In occasione della missione imprenditoriale turca in Emilia-Romagna (dal 4 al 7 giungo 2013) volta ad incrementare la collaborazione internazionale tra l’industria sementiera, il Segretario Generale di Assosementi, Associazione italiana industria sementiera, ha risposto ad alcune domande sul tema.
Che tipo di collaborazione è già in essere tra l’industria sementiera italiana e il mercato Turco delle sementi?
La Turchia è un paese con un’economia ancora fortemente agricola e una superficie coltivabile di circa 20 milioni di ettari, quattro volte quella italiana.
Il clima è largamente mediterraneo e le colture agrarie principali sono analoghe alle nostre: frumento, patate, mais, riso e girasole. Sul fronte delle orticole è in forte sviluppo la coltivazione ed anche la trasformazione industriale del pomodoro. Molte aziende sementiere italiane sono già presenti da tempo sul mercato turco, sia con rapporti di tipo commerciale per la fornitura di sementi, che con accordi di diffusione di varietà di costituzione genetica italiana.
Che genere di sviluppo auspicate?
Le aziende sementiere, ognuna per la propria specializzazione, puntano ad espandere le relazioni e gli scambi commerciali. Come già sottolineato, la Turchia è un “gigante agricolo” dalle grandi potenzialità di sviluppo con un clima che consente a moltissimi materiali derivanti da programmi di breeding italiani di adattarsi perfettamente.
Come Associazione invece, il nostro principale obiettivo è comprendere meglio i meccanismi che regolano l’importazione di sementi in Turchia, le procedure per iscrivere le nuove varietà sul catalogo turco, prima della commercializzazione, il regime di proprietà intellettuale esistente per la protezione delle varietà, per permettere alle nostre associate di muoversi con maggiore consapevolezza..
Come valuta la missione della delegazione Turca a Bologna?
La visita della delegazione turca di TSUAB è molto importante, a conferma del ruolo strategico dell’industria sementiera italiana, con la propria capacità professionale a produrre sementi di qualità e con il patrimonio varietale e la ricerca esistenti, all’interno del bacino del Mediterraneo.
Ovviamente la Turchia, un paese con un’economia in forte crescita ed un reddito interno triplicato negli ultimi dieci anni, è interessata all’Italia anche per vedere come siamo organizzati ed a livello di moltiplicazione di sementi, in particolare per orticole, bietola da zucchero e riso, siamo certamente ai vertici mondiali.
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