New Holland ha portato ad Expo l’ulteriore evoluzione del suo prototipo di trattore alimentato a metano, sempre più vicino all’assetto finale che lo porterà alla commercializzazione.
Il prototipo di 2ª generazione, basato sul trattore New Holland T6.175 di serie, monta un propulsore Nef 6 da 175 CV (129kW) di potenza e 740 Nm di coppia sviluppato da FPT Industrial. Le nove bombole di gas hanno una capacità totale di 300 litri (52 kg) di metano compresso che danno al trattore circa mezza giornata di autonomia in servizio normale. Il trattore Methane Power di 2ª generazione consente un risparmio sul costo del carburante che può arrivare anche al 20% fino al 40%.
In termini di performance ambientale, presenta l’80% di emissioni inquinanti in meno rispetto a un normale trattore diesel ed è già conforme ai futuri obiettivi in materia di gas a effetto serra, che si prevede richiederanno un abbattimento del 20% delle emissioni in Europa entro il 2020.
Le emissioni di CO2 possono essere ulteriormente ridotte con l’utilizzo di biometano, vale a dire metano derivato dalla biomassa. Lo switching può essere effettuato senza bisogno di modifiche al trattore o alla rete di distribuzione dei carburanti, il che apre la porta a grandi opportunità per il raggiungimento degli obiettivi generali di riduzione di gas serra. Nell’ambito di una Energy Independent Farm, sottolinea New Holland, cioè di un’azienda agricola in grado di coltivare la biomassa per produrre in proprio il biometano, non solo è possibile azzerare le emissioni di CO2, ma anche tagliare del 40% le spese per il carburante.
Carlo Lambro, Brand President New Holland Agriculture, ha preso la parola all’assemblea della WFO, l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori, intervenendo sui temi dell’agricoltura sostenibile ed efficiente, e sulla fondamentale importanza dello sviluppo della meccanizzazione agricola per sfamare una popolazione mondiale in continua crescita.
Nel corso del suo intervento, Lambro ha spiegato la strategia Clean Energy Leader® che New Holland persegue dal 2006. In particolare si è soffermato sul progetto della Energy Independent Farm basato sull’autosufficienza energetica delle aziende agricole. Imperniato sulla convinzione che gli agricoltori possano liberarsi dai vincoli dei combustibili fossili, “coltivando” le proprie fonti bioenergetiche, sole, vento, biomassa, per produrre energia da utilizzare per il funzionamento dell’azienda agricola e delle macchine agricole, il progetto è il primo esempio di circolo energetico virtuoso.