Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha reso noti gli ultimi dati relativi al mercato dell’auto in Italia. A dicembre sono state totalizzate 124.078 immatricolazioni, in aumento del 2% rispetto allo stesso mese del 2017.
I volumi immatricolati nell’intero 2018 ammontano, così, a 1.910.025 unità, il 3,1% (circa 60.000 vetture) in meno rispetto al 2017.
Il mercato per alimentazione – A dicembre risultano in crescita le immatricolazioni di autovetture a benzina, ibride ed elettriche, mentre risultano in calo quelle diesel, a Gpl e a metano. Le autovetture ad alimentazione alternativa rappresentano il 12,1% del mercato di dicembre e il 13,3% nel totale 2018, in calo del 4,8% nel mese e in crescita del 10% nel
2018.
Autovetture diesel e benzina – Continuano a calare, -17% nel mese di dicembre, con una quota del 45,9%. Nel 2018, il calo delle autovetture diesel si attesta a -12% e la quota di mercato è del 51,2%. In crescita, invece, le immatricolazioni di auto a benzina, che nel mese registrano un aumento del 41% e nell’anno dell’8%. La quota di mercato ha raggiunto il 42% nel mese e il 35,5% nell’anno.
GPL e metano – Le autovetture Gpl risultano in calo, sia per quanto riguarda dicembre (-4%), sia nel totale 2018 (-3,5%), con una quota di mercato del 6,1% nel mese e del 6,5% nell’anno. Le autovetture a metano subiscono, a dicembre, un pesante ridimensionamento (-50%), mantenendo, però, una variazione positiva, nel 2018, del 14%. La quota di mercato delle autovetture a metano è dell’1,1% a dicembre e del 2% nel 2018.
Elettriche e ibride – Continua la crescita sostenuta delle auto a zero emissioni: le immatricolazioni di vetture elettriche crescono dell’88% a dicembre, con un mercato di circa 370 unità, e del 147% nell’anno, sfiorando quota 5.000 unità. La quota di mercato di queste autovetture è dello 0,3%, sia a dicembre che nel 2018.
Infine, le autovetture ibride (incluse le plug-in) vedono il proprio mercato aumentare del 16,5% a dicembre e del 30,5% nel 2018. La quota di mercato delle auto ibride, a dicembre, è del 4,6% e nel 2018 è del 4,5%.
Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – “La crescita mediamente contenuta di dicembre e il calo della chiusura d’anno (su cui
hanno pesato le flessioni di settembre, ottobre e novembre) sono dovuti in buona parte alle conseguenze dell’entrata in vigore, dal 1° settembre scorso, dei nuovi standard sulla misurazione delle emissioni e, quindi, dell’obbligo di immatricolare esclusivamente vetture dotate di un propulsore Euro 6C e 6D temp. La crescita delle immatricolazioni a luglio e ad agosto al di sopra della media ha portato ad un effetto di compensazione nel mese successivo, mentre nell’ultimo trimestre dell’anno la situazione, seppur con qualche strascico negativo, ha incominciato a normalizzarsi. Il 2018, in generale, ha visto un andamento altalenante del mercato: 7 mesi su 12 hanno chiuso con il segno meno. Nella prima parte dell’anno i fattori che più hanno inciso su questo trend sono stati dapprima l’instabilità politica e il clima pre-elettorale e poi la progressiva contrazione delle vendite di auto diesel, sulla scia di quanto accaduto negli altri maggiori mercati europei. Nell’ultima parte dell’anno, oltre a quanto già spiegato, hanno influito negativamente anche il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, l’ESI (Economic Sentiment Indicator) in calo e le tensioni politiche legate alla manovra finanziaria.
Le previsioni – “Difficile fare previsioni per l’anno appena iniziato – prosegue Scudieri -, che si apre all’insegna della preoccupazione per le ripercussioni negative del bonus-malus – in quanto ad essere colpite non saranno solo le autovetture di lusso e di grossa cilindrata, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato – per il clima di incertezza economica, nonché per un contesto produttivo piuttosto critico (l’indice della produzione dell’industria automotive risulta in calo dallo scorso luglio e gli ordinativi da agosto). Un passo importante per la transizione verso una mobilità ad impatto zero è invece stato fatto con lo stanziamento a supporto delle infrastrutture di ricarica previsto dalla stessa Legge di Bilancio.
Pedaggi autostradali – Anfia ha anche ricordato che, a differenza degli anni precedenti, non sono scattati i tradizionali adeguamenti tariffari dei pedaggi autostradali di inizio anno, almeno sul 90% delle autostrade italiane, pur restando un fattore di incertezza per le società con le quali non è stato raggiunto un accordo. La sospensione degli adeguamenti tariffari risulta prevista per un periodo di almeno sei mesi.