La Commissione europea ha comunicato nei giorni scorsi di avere ammonito Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito in quanto non avrebbero affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2), che, sottolinea la Commissione in una nota, costituisce un grave rischio per la salute e proviene per la maggior parte dal traffico stradale. Se gli Stati coinvolti non prenderanno subito misure adatte, la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’UE.
Per Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, “Governo, Regioni e comuni hanno già scelto di lavorare insieme per la qualità dell’aria e di farlo programmando misure finalmente strutturali, uscendo dalla logica delle risposte emergenziali. E’ chiaro a tutti che il problema dello smog non si risolva da un giorno all’altro: è il motivo per cui non può sorprendere l’apertura della seconda fase dell’infrazione, rispetto alla quale siamo del resto in buona compagnia in Europa. Siamo convinti che la Commissione riconoscerà il nostro cambio di marcia”.
“Dalle misure previste nel protocollo per la qualità dell’aria di fine 2015 – spiega il ministro Galletti – sono stati fatti notevoli passi in avanti per mettere in condizione le Regioni, che sono responsabili degli interventi, di operare con la massima rapidità: abbiamo reso disponibili 11 milioni per quei comuni che hanno attuato nei periodi di maggiore concentrazione di smog una serie di misure anti-inquinamento, cosi come sono in fase di valutazione i progetti presentati sul bando da 35 milioni per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Stiamo andando avanti pure sui 50 milioni per la realizzazione di infrastrutture tra cui le colonnine di ricarica elettrica, sull’acquisto nazionale centralizzato di mezzi pubblici ecologici e su tutto il fronte dell’efficienza energetica,una delle chiavi per risolvere il problema smog alla radice: tra questi i 250 milioni per le scuole, i 70 per gli edifici della Pa centrale, il fondo di efficienza energetica nazionale e ovviamente l’ecobonus esteso fino al 2021 e allargato ai condomini”.
“Nel bacino padano, area per sua conformazione tra le più critiche sotto il profilo dell’inquinamento – spiega Galletti – il lavoro con le quattro regioni interessate sta dando i risultati, a partire dal decreto sulla certificazione di qualità delle ‘caldaiette’. L’attuazione della direttiva Nec e il relativo programma nazionale di riduzione delle emissioni – conclude Galletti – sarà un ulteriore tassello di un’azione mai cosi determinata per elevare la qualità ambientale dei nostri centri urbani”.
Per Alessandro Tramontano, presidente del Consorzio Ecogas, l’apertura della seconda fase dell’infrazione è “una criticità che va ad aggiungersi a quella già evidenziata riguardo alle polveri sottili, a causa della quale rischiamo sanzioni per un miliardo di euro.”
“Come associazione che rappresenta le aziende del settore dei gas per autotrazione – prosegue Tramontano – chiediamo alle Istituzioni di voler valorizzare al massimo il GPL e il metano, carburanti alternativi notoriamente a basso impatto ambientale e come tali riconosciuti anche dalla direttiva Dafi recentemente recepita anche in Italia”.
“La nostra proposta è che il Governo consenta un maggiore utilizzo delle propulsioni alternative incentivando l’acquisto di mezzi nuovi e la trasformazione in after market con politiche di incentivazione strutturali di medio e lungo periodo.”
Una misura che farà parte di un piano d’azione mirato elaborato nelle prossime settimane dalla Convenzione ICBI (Iniziativa carburanti a Basso Impatto), che riunisce 679 Comuni, comprendendo tutte le aree metropolitane e le maggiori città d’Italia. Lo ha annunciato oggi nel corso della Conferenza degli Assessori il presidente della Convenzione, l’Assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli: “Rappresentate dalla Conferenza degli Assessori, le amministrazioni aderenti negli anni hanno avuto modo di confrontarsi su numerosi aspetti della tutela della qualità dell’aria, evolvendosi in un laboratorio di buone pratiche. Per questa ragione, in risposta alla comunicazione della Commissione europea, ci prepariamo ad elaborare una proposta concreta che presenteremo al più presto al Ministero dell’Ambiente”.
Come fa notare la Commissione europea, in 23 dei 28 Stati membri le norme sulla qualità dell’aria non sono ancora rispettate – in totale in più di 130 città in tutta Europa.
“Il contributo delle propulsioni alternative – conclude Tramontano – potrebbe essere significativo, nel nostro paese ma anche nel resto dell’Europa. Per questo opereremo insieme alla Convenzione ICBI, della quale facciamo parte, per mettere a punto la proposta di piano d’azione”.
Secondo la ricerca Green economy e veicoli stradali: una via italiana realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile,“le auto a gas offrono performance ambientali migliori delle auto tradizionali con standard avanzati: dal 10 al 20% in meno di CO2 rispetto a un’auto a benzina, quasi l’80% in meno di NOX e il 40% di PM10 rispetto a un’auto diesel Euro 6.”
Il traffico stradale, sottolinea la Commissione, “è responsabile di circa il 40% delle emissioni di ossido di azoto (NOx) nell’UE. A livello del suolo il contributo relativo del traffico è molto più elevato (in quanto le emissioni provenienti dalle ciminiere industriali sono diluite prima di raggiungere il suolo). Delle emissioni totali di NOx dovute al traffico, circa l’80% proviene dai veicoli con motore diesel.”
Per Francesco Franchi, Presidente di Assogasliquidi, l’Associazione di Federchimica che rappresenta a livello nazionale e internazionale le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e autotrazione, “l’Italia ha già tutti gli strumenti per evitare di incorrere nelle sanzioni relative alla procedura di infrazione comunitaria aperta sul tema dell’inquinamento dell’aria”.
“Le misure da mettere in campo già ci sono: fra queste, la scelta di adottare provvedimenti strutturali che siano di stimolo per i cittadini ad un maggiore utilizzo di veicoli a GPL e metano nel settore dei trasporti e di combustibili meno inquinanti per il riscaldamento domestico, come il gas, piuttosto che legna e pellet, principali responsabili dei livelli altissimi di PM10 e di Benzoapirene”.
“Occorrerebbe pertanto rivedere la politica incentivante relative all’uso delle biomasse per il riscaldamento domestico, dal momento che diversi studi scientifici, condotti da enti terzi e indipendenti come Innovhub ed Enea, hanno dimostrato come esse producano oltre il 99% delle emissioni di particolato del settore civile che sono alla base, insieme alle alte concentrazione di Benzoapirene, di ricoveri e malattie respiratorie”.
“Nel settore della mobilità – spiega Franchi -, il GPL ed il gas naturale sono individuati come carburanti alternativi nella specifica direttiva comunitaria recentemente recepita in Italia. Occorre dare concreta attuazione agli interventi previsti: gli enti locali devono esentare dai blocchi del traffico, permanenti e temporanei, i veicoli alimentati con GPL e gas naturale”.
“Queste misure di esenzione sono fondamentali per aumentare la sensibilità della collettività verso le tecnologie a più basso impatto e possono essere realmente efficaci nell’orientare le scelte degli automobilisti laddove i provvedimenti dei Comuni siano strutturali, pianificati in tempo e comunicati alla cittadinanza con un dovuto anticipo. L’utente deve sapere, ed in tempo, l’uso che può fare della propria vettura e le soluzioni che può adottare per conformarsi alle regole di circolazione in senso ambientale, quali appunto l’acquisto di un nuovo veicolo a gas o la trasformazione a gas del proprio veicolo”, conclude Franchi.