Amianto. Cassazione conferma condanna di Rete Ferroviaria Italiana per il decesso di un dipendente

Il difensore della vittima e presidente ONA, Avv. Bonanni: “è strage di ferrovieri, 619 vittime accertate e migliaia di morti per le altre patologie asbesto correlate”.

La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, Presidente Di Cerbo, relatore Dott.ssa Ciriello, conferma la sentenza della Corte di Appello di Roma che ha condannato RFI – Rete Ferroviaria Italiana S.P.A. – al risarcimento dei danni per il decesso di F.A. avvenuto per mesotelioma, la cui origine era legata all’esposizione professionale a polveri e fibre di amianto non cautelata.

Nel corso del procedimento, spiega una nota dell’Osservatorio Nazionale Amianto, era stata negata la presenza di amianto e la riconducibilità causale del mesotelioma che a suo tempo aveva procurato la morte del lavoratore. Nel 2014 a seguito della condanna della Corte di Appello al pagamento del risarcimento in favore dei famigliari del defunto la società aveva impugnato la decisione presso la Corte di Cassazione sostenendo che la sentenza sarebbe stata illegittima per violazione di legge.

“Una lunga vicenda umana e processuale cui finalmente ha messo fine la Corte di Cassazione confermando la condanna della Corte di Appello” dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e difensore dei famigliari della vittima.

Per l’Osservatorio ci troviamo di fronte a un quadro per nulla rassicurante, se si fa riferimento ai dati emersi relativi alla presenza di amianto nel comparto ferroviario (rotabili ferroviari e installazioni/massicciate ferroviarie) che ha determinato un’altissima incidenza di casi di mesotelioma.

“Fino al 2015 sono stati censiti 619 decessi dei lavoratori, cui vanno aggiunti altri 116 tra coloro che hanno abitato nei dintorni delle stazioni ferroviarie e delle altre installazioni ferroviarie, per un totale di 735 vittime. Il tutto al netto dei casi di mesotelioma che sono stati registrati tra coloro che hanno lavorato nelle ditte esterne e/o che si sono occupate della costruzione e/o della scoibentazione e/o della manutenzione delle carrozze ferroviarie, tra cui Stanga, Isochimica di Avellino, etc.. E poiché i mesoteliomi sono solo la punta dell’iceberg, con riferimento alle altre patologie asbesto correlate (tumore del polmone, della laringe, della faringe, delle ovaie, l’asbestosi, in ordine a quelle per cui vi è unanime consenso scientifico), l’impatto complessivo sulla salute umana dei dipendenti delle Ferrovie dello Stato e di coloro che hanno abitato nei dintorni delle stazioni ferroviarie può essere stimato in circa 3000 decessi (per difetto), rispetto alla reale portata dell’epidemia in corso. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha da tempo avviato una campagna di rilevazione con riferimento all’impatto dell’amianto sulla salute umana e di tutela delle vittime dell’amianto per l’utilizzo della fibra killer nel comparto ferroviario con uno sportello che può essere raggiunto telematicamente all’indirizzo: https://www.osservatorioamianto.com/sportello-nazionale-amianto/.”

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