Se non ci saranno progressi, nel 2015 ben 2,4 miliardi di persone, concentrate nei paesi più poveri, non avranno servizi igienico-sanitari adeguati. E’ quanto risulta dal dossier messo a punto dal Gruppo Hera, un focus dettagliato su fognature e depurazione.
Dal macro al micro, si passa alle gravi carenze italiane su investimenti e infrastrutture per la depurazione, che potrebbero costare care. Se l’Italia non si adeguerà alle normative comunitarie, l’Ue potrebbe infatti emettere sanzioni pesantissime, pari a circa 700 milioni di euro all’anno a partire dal 2016.
Gli investimenti necessari in Italia?
Secondo Hera 65 miliardi di euro in 30 anni. Se da un lato in Italia le tariffe idriche sono tra le più basse d’Europa, dall’altro il Bel Paese detiene un indice negativo in merito agli scarsi investimenti sulle reti idriche, fermo a un terzo di quanto invece investono gli altri paesi occidentali. Gran Bretagna e Stati Uniti, ad esempio, investono circa 80 euro procapite all’anno, mentre in Italia si è fermi a 26 euro annui per abitante (dati Ocse).
Nel dossier grande attenzione è dedicata all’Emilia-Romagna che si conferma tra le regioni più virtuose d’Italia. Occhi puntati sul risanamento fognario di Rimini, che prevede lo stanziamento di 154 milioni di euro per dimezzare già dal 2016 gli scarichi a mare, eliminandoli definitivamente entro il 2020.
http://www.gruppohera.it/gruppo/com_media/dossier_depurazione/