Altroconsumo ha messo alla prova tre auto del Gruppo Volkswagen vendute in tutta Europa in laboratori accreditati per verificare in modo rigoroso che gli interventi promessi dalla casa automobilistica attraverso autofficine autorizzate riportassero i livelli di emissioni di NOx in linea con quelli indicati nel libretto. In tutti e tre i casi, sostiene l’associazione, dopo l’intervento di aggiornamento del software nei motori, così come previsto da VW, si è registrato un aumento significativo delle emissioni di NOx misurate nel ciclo NEDC (l’attuale ciclo di l’omologazione).
Fra prima e dopo la rimozione del software eseguita in officina Volkswagen, +13,2% per l’Audi Q5, + 6,2% per la VW Polo e + 23,2% per la VW Golf.
“Le promesse di VW sono state smentite: i valori di emissioni registrati dalle prove di Altroconsumo e delle organizzazioni europee che hanno partecipato al test (Test-Achats in Belgio, Ocu in Spagna e DecoProteste in Portogallo) superano significativamente quelli dichiarati sulla carta di circolazione. Invece la casa automobilistica conferma il valore delle emissioni di NOx (in g / km) riportato nei libretti di circolazione delle auto, dichiarando nel certificato rilasciato agli automobilisti dopo l’aggiornamento del software “… dopo l’intervento … tutti i valori rilevati in sede di omologazione rimangono invariati.”
Sulla base dei diversi risultati del test, Altroconsumo ha dedotto quali sarebbero state le emissioni di NOx nel ciclo omologativo senza il software di manipolazione. I dati stimati sono ben al di là non solo del limite Euro 5 ma anche Euro 4: 268 mg / km per l’Audi Q5 2.0, 285 mg / km per la Polo e 274 mg/km per la Golf. Senza l’uso di software di manipolazione, i veicoli quindi non avrebbero superato le prove di omologazione per l’Euro 5 (180 mg/km).
Le tre auto coprono tutti i motori coinvolti nella vicenda Dieselgate (1.2, 1.6, 2.0) e sono modelli rappresentativi del Gruppo VW: AUDI Q5 2.0 TDI 110 kW, VOLKSWAGEN Polo TDI 1.2 55kW e VOLKSWAGEN Golf TDI 1.6 77kW.
“In Europa non solo i consumatori sono stati gabbati da VW per aver acquistato un’auto dalle caratteristiche diverse, peggiorative, rispetto a quelle dichiarate dalla casa automobilistica – pratica commerciale scorretta che i vertici VW hanno riconosciuto pubblicamente e per la quale hanno rimborsato gli automobilisti negli USA con una cifra dai 5mila sino a 10mila$. A oggi ciò che dichiara e promette Volkswagen in Europa è che rimuovendo il dispositivo in autofficina il problema si risolva. Non è cosi, come dimostra Altroconsumo: a menzogna si aggiunge menzogna. Le class action in atto in Italia e negli altri Paesi sono una battaglia perché i diritti non siano calpestati così impunemente.”
Continua inoltre la campagna #PretendiGiustizia per la vicenda #dieselgate lanciata la scorsa settimana da Altroconsumo in Italia, Test-Achats in Belgio, Ocu in Spagna e DecoProteste in Portogallo. Il Parlamento europeo ha accolto le richieste delle organizzazioni di consumatori, votando la scorsa settimana a favore dei rimborsi.