Anche la Ue è intervenuta per chiarire la questione della supposta Tassa sull’aria condizionata, diffondendo alcune Frequently Asked Questions sul tema. Eccole, partendo da qui: l’UE non impone nessuna tassa sui condizionatori delle famiglie italiane. Si tratta solo di garantire ispezioni periodiche ai condizionatori più potenti, cioè superiori a 12 kW ovvero capaci di raffreddare ambienti di almeno 160 metri quadrati. Non cambia nulla per i condizionatori presenti nella maggior parte delle nostre case e dei piccoli negozi.
PERCHE’ UNA NUOVA TASSA? – Non si tratta di una tassa. Si tratta di assicurare la corretta manutenzione degli impianti di condizionamento. Le norme europee (articolo 15 della direttiva 2010/31/UE) prevedono che i singoli Stati stabiliscano le misure necessarie per valutare periodicamente se i condizionatori sono efficienti e adeguati rispetto alla necessità di rinfrescare l’edificio in cui sono installati.
IN ARRIVO NUOVI COSTI PER LE FAMIGLIE ITALIANE? – No. Queste regole europee si applicano solo agli impianti di condizionamento d’aria la cui potenza nominale è superiore a 12 kW, ovvero per impianti che raffreddano ambienti di almeno 160 metri quadrati. Si tratta, per esempio, di condizionatori installati in grandi uffici, centri commerciali, grandi supermercati e spazi ampi accessibili al pubblico. Sono invece esclusi i condizionatori presenti nella grande maggioranza delle nostre case e dei piccoli negozi, perché hanno una potenza notevolmente inferiore ai 12 kW.
MA PERCHE’ OBBLIGARE ALLA MANUTENZIONE PERIODICA? – L’ispezione periodica degli impianti di condizionamento aiuta a migliorare il rendimento energetico dell’impianto, contribuendo a una maggiore efficienza e a una riduzione dei costi della bolletta energetica.
OGNI QUANTO VANNO ISPEZIONATI I CONDIZIONATORI? – Sono gli Stati membri a decidere quanto spesso ispezionare gli impianti. Le norme europee autorizzano i singoli Governi nazionali a ridurre la frequenza delle ispezioni o anche alleggerirle in presenza di un sistema di monitoraggio e controllo elettronico. Frequenze di ispezione diverse possono anche essere fissate in funzione del tipo e della potenza nominale dell’impianto di condizionamento d’aria. Tutto ciò deve essere fatto tenendo conto di due fattori: i costi legati all’ispezione dell’impianto di condizionamento d’aria e il risparmio energetico previsto che potrebbe derivarne.
MA PERCHE’ INTRODURRE L’OBBLIGO DI MANUTENZIONE IN PIENA ESTATE? – In realtà la direttiva europea è stata approvata nel 2010. In Italia la norma è stata introdotta due anni fa, tramite il Decreto Legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito poi in legge dal Parlamento italiano nella seduta n. 61 del 30 luglio 2013. Le norme più controverse, quelle relative al libretto per i climatizzatori dove riportare gli interventi di ispezioni, sono già in vigore dal 1° ottobre 2014.
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