ai livelli previsti mantenendoli, indipendentemente dalle fluttuazioni dei prezzi del petrolio. Questo equivarrebbe a 0,5-2 gigatonnellate (Gt/anno) di CO2 entro il 2030, un quantitativo significativamente inferiore agli impegni volontari sottoscritti nell’ambito dell’accordo sul clima di Parigi, che ammontano a 4-8 Gt/anno e sono insufficienti , da soli, a limitare il riscaldamento a 2°C.
“Le ragioni dell’effetto limitato sono due,” afferma la ricercatrice IIASA Jessica Jewell, lead author dello studio. “Prima di tutto i sussidi si applicano generalmente solo a petrolio, gas ed energia elettrica. Questo significa che, in alcuni casi, togliendo i sussidi si favorisce l’utilizzo del carbone che produce più emissioni. Secondo, mentre i sussidi ammontano a notevoli somme di denaro, la quota per unità di energia non è abbastanza elevata da produrre un impatto importante sulla domanda globale di energia, che scenderebbe solo dell’1-7% con la loro eliminazione.” Inoltre, la ricerca evidenzia che togliere le sovvenzioni non favorirebbe in misura significativa l’uso dell’energia rinnovabile. Questo perché è generalmente meno costoso ridurre la domanda di energia che sostituire i combustibili sovvenzionati con le rinnovabili.
Nonostante l’effetto limitato sulle emissioni a livello globale, vi sarebbe una variabilità per area geografica. Gli effetti più importanti si sono evidenziati nelle zone che esportano petrolio e gas, come la Russia, l’America Latina, il Medio Oriente e il Nord Africa. In queste regioni le riduzioni di emissioni ottenute eliminando i sussidi sarebbero pari o superiori agli impegni sottoscritti dalle stesse per il clima.
I paesi in via di sviluppo non compresi tra i maggiori esportatori di petrolio e gas beneficerebbero molto meno dall’eliminazione dei sussidi. Alcuni dei modelli usati hanno addirittura indicato un innalzamento delle emissioni in alcune zone, come l’Africa e l’India, dovuto al passaggio da petrolio e gas non sovvenzionati al carbone.

L’eliminazione dei sussidi e i poveri
Le differenze tra zone geografiche evidenziano un aspetto molto importante dell’eliminazione dei sussidi che deve essere preso in considerazione: l’impatto sui poveri. Molti sussidi ai combustibili fossili sono nati per sostenere i redditi più bassi, e malgrado la maggior parte dei soldi finisca nelle tasche dei ricchi, più è povero il nucleo familiare e più dipende da queste sovvenzioni. La loro eliminazione avrebbe quindi un impatto maggiore sulla vita quotidiana.
Per esempio, i risultati della ricerca indicano che senza i sussidi molti poveri non potrebbero permettersi l’utilizzo di combustibili più avanzati e userebbero la legna o il carbone che sono nocivi alla salute ed emettono più gas serra.
Fortunatamente, la maggior parte dei poveri è concentrata nelle zone dove l’eliminazione dei sussidi avrebbe l’impatto minore sulle emissioni di CO2. Eliminare le sovvenzioni nelle regioni più ricche che esportano petrolio e gas porterebbe quindi a riduzioni significativamente maggiori di emissioni e avrebbe un impatto meno negativo sui poveri. Questo risultato è favorito dagli attuali prezzi bassi del petrolio.
“I governi dei paesi produttori di petrolio e gas sono già sotto pressione per ridurre le spese per i sussidi a fronte della riduzione delle entrate,” afferma Jewell. “Questa è un’opportunità politica unica per eliminare i sussidi nei paesi dove la loro cancellazione produrrebbe l’impatto maggiore sulle emissioni e l’impatto minore sui poveri.”
In sostanza, i risultati dimostrano che eliminare i sussidi ai combustibili fossili produrrebbe dei benefici , specialmente in alcune zone geografiche, ma è opportuno procedere con cautela. “Non stiamo dicendo: non eliminate i sussidi. Stiamo dicendo che bisogna tenere presente che la loro eliminazione potrebbe avere un impatto meno importante di quello sperato e colpire pesantemente la popolazione più povera,” afferma Keywan Riahi, co-autore dello studio e direttore del Programma Energia presso IIASA. “Ma delle politiche ben congegnate possono eliminare i sussidi senza colpire i poveri. In India, per esempio, si sta sperimentando l’eliminazione dei sussidi sul gas usato in cucina, riservando però degli sconti ai nuclei familiari più poveri.”

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