La Società Consortile dell’Emilia-Romagna ART-ER, la Società multiservizi IREN e Volkswagen Italia hanno presentato oggi a Reggio Emilia un accordo di collaborazione stipulato nell’ambito del progetto Biomether. Si tratta di una sperimentazione che coinvolge tre Polo TGI: due di queste verranno alimentate con biometano prodotto dall’impianto IREN di Roncocesi (RE), l’altra con comune metano fossile.
Verifiche periodiche condotte dai tecnici dell’ENEA monitoreranno emissioni, consumi ed effetti dei due carburanti sulla meccanica delle vetture. Obiettivo, dimostrare la sostenibilità del biometano come alimentazione a basse emissioni e con ridotto impatto sulla qualità dell’aria.
Le motivazioni
Nella fase di transizione verso la mobilità a zero emissioni totali, spiega Volkswagen, coesisteranno sempre di più diverse tipologie di trazione; il metano può giocare un ruolo chiave grazie al suo elevato potere energetico e alla possibilità di essere generato da processi che rispettano l’ambiente. Uno dei maggiori vantaggi delle vetture a metano, infatti, consiste nella possibilità di alimentarle non solo con gas fossile, bensì anche con carburanti alternativi, quali ad esempio il biometano ottenuto da fonti rinnovabili.
Il biometano
Se si effettua il rifornimento esclusivamente con questo carburante, sottolinea Volkswagen, le auto producono circa l’80% di CO2 in meno rispetto a quelle alimentate a benzina.
Il progetto Biomether
Cofinanziato da Unione Europea e Regione Emilia-Romagna, ha dato avvio alla filiera del biometano in Emilia-Romagna attraverso due impianti dimostrativi, da biogas di discarica e da fanghi di depurazione. Per analizzare l’impatto dell’utilizzo diretto del biometano come combustibile per auto, Volkswagen Italia ha messo tre Polo TGI a disposizione di Biomether. Due di queste verranno alimentate esclusivamente con il biometano prodotto dall’impianto da fanghi di depurazione gestito dal Gruppo IREN a Roncocesi (RE), mentre la terza, alimentata con il metano fossile erogato dai comuni distributori commerciali accessibili al pubblico, servirà a titolo comparativo. Le tre Volkswagen Polo TGI saranno monitorate dall’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA.
Questa verificherà le emissioni (CO, CO2, idrocarburi totali, NOX), i consumi e le condizioni del motore con appositi test a banco. Sono previsti tre momenti di prova: il primo all’avvio della sperimentazione, il secondo dopo circa 15.000 km percorsi e quello finale al raggiungimento dei 30.000 km. I risultati permetteranno di verificare la sostenibilità del biometano nel trasporto come soluzione per una mobilità a basse emissioni di carbonio e con ridotto impatto sulla qualità dell’aria.
La Polo TGI e le altre Volkswagen a metano
Le Polo TGI protagoniste della sperimentazione sono mosse da un 1.0 tre cilindri che sviluppa 90 CV ed eroga la sua coppia massima di 160 Nm già a 1.800 giri e fino a 3.800 giri. La Polo TGI accelera da 0 a 100 km/h in 11,9 secondi e raggiunge la velocità massima di 183 km/h. Nel ciclo WLTP, i consumi sono pari a 3,9-4,0 kg/100 km di metano, equivalenti a 105-109 g/km di CO2.
La gamma a metano della marca Volkswagen include altri due modelli: la eco up! 1.0 68 CV e la Golf 1.5 TGI 130 CV.
I vantaggi del metano
Un’automobile alimentata a gas metano fossile emette circa il 25% in meno di CO2 rispetto a una a benzina, in ragione della bassa componente di carbonio nel gas naturale e della sua maggiore capacità energetica. Inoltre, la combustione del metano produce meno monossido di carbonio (CO) e ossidi di azoto (NOX), oltre a quantità minime di particolato.
Bollo ridotto e niente blocchi del traffico
La normativa italiana classifica i modelli Volkswagen a metano come veicoli cosiddetti “monovalenti”. Questa omologazione comporta agevolazioni fiscali quali l’esenzione parziale (75%) o totale dalla tassa automobilistica. Inoltre, le normative locali escludono nella maggior parte dei casi le auto alimentate a gas metano dai blocchi del traffico.