12 dicembre data storica, ovvero quella in cui è stato approvato il Paris Agreement per contrastare i cambiamenti climatici, che in pratica succede al protocollo di Kyoto, firmato nel 1997 ed entrato in vigore a febbraio del 2005.
Un punto di partenza su cui basare le decisioni politiche dei prossimi anni.
La cerimonia ufficiale di firma avverrà il 22 aprile 2016 a New York e l’entrata in vigore del trattato, non prima del 2020, si concretizzerà dopo 30 giorni da quando almeno 55 parti responsabili di almeno il 55% delle emissioni di gas serra lo avranno ratificato.
Il testo, firmato da 195 nazioni, si compone di 31 pagine, 19 introduttive e 12 di documento vero e proprio, sudduviso in 29 articoli.
Riconfermato l’obiettivo del mantenimento dell’aumento di temperatura media globale al di sotto dei 2°C, con lo sforzo di raggiungere l’obiettivo più ambizioso di 1.5°C, raccomandato dalla scienza. I piani nazionali per il taglio dei gas serra saranno sottoposti a revisione ogni cinque anni.
Riguardo agli aspetti finanziari, è prevista la mobilitazione di un minimo di 100 miliardi di dollari all’anno da parte dei paesi industrializzati verso i paesi in via di sviluppo e l’implementazione del meccanismo di compensazione “loss and damage” per i paesi più vulnerabili.
L’adesione è volontaria e non sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto.
Il testo dell’accordo.
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