L’ambiente nel Rapporto Bes 2015 dell’Istat

L'ambiente nel Rapporto Bes 2015 dell'Istat
L'ambiente nel Rapporto Bes 2015 dell'Istat

Passi in avanti ma ancora critica la gestione di risorse naturali e qualità dell’ambiente in Italia secondo il Rapporto Bes 2015: il benessere equo e sostenibile in italia diffuso ieri, che descrive l’insieme degli aspetti che concorrono alla qualità della vita dei cittadini esaminando numerosi indicatori.

Gli estensori partono da una premessa: “La protezione dell’ambiente rappresenta una chiave determinante e lungimirante per le scelte del sistema Paese ed anche dei singoli cittadini. Con un piano di sviluppo legato alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica, le azioni di tutela dell’ambiente, di gestione sostenibile delle risorse naturali e di lotta ai cambiamenti climatici possono aggiungere valore e proteggere i territori, sostenere la società e l’economia.”
Le risultanze: molte differenze ancora connotano le varie aree del Paese e i diversi aspetti ambientali, anche se nel corso degli ultimi anni, con l’impulso delle normative e dei vincoli europei, sono stati compiuti passi in avanti nelle politiche di monitoraggio dei sistemi naturali che comunque segnalano un’evoluzione reale.

Aumenta la disponibilità di aree verdi urbane a disposizione dei cittadini: nei comuni capoluogo coprono il 2,7% del territorio nel 2013 (+0,7% sull’anno precedente), si tratta in media di 32,2 metri quadrati per abitante. Si riduce l’inquinamento dell’aria in diverse città, infatti nel 2014 passano da 44 a 35 i comuni capoluogo dove il valore limite per la protezione della salute umana previsto per il PM10 viene superato per più di 35 giorni. Cresce l’energia prodotta da fonti rinnovabili, che raggiunge il 37,3% del totale nel 2014 dal 33,7% dell’anno precedente, e anche le famiglie sono sempre più sensibili al tema dell’efficienza energetica: 22 su 100 hanno investito denaro negli ultimi cinque anni per acquistare nuovi impianti e apparecchi per razionalizzare il consumo. Si contraggono le emissioni di gas serra (sotto le 8 tonnellate di gas CO2), anche come conseguenza della crisi economica.
È ancora evidente però, la necessità di interventi sostanziali sul territorio per la tutela e la gestione dell’ambiente. Nel settore dei rifiuti urbani si riduce la quota dello smaltimento in discarica ma è comunque più di un terzo del totale (31,5% nel 2014), a conferma del ritardo rispetto agli altri paesi europei. Resta anche grave, soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno e dell’Italia centrale, la dispersione di acqua potabile dalle reti di distribuzione comunale, pari al 37,4% dei volumi immessi in rete in media nazionale.
Ugualmente grave la presenza di diversi siti inquinanti da bonificare diffusi sul territorio nazionale, sono 39 in tutta la Penisola per una superficie di 121mila ettari. Inoltre resta elevato in molte zone del Paese il rischio idrogeologico prodotto da frane e esondazioni dei corsi d’acqua, considerando che in cinquanta anni, fra il 1964 e il 2013, questi eventi hanno causato più di 2mila vittime.
L’indice composito di ambiente (composto da trattamento delle acque reflue, conferimento dei rifiuti in discarica, aree di particolare interesse naturalistico, energia da fonti rinnovabili, soddisfazione per diverse dimensioni dell’ambiente – aria, acqua, rumore) si attesta a 104,1 nel 2012 da 100 del 2008.
Gli altri aspetti esaminati dal Bes: Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi.
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