Mercato elettrico, Marangoni (Althesys): riforma Ue non risolutiva

La transizione energetica e la crisi provocata dal conflitto in Ucraina richiedono un nuovo disegno del mercato elettrico. L’analisi e le possibili ripercussioni della proposta di revisione, presentata dalla Commissione UE la scorsa settimana, sono stati al centro dell’intervento di Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, nel corso dell’incontro “Mercato elettrico, la riforma è alle porte? Sicurezza, economicità e decarbonizzazione per un nuovo market design”, organizzato nell’ambito di K.EY, dal 22 al 24 marzo alla Fiera di Rimini.

All’incontro sono intervenuti: Agostino Re Rebaudengo, Elettricità Futura, Maurizio Delfanti, RSE, Marco Peruzzi, Edison, Alfredo Camponeschi, Enel, Roberto Pasqua, EDP Renewables, Michele Pizzolato Plenitude, Luca Prosdocimi, Renantis, Massimo Ricci, Arera e Fabio Zanellini, ANIE.

Dopo la crisi energetica del 2021-22, è stato sottolineato, era necessario intervenire per limitare l’impatto che i prezzi elevati dei combustibili fossili hanno avuto e tuttora hanno sulle bollette dei consumatori e sulla necessità di aumentare significativamente gli investimenti nelle rinnovabili. Per fare questo sono stati affrontati i nodi principali: Mercato a Pronti, Power Purchase Agreement (PPA), Contratti per differenza (CfD), Mercati a termine e accelerazione dello sviluppo delle FER.

Tra i punti chiave della proposta UE c’è la conferma del meccanismo di system marginal pricing, con una serie di variazioni che saranno introdotte dal 2028. “È sicuramente uno strumento che aveva funzionato bene – rileva l’economista – ma l’attuale configurazione di mercato non è in grado di assicurare un prezzo dell’energia elettrica in linea con i costi più bassi delle rinnovabili e di fornire i segnali necessari per gli investimenti in nuova capacità per la sicurezza degli approvvigionamenti e per la decarbonizzazione”.

Lo strumento dei PPA

Per i PPA è stata prevista la possibilità di ridurre i rischi finanziari attraverso garanzie pubbliche. “I PPA – ha detto Marangoni – sono uno strumento chiave per lo sviluppo delle rinnovabili nonostante le difficoltà di incontro tra domanda e offerta e quelle di previsione del fabbisogno energetico nel lungo periodo. Per questo è necessario favorire l’aggregazione della domanda e una standardizzazione dei contratti”.

Contratti per differenza

Sono previsti per lo sviluppo di nuova capacità con CfD a due vie per eolico, solare, geotermico, idroelettrico e nucleare. “I contratti per differenza sono efficienti se disaccoppiati dalla decisione di dispacciamento e addirittura distorsivi in caso contrario – osserva Marangoni -. I possibili rischi sono legati alla riduzione della liquidità nei mercati a termine e all’effetto negativo su investimenti nelle tecnologie flessibili”.

Mercato a termine

I mercati a termine sono, in linea di principio, gli strumenti più efficienti per promuovere lo sviluppo delle rinnovabili, ma incontrano diverse barriere: asimmetrie nella disponibilità a coprirsi dal rischio tra domanda e offerta, scarsa trasparenza del mercato, disallineamento domanda-offerta nelle zone, requisiti di garanzia per operare nel mercato, difficoltà a individuare il corretto livello di prezzo. “Bisogna aumentare la liquidità di questi mercati – spiega ancora Marangoni – sviluppando strumenti di copertura per la gestione dei profili di produzione e accelerando l’introduzione di tecnologie per la gestione della rete come gli accumuli”.

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