“Il biometano da FORSU rappresenta uno degli assi portanti del futuro dell’economia circolare: l’Italia è pronta a cogliere questa innovazione ed entro la fine del 2018 saranno 8 gli impianti consorziati CIC in grado di produrre biometano a partire dai rifiuti organici”. Così Massimo Centemero, direttore del Consorzio Italiano Compostatori, nel corso di Ecomondo, l’appuntamento di riferimento per la green e circular economy nell’area euro-mediterranea (Rimini Fiera, 6-9 novembre).
Tra il 2017 e il 2018 sono infatti entrati in funzione i primi impianti e nei prossimi mesi se ne aggiungeranno altri. A dare il via in Italia alla produzione di biometano esclusivamente dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana e all’immissione di biometano nella rete di trasporto nazionale, è stato l’impianto di Montello Spa a Bergamo che nel corso di Ecomondo è risultato tra le aziende innovative vincitrici del 10° Premio per lo Sviluppo Sostenibile.
“Il riconoscimento ricevuto sottolinea come l’impianto di Montello sia una realtà che ha avuto la lungimiranza di investire su questo biocarburante avanzato, una risorsa rinnovabile e naturale che si ottiene raffinando il biogas generato dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici”, sottolinea Alessandro Canovai, presidente del CIC. All’impianto di Montello si è unito a settembre 2018 quello della Calabra Maceri, che ha inaugurato il primo impianto di biometano del Centro-Sud Italia connesso alla rete nazionale del gas naturale per gli usi industriali, residenziali e per l’autotrazione. L’impianto SESA di Este (Padova) ha inoltre aperto a settembre il primo distributore di biometano proveniente dalla trasformazione del rifiuto organico. A Pinerolo (TO) il biometano prodotto dal Polo Ecologico Acea viene impiegato in via sperimentale sui veicoli aziendali per la raccolta i mezzi della raccolta dei rifiuti: se tutto il Biogas prodotto in un anno dal Polo Acea venisse trasformato in Biometano, si potrebbe alimentare una utilitaria per oltre 55 milioni di km.
A questi, nelle ultime settimane si sono aggiunti impianti a Sant’Agata Bolognese (BO) e Finale Emilia (MO). “Anche altri impianti, come quello di Asja Ambiente Italia Spa di Foligno che immetterà biometano in rete entro la fine del 2018, si stanno attrezzando per avviare la produzione”, anticipa Centemero. “Si tratta di investimenti che valgono milioni di euro e che rappresentano un esempio di eccellenza nell’economia circolare che parte dal rifiuto domestico e torna nelle case come energia o nei veicoli come carburante: un percorso che l’approvazione del decreto per la promozione dell’uso del biometano nel settore dei trasporti e le agevolazioni per le imprese a forte consumo di gas naturale, ci auguriamo diventi nei prossimi anni sempre più agevole e conveniente per le aziende”, conclude Massimo Centemero.
Gruppo Hera, il primo impianto di biometano di una multiutility – Quello inaugurato dal Gruppo Hera alle porte di Bologna a Sant’Agata Bolognese è il primo impianto per la produzione di biometano dai rifiuti organici realizzato da una multiutility. L’impianto, che sorge all’interno di sito di compostaggio già presente, è in grado di trattare, ogni anno, 100.000 tonnellate di rifiuti organici prodotti dalla raccolta differenziata, e altre 35.000 tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature. Risorse che consentiranno di ottenere 7,5 milioni di metri cubi di biometano e 20.000 mila tonnellate di compost, biofertilizzante da destinarsi principalmente all’agricoltura. Un ciclo virtuoso grazie al quale i rifiuti organici differenziati nelle case torneranno al servizio della comunità sotto forma di gas che, una volta immesso in rete, potrà alimentare anche il trasporto a metano pubblico e privato, aiutando quindi un settore sempre più esposto al tema delle emissioni di anidride carbonica.
A Finale Emilia l’impianto che produrrà 3 milioni di mq di biometano – A fine ottobre ha preso il via anche la nuova sezione a digestione anaerobica dell’impianto di Aimag a Finale Emilia che consente, dalla frazione organica dei rifiuti, di produrre biometano da immettere nella rete locale di distribuzione del gas. L’impianto tratterà 50.000 tonnellate di frazione organica e produrrà oltre 3 milioni di metri cubi di biometano e circa 17.000 tonnellate di compost per l’agricoltura biologica. Con questo impianto si riducono di oltre 5.000 tonnellate le emissioni da fonte fossile.