Oggi il Parlamento Europeo ha approvato, con 610 voti favorevoli, l’Accordo di Parigi per mitigare i cambiamenti climatici. Grazie all’azione del Parlamento europeo, il trattato potrà essere finalmente operativo, raggiungendo la quota di 55 Paesi responsabili del 55% delle emissioni globali, requisito indispensabile per renderlo vincolante. Adesso spetta ai singoli Stati passare all’azione.
Solo sette hanno già completato la procedura di ratifica: Ungheria, Francia, Slovacchia, Austria, Malta, Portogallo e Germania che complessivamente rappresentano il 5% delle emissioni globali.
In contemporanea arriva anche il sì del Consiglio dei Ministri italiano – che ha approvato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 – subito commentato dal Ministro del’ambiente Gian Luca Galletti: “Con l’approvazione del decreto di ratifica dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici da parte del consiglio dei ministri, l’Italia ha fatto un altro importante passo avanti sul percorso della lotta al surriscaldamento globale.
Il nostro paese, sin dalla conferenza di Lima del 2014 dove abbiamo guidato la delegazione europea, e poi a Parigi nel dicembre scorso, ha dato un contributo convinto ed efficace per il raggiungimento di un accordo che si aspettava da anni e che serve a tutelare il pianeta e l’umanità che lo abita. A Bruxelles nei giorni scorsi in sede di consiglio dei ministri dell’ambiente abbiamo ratificato come Unione Europea, adottando una procedura straordinaria, l’accordo di Parigi. L’Italia ha fortemente voluto questa soluzione che serve ad arrivare alla Cop 22 in Marocco forti e uniti. Con il provvedimento di oggi rimettiamo la ratifica dell’intesa a livello nazionale al parlamento confidando in una approvazione in tempi brevissimi. Stiamo cambiando il mondo, anche quello delle relazioni internazionali. Basti pensare che per fra la firma e l’entrata in vigore dle protocollo di Kyoto passarono 8 anni, dalla firma all’entrata in vigore dell’accordo di Parigi passeranno solo 10 mesi”.
Nello specifico, il disegno di legge prevede, nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia, la partecipazione alla prima capitalizzazione del “Green Climate Fund” con 150 milioni di euro, 50 per ogni anno fino al 2018, che si aggiungono ai 50 milioni già versati dal nostro Paese nel fondo che sostiene gli sforzi dei Paesi in via di sviluppo nel conseguimento degli impegni dell’accordo.
«Ora che l’Accordo è stato approvato dal Parlamento Europeo, – dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, già Ministro dell’Ambiente – il Consiglio dell’Ue dovrà adottare tutte le misure necessarie affinché i singoli Paesi membri, insieme ai 7 che hanno già ratificato, possano depositare entro il 7 ottobre gli strumenti di ratifica alle Nazioni Unite a New York. L’Italia, però – invece di essere tra i primi sarà come al solito il “fanalino di coda”».
«Nella scorsa conferenza stampa – continua Pecoraro Scanio – che ho organizzato alla Camera dei deputati, insieme ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste, avevamo chiesto al nostro Governo di ratificare entro 10 giorni, ma probabilmente ci riuscirà solo a fine anno, sebbene un disegno di legge di ratifica sia un atto semplice e dovuto e il Parlamento europeo abbia esortato a depositare all’Onu gli strumenti di ratifica prima della fine dell’anno. Saremo così in ritardo rispetto alla Cop22 che si terrà a novembre a Marrakech e al resto dei Paesi europei».
Grazie alla ratifica da parte dell’UE dunque, l’accordo di Parigi entrerà in vigore in tempo per la conferenza sul clima COP22 a Marrakech dove, dal 7-18 novembre 2016, l’UE si unirà a Stati Uniti, Cina e India, gli altri principali responsabili delle emissioni di gas serra.