Legambiente, regole ed esempi anti-smog

Legambiente, regole ed esempi anti-smog
Legambiente, regole ed esempi anti-smog

L’emergenza smog difficilmente sarà risolta solo con gli interventi sporadici che le amministrazioni propongono quando il gioco si fa duri, tra targhe alterne, blocchi del traffico, mezzi pubblici gratis e nessuna politica concreta e lungimirante. E’ quanto sostiene Legambiente, che propone una serie di misure continuative e invita quindi il Governo, i ministeri dell’Ambiente, della Salute e delle Infrastrutture e i Comuni a intervenire con politiche concrete ed efficaci per garantire una migliore qualità dell’aria e della vita in tutte le città. Porta inoltre all’attenzione di tutti alcuni esempi virtuosi.

LE 10 PROPOSTE
1000 treni per i pendolari. Annunciati nel 2006 dal Governo Prodi, che fece sperare in una nuova politica dei trasporti, ma mai arrivati. Intanto i disservizi, l’affollamento dei convogli e il forte disagio per chi viaggia, porta sempre più persone a scegliere l’auto per entrare e uscire dalle città negli spostamenti quotidiani casa-lavoro.
Fuori i diesel dalle città. Limitazione della circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello adottato dalla città di Parigi: entro il 2016 divieto di circolazione di tutti i veicoli degli euro0 ed euro1, e dei diesel (auto e camion) euro2. Entro il 2017 divieto esteso a diesel euro3 e poi a crescere sino a vietare nel 2020 la circolazione dei veicoli diesel euro5 (quelli venduti sino ad oggi).
Nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto: applicazione immediata dei nuovi criteri di prova di omologazione per i veicoli immessi sul mercato, con verifica su strada e dichiarazione obbligatoria dei risultati reali di consumo e di inquinamento risultanti. Richiesta già avanzata da Legambiente ma ancora senza risposta.
Ridurre la velocità. Imporre a livello nazionale il limite di 30 km/h all’interno dei centri abitati, con l’eccezione delle principali arterie di scorrimento. Con effetti sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico derivante dall’uso dell’auto e grandi benefici in termini di sicurezza stradale, riducendo notevolmente il numero di incidenti.
Chi inquina paga. Prevedere, con una disposizione nazionale, l’estensione del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città e con una differente politica tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale.
Muoversi in città… senza l’auto. Approvare un piano nazionale che imponga target di mobilità a livello urbano (sul modello della raccolta differenziata) per arrivare entro due anni ad una quota di spostamenti individuali motorizzati al di sotto del 50% del totale. A partire da questo obiettivo fissare target ambiziosi per arrivare nel giro di 6-8 anni sotto il 30%.
Prevenire è meglio che curare. Serve un serio Piano nazionale antismog in cui il governo assuma un ruolo guida importante, dotato di risorse economiche, obiettivi misurabili e declinabili. La priorità deve essere la realizzazione di nuove linee metropolitane e di tram, a cui devono essere vincolate da subito almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle città. Occorre infine una verifica dei piani di risanamento dell’aria delle regioni e delle principali città per garantire una uscita dall’emergenza entro i prossimi cinque anni.
Stop ai sussidi all’autotrasporto per migliorare il TPL. Dal 2000 al 2015 sono stati dati circa 400 milioni in media l’anno all’autotrasporto e anche per il 2016 gli aiuti diretti e indiretti saranno pari a 250 milioni di euro. Chiediamo che tali risorse siano, al contrario, destinate ad incrementare e migliorare il trasporto pubblico locale e il servizio per i cittadini.
Riscaldarsi senza inquinare. Divieto di uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire dalla prossima stagione di riscaldamento. Obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei condomini in tutta Italia a partire dalla prossima stagione di riscaldamento. Obiettivo del 3% all’anno sulla riqualificazione degli edifici pubblici e privati per attuare il piano europeo per ammodernare o ricostruire l’intero patrimonio edilizio entro 30 anni.
Ridurre l’inquinamento industriale. Occorre applicare autorizzazioni integrate ambientali (AIA) stringenti, come prevedono le norme europee e nazionali e rendere il sistema del controllo pubblico efficace. Per fare ciò occorre però sbloccare l’iter di approvazione della legge sul sistema delle Agenzie e dei controlli ambientali ferma al Senato da oltre un anno.

“Questa situazione – ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – rappresenta una emergenza ma non certo un caso eccezionale. Ogni anno in questa stagione ci troviamo a dover affrontare picchi di inquinamento e contare sulla pioggia, che prima o poi scenderà, non è proprio la soluzione più efficace e utile. Sicuramente i singoli cittadini possono mettere in campo comportamenti virtuosi che contribuiscano a diminuire le emissioni inquinanti ma la vera ricetta per cambiare le cose può venire solo dal Governo e dalle istituzioni. Solo mettendo finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate su trasporto pubblico locale, treni per pendolari e mobilità alternativa potremo raggiungere migliori livelli di vivibilità e liberare i nostri centri urbani dalla cappa inquinante che, non dimentichiamolo, contribuisce all’aumento di patologie respiratorie, soprattutto nei bambini, e cardiovascolari negli anziani”.

GLI ESEMPI VIRTUOSI
Dodici esperienze virtuose per uscire dalla morsa dello smog.
L’area C di Milano, la zona 30 di Torino Mirafiori e Cagliari, la bicipolitana di Pesaro. Ed ancora il piano della mobilità pensato dalla città di Bolzano per incentivare i cittadini ad usare i mezzi pubblici, la linea tram di Firenze-Scandicci che in quattro anni ha registrato oltre 13 milioni di viaggiatori all’anno ben disposti a lasciare l’auto a casa, l’Hub delle merci di Parma, il park&ride (parcheggi di interscambio) di Bari, il pedibus e il bicibus scuola promosso a Reggio Emilia, il Pony Zero Emissioni che ha preso il via a Torino, il bosco sociale di Ferrara per ridurre le emissioni inquinanti e l’esperienza in Alto Adige dove, per ridurre i consumi per il riscaldamento degli edifici, da anni è obbligatoria la certificazione energetica per tutti gli interventi con standard obbligatori sia per le nuove case che per le ristrutturazioni che riducono inquinamento e bollette delle famiglie.

In vista dell’incontro di mercoledì, Legambiente ricorda al Governo Renzi questi esempi virtuosi che meritano di essere sostenuti economicamente e replicati perché sono la dimostrazione che un cambio di rotta nelle politiche della mobilità è possibile, dá frutti, raccoglie consenso e produce economia sana. Un’operazione possibile solo se l’Esecutivo decide di mettersi finalmente in gioco e di sostenere quei comuni virtuosi, ad oggi rimasti soli, attraverso un piano nazionale che renda le auto un oggetto indesiderato in città e rimetta in discussione il concetto di mobilità sostenibile, potenziando il trasporto sul ferro e l’uso dei mezzi pubblici per rendere le città più vivibili e libere dallo smog. “I blocchi e le targhe alterne sono provvedimenti inevitabili – dichiara Rossella Muroni, la presidente nazionale di Legambiente – ma per risolvere il problema dello smog devono essere accompagnati da politiche di sistema. I sindaci devono replicare le buone pratiche già in atto nei diversi comuni, ma serve una svolta da parte del Governo con un piano straordinario sulla mobilità in città. Dov’è finito il Matteo Renzi sindaco di Firenze che aveva il coraggio di pedonalizzare parte del centro storico sfidando i commercianti e di portare avanti interventi ad hoc per la città? Nonostante i primi e tardivi segnali messi in campo su input del ministro Delrio nella legge di stabilità, ad oggi il Governo Renzi non ha preso misure drastiche in materia per rendere l’auto privata l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini. Serve un cambio di passo veloce e decisivo che sappia guardare anche a quelle buone pratiche già in atto nel Paese in termini di mobilità sostenibile, efficienza energetica e verde urbano. Non c’è più tempo da perdere, è ora di passare dalle parole ai fatti per il bene dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

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