Nel 2017 sono state immatricolate complessivamente a 1.970.497 unità, il 7,9% in più rispetto al 2016. A dicembre le immatricolazioni erano state 121.100, con un calo del 3,2% rispetto allo stesso mese del 2016.
Analizzando le immatricolazioni per alimentazione, a dicembre tutte le alimentazioni risultano in calo, eccetto il Gpl e le vetture ibride, mentre nell’intero 2017 l’unica categoria con il segno negativo è quella delle vetture a metano.
A dicembre 2017, il mix delle alimentazioni è il seguente: auto a benzina con il 30,5% del mercato, auto diesel con il 56,5%, auto ibride a 4,1% di quota, auto a GPL a 6,5% e auto a metano a 2,3%. Nel 2017, ogni 100 nuove vetture immatricolate, 12 hanno alimentazione alternativa (contro le 10 del 2016) e ogni 10.000 nuove auto immatricolate, 10 sono elettriche (7,5 nel 2016).
Commenta Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA: “Nell’anno da poco concluso è proseguito il trend di graduale crescita avviato nel 2014 dopo sei anni consecutivi in flessione e i volumi raggiunti hanno superato la simbolica soglia di 1,9 milioni di unità, confermando l’Italia come quarto mercato dell’UE dopo Germania, Regno Unito e Francia. Questo risultato è stato possibile anche grazie alle campagne promozionali delle Case auto e delle reti di vendita, essendo la domanda di auto nuove ancora piuttosto debole. In assenza di misure a sostegno della sostituzione delle vetture più vecchie in circolazione, infatti, ci si aspetta un 2018 in linea con il 2017. C’è una fascia di mercato che è indispensabile sollecitare per scongiurare l’attuale contraddizione tra un parco circolante ancora anziano e gli sforzi dei Costruttori al fine di adeguarsi agli standard, sempre più stringenti, di riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli di nuova produzione – si pensi alla recente proposta della Commissione europea per i target post 2021. Un contributo positivo – conclude Nervo – potrebbe derivare anche dal contenimento della fiscalità di settore – ricordiamo, a titolo di esempio, che sono nuovamente scattati gli adeguamenti tariffari dei pedaggi autostradali, con un aumento medio attorno al 2,7%”.