Clima al centro del dibattito pubblico anche grazie a Greta Thunberg, la ragazza svedese che nel 2018, a soli 15 anni, ha dato vita a una protesta per il clima davanti al Parlamento a Stoccolma. Un venerdì dopo l’altro, la giovane si si è recata nello stesso posto, si è seduta a terra e ha chiesto senza stancarsi il rispetto di quanto sancito dall’Accordo di Parigi.
Il passa parola ha fatto il resto e oggi la rete a lei ispirata si è diffusa in tutto il mondo, culminando nella manifestazione di oggi, venerdì 15 marzo, con il Global Climate Strike For Future: migliaia di ragazzi di decine di Paesi hanno protestato (e scioperato) per chiedere che venga riconosciuta l’emergenza clima globale, per assicurare un futuro a loro e alle generazioni che verranno. 1693 le iniziative organizzate in altrettante località, delle quali 182 italiane.
Il discorso di Greta Thunberg alla COP24 di Katowice, Polonia:
Moltissimi amministratori locali in tutt’Italia si sono uniti agli studenti che sono scesi in piazza per chiedere alla politica di garantire loro un futuro e adottare gli adeguati provvedimenti contro i cambiamenti climatici.All’evento hanno dato il loro appoggio anche numerosissime organizzazioni.
Il CREA, l’ente di ricerca sull’agroalimentare vigilato dal Mipaaft, con i suoi 12 Centri di Ricerca ha presentato parte del lavoro in corso per prevenire, mitigare e contrastare gli effetti del cambiamento climatico in agricoltura, nell’alimentazione e nell’ambiente.
I giovani agricoltori della Coldiretti hanno partecipato in piazza Venezia a Roma, guidati dal leader nazionale Veronica Barbati, al Global Strike for Future Su cartelli e striscioni le scritte “Save the planet, buy local”, “Noi agricoltori custodi del pianeta”, “No farmers no party”.
Sempre a Roma, l’urban artist romano Matteo Brogi, da anni attivo nel movimento artistico e culturale underground della Capitale, realizza un graffito in zona San Lorenzo – Via dei Sabelli angolo Via dei Sardi – con la pittura Airlite, che purifica l’aria e riduce l’inquinamento. L’opera è ispirata alla campagna globale sulla giustizia ambientale di Ben & Jerry’s e rappresenta l’iconica immagine del cono di gelato che si scioglie.
Per Edo Ronchi, ex ministro dell’ambiente e presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, “bene la mobilitazione, ma l’Italia non fa la sua parte”. “Per essere in traiettoria con l’Accordo di Parigi -osserva Ronchi- nel prossimo trentennio l’Italia dovrebbe tagliare, in media ogni anno, le proprie emissioni di gas serra di circa 13 MtCO2eq: un tasso di riduzione dal quale siamo stati ben lontani negli ultimi 4 anni, anche se inferiore a quello registrato nel decennio 2005-2014. Per stare in questa traiettoria l’Italia dovrebbe produrre ogni anno circa 1,5 Mtep di energia da fonte rinnovabile in più e ridurre i consumi energetici finali di altrettanto, mentre negli ultimi 4 anni la crescita delle rinnovabili è stata di circa 0,5 Mtep, un terzo del necessario e i consumi di energia sono addirittura aumentati”.
Per Ronchi, misure come quelle necessarie per fare la nostra parte sono fattibili , ma impegnative . “Possono diventare una straordinaria occasione- conclude- di nuovo sviluppo e nuova occupazione, ma sono urgenti. Dovevano essere già state varate, non possono aspettare futuri piani al 2030 e al 2050”.