Rapporto Bes, l’ambiente migliora, ma non è abbastanza

Sul fronte energia, materia e cambiamenti climatici, fra il 2014 e il 2015 scende visibilmente la quota di consumi energetici coperti da fonti rinnovabili, passando dal 37,3% al 33,1%.

Segnali di miglioramento ma persistono ritardi e difficoltà strutturali. E’ quanto si desume dal Rapposto Bes 2016 dell’Istat, che esamina 12 grandi tematiche per fotografare il Benessere equo e sostenibile del paese: Salute, Sicurezza, Istruzione e formazione, Benessere soggettivo, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Paesaggio e patrimonio culturale, Benessere economico, Ambiente, Relazioni sociali, Ricerca e innovazione, Politica e istituzioni, Qualità dei servizi.
Le risposte alle problematiche di salvaguardia dell’ambiente, in gran parte guidate dalle normative europee o dall’insorgere di specifiche emergenze, sostiene il rapporto, appaiono ancora frammentate.


Negli ultimi anni l’estensione della superficie delle aree protette non ha subito modifiche rilevanti anche se è in aumento nel corso dell’ultimo decennio. Anche i territori inclusi nella Rete Natura 2000 non registrano variazioni, attestandosi al 19,3%, valore comunque superiore alla media europea (18,4%). In ambito urbano la disponibilità media di aree verdi nei comuni capoluogo è di 31,1 m2 per abitante (due terzi circa dei comuni però si attestano sotto il valore medio e 19 città non raggiungono i 9 m2 pro capite).
Sul fronte energia, materia e cambiamenti climatici, fra il 2014 e il 2015 scende visibilmente la quota di consumi energetici coperti da fonti rinnovabili, passando dal 37,3% al 33,1%.
Tuttavia il valore dell’indicatore è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni (era il 15,5% nel 2004). In calo costante le emissioni, passate nel periodo 2004-2014 da 10,3 a 7,0 tonnellate di CO2 equivalente per abitante.
Gli indicatori soggettivi relativi alla preoccupazione per la perdita di biodiversità e alla soddisfazione della situazione ambientale della zona in cui si vive mostrano da un lato una maggiore sensibilità sul tema della conservazione delle specie: nel 2015 il 19% delle persone si ritiene preoccupato a fronte del 17,2% del 2014, in particolare i giovani (28,4% fra i 14-19enni). Dall’altro è in leggera flessione la soddisfazione per la qualità ambientale della zona di residenza, che si attesta nel 2015 al 69,8% delle persone di 14 anni e più (-1,5 punti percentuali). Su questo aspetto è significativo il divario territoriale: nel Mezzogiorno la quota di persone soddisfatte è al 60,7% (contro il 75,3% del Nord) e in netta diminuzione rispetto al 2014 (64,3%).
Nonostante il trend in diminuzione in tutte le aree, resta elevata la quota di rifiuti smaltiti in discarica rispetto a quelli raccolti ed è pari a quasi la metà dei rifiuti nel Mezzogiorno, al 32,4% al Centro e al 19% al Nord.

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