In Sardegna ben 306 comuni (l’81% del totale) hanno porzioni del proprio territorio ad elevato rischio idrogeologico per frane ed alluvioni. E’ quanto rileva la Coldiretti in riferimento ai drammatici effetti provocati nell’isola dalla violenta ondata di maltempo che ha provocato vittime e gravissimi danni. Una situazione rappresentativa dell’intera situazione nazionale dove si moltiplicano gli eventi estremi e catastrofici per effetto dei cambiamenti climatici tanto che – sottolinea la Coldiretti – sono ben 6.633 i comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, l’82% del totale.
A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che sono praticamente dimezzati gli agricoltori nelle aree marginali che se ne prendono cura negli ultimi 30 anni, durante i quali in Italia 3 milioni di ettari di terreno coltivato, pari alla superficie della regione Sicilia e Val d’Aosta assieme, sono stati abbandonati in montagna e collina o cementificati in pianura. Piu’ di un milione di agricoltori – conclude Coldiretti – è stato costretto ad abbandonare le campagne nell’ultimo trentennio per la mancanza di concrete opportunità economiche e sociali sulle quali occorre prioritariamente intervenire se si vuole realizzare una reale opera di prevenzione in una situazione in cui si aggrava la crisi economica.