Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 122 del 28 maggio la legge 22 maggio 2015 n. 68 “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente”.n vigore, quindi, da venerdì 29 maggio. Introduce nel codice penale i reati di inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale radioattivo, impedimento di controllo e omessa bonifica. Confermato il ravvedimento operoso, che prevede una riduzione di pena dalla metà a due terzi per chi si adopera a ripristinare lo stato dei luoghi prima che venga annunciato il dibattimento di primo grado.
Il Ministro dell’Ambiente Galletti ad Avvenire: “E’ una svolta culturale. Mettiamo nero su bianco che chi inquina va in galera. E poi abbiamo rispettatro i tempi e anche questo ha la sua importanza: rispettare gli impegni presi e’ sempre un valore di per sé. E poi perché si è verificata su questo tema una grande convergenza di tutto il Parlamento. Il governo e i partiti di maggioranza lo hanno voluto con forza, ma si è registrato un voto molto piu ampio”.
Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente: “Grazie alla nuova legge sugli ecoreati la parola ambiente entra nel codice penale con i cinque nuovi delitti di inquinamento, disastro ambientale, traffico di materiale radioattivo, omessa bonifica e impedimento del controllo. Sono previste aggravanti ecomafiose, nei casi di lesione o morte, il raddoppio dei tempi di prescrizione, la confisca dei beni e sconti di pena per chi si adopera per bonificare in tempi certi. Insomma una legge rivoluzionaria con buona pace degli uccelli del malaugurio (pochi a dir la verità), che anche in questi giorni di festa continuano a evidenziare presunti scenari apocalittici post approvazione degli ecoreati.
Vale la pena ricordare che si tratta di allarmi infondati. Innanzitutto perché è impossibile peggiorare il quadro attuale della tutela penale dell’ambiente, di fatto quasi inesistente. Non è vero poi che rischiano di saltare processi in corso: nella legge si fa salvo quanto previsto dal cosiddetto disastro innominato, utilizzato fino ad oggi con poca fortuna a dir la verità per contestare il disastro ambientale, e non si cancella nessuna delle sanzioni contravvenzionali esistenti.”