Sottoscritto il 14 dicembre a Roma, presso la sede del Ministero dell’Ambiente, dal Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e dal Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa un accordo per migliorare la qualità dell’aria e contrastare l’inquinamento atmosferico.
Il Protocollo segue quello già sottoscritto con la Regione Lazio lo scorso novembre e a cui seguiranno accordi con altre Regioni; nasce infatti dalla procedura d’infrazione all’Italia per i livelli costantemente elevati di particolato PM10. In Umbria l’area critica è la Conca Ternana.
“Questo protocollo è un atto micro-regionale che però ha una valenza nazionale ed europea – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa –, perché dimostra che l’ambiente è al centro dell’azione di Governo, e che le istituzioni desiderano parlarsi in modo concreto, avendo al centro delle proprie azioni l’obiettivo di tutelare il territorio e i cittadini. E’ un atto – ha proseguito il Ministro – che ci consente di andare in Europa dimostrando ciò che concretamente stiamo facendo per il miglioramento della qualità dell’aria”.
“La firma di oggi – ha dichiarato il presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini – consente al nostro territorio di proseguire convintamente nell’attuazione del piano qualità dell’aria, intervenendo in un’area particolarmente sensibile, qual è quella della Conca Ternana. Lavoreremo soprattutto sulla prevenzione, con risorse assegnate e interventi puntuali, in particolare nel settore della mobilità”.
Con l’accordo sottoscritto, Regione e Ministero individuano una serie di interventi comuni nel quadro di un’azione coordinata e congiunta, nei settori maggiormente responsabili di emissioni inquinanti.
Interventi che riguardano, in particolare, la limitazione della circolazione nella ‘Zona di Salvaguardia’ della Conca Ternana, dal 1° novembre al 31 marzo di ogni anno dalle ore 8,30 alle 12,30 e dalle ore 15,30 alle ore 19,30.
In particolare, la Regione Umbria si impegna ad attuare:
1. dal 1 gennaio 2019 al 31 marzo 2019, il divieto di circolazione, per almeno tre giorni alla settimana, di:
veicoli per trasporto persone categoria M1 e M2 e veicoli per trasporto merci di categoria N1, N2 ad alimentazione diesel o benzina di categoria inferiore o uguale ad “Euro 3”; veicoli per trasporto merci di categoria N3 ad alimentazione diesel di categoria inferiore o uguale ad “Euro 2”; motoveicoli e ciclomotori di categoria inferiore o uguale ad “Euro 1”;
2. dal 1° novembre 2019 al 31 marzo 2020, il divieto di circolazione, per almeno quattro giorni alla settimana, di:
veicoli per trasporto persone categoria M1 e M2 e veicoli per trasporto merci di categoria N1, N2 ad alimentazione benzina di categoria inferiore o uguale ad “Euro 3” e diesel di categoria inferiore o uguale ad “Euro 4”; veicoli per trasporto merci di categoria N3 ad alimentazione diesel di categoria inferiore o uguale ad “Euro 2”; motoveicoli e ciclomotori di categoria inferiore o uguale ad “Euro 1”;
3. dal 1° novembre 2020 al 31 marzo 2021, e negli anni a seguire in analogo periodo, divieto di circolazione per almeno cinque giorni alla settimana di:
veicoli per trasporto persone categoria M1 e M2 e veicoli per trasporto merci di categoria N1, N2 ad alimentazione diesel o benzina di categoria inferiore o uguale ad “Euro 4”; veicoli per trasporto merci di categoria N3 ad alimentazione diesel di categoria inferiore o uguale ad “Euro 3”; motoveicoli e ciclomotori di categoria inferiore o uguale ad “Euro 2”.
Al perdurare delle condizioni di mancato rispetto dei limiti di concentrazione del PM10, a partire dall’anno 2023, sarà inoltre possibile valutare l’estensione del divieto di circolazione per almeno cinque giorni alla settimana nel periodo che va dal 1° novembre al 31 marzo dell’anno successivo.
Fermo restando l’obiettivo generale della riduzione del numero complessivo dei veicoli circolanti da perseguire nel medio periodo, la Regione Umbria si impegna inoltre:
a promuovere a livello della “Zona di Salvaguardia”, la sostituzione di una o più tipologie di veicoli con veicoli a basso impatto ambientale quali i veicoli elettrici, ibridi elettrico-benzina, a metano o a gpl esclusivi e bifuel a benzina-metano o benzina-gpl;
a potenziare, nella Zona IT1008 (Conca Ternana), la rete delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici;
ad attuare il programma di realizzazione di infrastrutture per la mobilità ciclopedonale e promuovere l’adozione di forme di incentivazione all’uso del trasporto pubblico locale nonché a inserire, nel Piano regionale per la qualità dell’aria, divieti da adottare nell’Area Critica della Conca Ternana relativi a generatori di calore alimentati a biomassa per il riscaldamento domestico.
a introdurre l’obbligo di utilizzare, nell’Area Critica della Conca Ternana, nei generatori di calore a pellet di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW, pellet certificato conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2 da parte di un Organismo di certificazione accreditato.
La Regione si impegna inoltre ad attivare, in accordo con i Comuni della Zona, sportelli per l’informazione e la facilitazione dell’accesso dei cittadini ai benefici previsti per la sostituzione di camini e stufe tradizionali a biomassa con sistemi ad alta efficienza, la riqualificazione energetica degli edifici ed iniziative simili; a promuovere iniziative pubbliche per illustrare i benefici di legge (Ecobonus, Conto termico 2.0, Sismabonus, ecc.), coinvolgendo tutti gli attori interessati con la finalità di ridurre le emissioni dovute al riscaldamento domestico; a realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazione sui comportamenti a minor impatto sulla qualità dell’aria.
La Regione Umbria si impegna inoltre ad assicurare la predisposizione e pubblicazione di:
studi di caratterizzazione delle polveri fini nella Conca Ternana, per analizzare l’origine delle sostanze inquinanti;
indagini epidemiologiche per valutare gli effetti sulla salute della popolazione dovuti all’esposizione agli inquinanti atmosferici;
studi per l’ottimizzazione delle misure contenute nell’accordo
ad adottare provvedimenti di divieto della combustione all’aperto del materiale vegetale
inserire, nel Piano regionale per la qualità dell’aria, il divieto di installazione nell’Area Critica della Conca Ternana di nuovi impianti di combustione per la produzione di energia elettrica e l’introduzione di vincoli per l’installazione e l’esercizio di impianti di combustione di potenza termica nominale superiore a 500 kW;
realizzare studi di fattibilità per la realizzazione di sistemi di teleriscaldamento con particolare riferimento all’utilizzo dei cascami termici prodotti dal comparto industriale;
inserire, nel Piano regionale per la qualità dell’aria, misure per il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici sia pubblici che privati, con iniziative a sostegno della riqualificazione energetica degli edifici esistenti.
Nell’Ambito del Protocollo, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare si impegna a contribuire, con risorse fino a un massimo di 4 milioni di euro.
Fermo restando l’obiettivo generale della riduzione del numero complessivo dei veicoli circolanti da perseguire nel medio periodo, Il Ministero si impegna inoltre:
ad attivare le opportune procedure di concertazione con il Ministero dell’economia e delle finanze per individuare le risorse necessarie a finanziare la sostituzione dei veicoli oggetto dei divieti;
a promuovere le opportune iniziative per accelerare, nel breve periodo, la progressiva diffusione di veicoli a basse e/o nulle emissioni;
a promuovere presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una proposta di modifica del decreto legislativo 285/1992, finalizzata ad includere gli aspetti relativi alla tutela dell’ambiente nelle procedure di determinazione dei limiti di velocità;
ad attivare le opportune procedure di concertazione con il Ministero dello sviluppo economico al fine di aggiornare il decreto ministeriale 16 febbraio 2016, in materia di “conto termico”.
Al fine di svolgere una funzione di monitoraggio e indirizzo nel merito dell’attuazione del presente accordo, è inoltre istituito presso il Ministero dell’Ambiente un tavolo di coordinamento composto da rappresentanti di ciascuna Parte, nonché dai rappresentanti dei Comuni interessati. Il Tavolo, che si riunisce almeno una volta ogni sei mesi o su richiesta delle Parti, verifica l’esecuzione degli impegni previsti e formula proposte relative all’integrazione o estensione dell’accordo.