Bayer compra Monsanto per 66 miliardi di dollari

Le società sono arrivate ad un accordo per un indennizzo da due miliardi di dollari in caso la transazione riceva il no dell'antitrust.

La statunitense Monsanto è stata acquisita dalla tedesca Bayer per 66 miliardi di dollari dopo cinque mesi di trattative. In pratica 128 dollari per azione in contanti, che si traducono per gli azionisti Monsanto in un premio di 44% rispetto al prezzo di chiusura del titolo il 9 maggio, alla vigilia dell’annuncio dell’offerta.
Con l’acquisizione nasce un gigante dell’agrochimica che controlla il 24% del mercato dei fitofarmaci e il 29% del mercato dei semi ed una consistente presenza nella genetica vegetale per l’agricoltura che secondo Coldiretti genera una posizione di oligopolio che aumenta anche lo squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori.


L’acquisizione, spiega l’associazione degli agricoltori, sarebbe stata spinta dallo storico flop delle semine Ogm che sono crollate del 18 per cento in Europa nel 2015 e per la prima volta fanno registrare anche una inversione di tendenza a livello mondiale con 1,8 milioni di ettari coltivati in meno, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse miracolistiche. “Le multinazionali hanno tutto l’ interesse a concentrare la commercializzazione di fitofarmaci e sementi per garantirsi profitti in un momento in cui, tra l’altro, il mercato europeo anche per i nuovi indirizzi di Politica Agricola Comunitaria finalizzati a garantire processi di produzione a basso impatto ambientale, hanno determinato una sensibile riduzione nell’uso dei prodotti fitosanitari, mentre la positiva scelta della quasi totalità degli Stati europei, di rifiutare il ricorso alle sementi Ogm ha determinato una contrazione del volume di affari delle multinazionali dell’agrochimica sul mercato europeo.”
L’operazione – continua la Coldiretti – segue da vicino l’acquisizione del gruppo Syngenta da parte di Chemchina e la fusione tra Dow Chemical e Dupont a conferma dei rischi di una eccessiva concentrazione di poche multinazionali su mercati come quelli delle sementi che sono strategici per la sovrantà alimentare dei singoli Paesi. “E’ evidente la necessità per l’Italia di salvaguardare il patrimonio unico di biodiversità di cui dispone con un maggiore impegno nel presidio di un settore determinante per la difesa dell’ambiente ma anche per la competitività del Made in Italy” ha concluso il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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