Il Sud Sudan si trova a dover affrontare livelli d’insicurezza alimentare senza precedenti, con 2,8 milioni di persone – quasi il 25% della popolazione – che continua ad avere urgente bisogno di assistenza alimentare, e almeno 40.000 persone sull’orlo della catastrofe, hanno avvertito oggi tre agenzie delle Nazioni Unite.
L’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e il Programma alimentare mondiale (PAM) hanno sottolineato che questi dati sono particolarmente preoccupanti perché mostrano un aumento della denutrizione proprio nel periodo post-raccolto – un momento in cui il paese dovrebbe avere più cibo a disposizione.
Si prevede che il numero delle persone che soffrono la fame raggiungerà il picco durante la prossima stagione magra – tradizionalmente il periodo peggiore è tra aprile e luglio – quando la disponibilità di cibo è al minimo. Partner umanitari hanno rilasciato un aggiornamento della Integrated Food Security Phase Classification (IPC) (Quadro integrato di classificazione della sicurezza alimentare, N.d.T.) che prevede che la stagione magra inizierà all’inizio di quest’anno, e che il periodo di fame sarà più lungo rispetto agli anni precedenti.
Le tre agenzie delle Nazioni Unite fanno notare che la stagione secca, che inizia proprio adesso, potrebbe causare ulteriori difficoltà per coloro che soffrono livelli di fame più severi. Gli sfollati a causa del conflitto nell’Unity State, che sinora si sono cibati di pesce e di ninfee per sopravvivere, stanno esaurendo le loro poche fonti di cibo, via via che le inondazioni recedono. I saccheggi di bestiame hanno privato molte persone di prodotti animali essenziali, i loro principali mezzi di sopravvivenza durante la stagione magra dello scorso anno. Se durante la stagione secca l’assistenza umanitaria non riuscirà a raggiungere in modo affidabile queste persone, nei prossimi mesi esse si troveranno ad affrontare una vera catastrofe.
Per questo motivo, le agenzie delle Nazioni Unite chiedono una rapida attuazione dell’accordo di pace firmato lo scorso anno, e di avere accesso illimitato alle aree del conflitto per poter consegnare i tanto necessari rifornimenti nelle zone più colpite.
“Non sono solo le aree direttamente colpite dal conflitto a soffrire di grave insicurezza alimentare – vi sono circa 200.000 persone negli stati del Nord di Bahr El Ghazal e di Warrap che hanno visto il loro accesso al cibo deteriorarsi, a causa di fattori legati al conflitto come l’inflazione dei prezzi e lo sconvolgimento dei mercati “, ha dichiarato Serge Tissot, facente funzione di Rappresentante della FAO in Sud Sudan. “Una sollecita attuazione dell’accordo di pace è assolutamente fondamentale per migliorare la situazione alimentare”.
“Durante la stagione secca, dobbiamo fare un enorme sforzo di pre-posizionamento per poter continuare ad assistere le persone quando le strade diventeranno impraticabili con l’arrivo delle piogge”, ha detto Joyce Luma, Responsabile del PAM nel paese. “L’accrescersi della situazione d’insicurezza nella regione di Greater Equatoria ostacola la consegna di aiuti umanitari attraverso le vie principali, compromettendo i nostri sforzi per organizzarci e rispondere alle persone che hanno più bisogno”.
Il rapporto IPC pubblicato oggi sottolinea come i livelli di emergenza di malnutrizione siano motivo di grave preoccupazione. La malnutrizione nel Sud Sudan è attribuita principalmente al consumo inadeguato di cibo, insieme ad altri fattori come le malattie, le abitudini alimentari, e la mancanza di servizi sanitari e nutrizionali.
“Le famiglie hanno fatto tutto ciò che è stato loro possibile per sopravvivere, ma ora stanno esaurendo qualsiasi risorsa”, ha affermato Jonathan Veitch, Rappresentante dell’UNICEF in Sud Sudan. “Molte delle aree dove vi è maggior bisogno non sono raggiungibili a causa della situazione della sicurezza. E’ fondamentale che ci venga subito dato accesso senza restrizioni. Se riusciamo a raggiungerli, li possiamo aiutare”.
Lavorando insieme a un gran numero di organizzazioni non governative, internazionali e locali, la FAO, l’UNICEF e PAM continuano a fornire aiuti per salvare vite e mezzi di sostentamento in circostanze difficili.
La FAO prevede nel 2016 di assistere 2,8 milioni di persone nella produzione alimentare e per proteggere il bestiame, rispetto ai 2,4 milioni di persone raggiunte lo scorso anno. Il sostegno d’emergenza ai mezzi di sostentamento della FAO comprende kit di colture vegetali, kit di prodotti ortofrutticoli, kit di pesca e la vaccinazione di oltre 5 milioni di capi di bestiame.
L’UNICEF ha fissato l’obiettivo per il 2016 di raggiungere oltre 165.000 bambini che soffrono di malnutrizione acuta grave (SAM). Lo scorso anno il numero di bambini trattati per SAM ha superato i 144.000 casi, un aumento del 53% rispetto al 2014.
Il PAM nel corso dell’ultimo anno ha distribuito cibo e assistenza nutrizionale a circa 3 milioni di persone in tutto il Sud Sudan, in collaborazione con 87 ONG partner e l’utilizzo di tutti gli strumenti a sua disposizione, compresi lanci, chiatte fluviali, trasferimenti di denaro, acquisti alimentari locali e specifici cibi altamente nutrienti.
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