L’Italia e altri 11 Paesi (Slovenia, Malta, Polonia, Bulgaria, Austria, Cipro, Francia, Ungheria; Lituania, Lettonia, Lussemburgo) hanno chiesto formalmente alla Commissione Ue di ritirare la proposta che autorizza la coltivazione del nuovo mais transgenico Pioneer 1507. In una lettera del 12 febbraio firmata, tra gli altri, dal ministro per gli affari europei Enzo Moavero, inviata al commissario alla Salute Tonio Borg, i 12 chiedono a Bruxelles un passo indietro. La Commissione aveva infatti precisato di non poter fare altro che dare il via libra essendo gli stati non in grado di prendere una decisione ne’ i un senso ne’ nell’altro.
L’unica possibilita’, secondo la Commissione, e’ che gli Stati trovino un accordo sulla modifica della direttiva ogm permettendo agli Stati di derogare dalle autorizzazioni Ue per motivi diversi dalla sicurezza sanitaria e ambientale.
Sono appena 27 i Paesi che nel mondo hanno coltivato biotech nel 2013 per un totale di 175 milioni di ettari concentrati però soprattutto negli Stati Uniti (70.1 milioni di ettari), in Brasile (37 milioni in Brasile), 24,4 milioni (Argentina) e Canada (11 milioni), ma anche in Cina e nei Paesi di via di Sviluppo sotto il pressing delle multinazionali. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications (ISAAA) dal quale si evidenzia il calo rispetto al 2012 in cui erano 28 i Paesi a coltivare biotech. In coda alla classifica l’Unione Europea dove – sottolinea la Coldiretti – nonostante l’azione delle lobbies che producono ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari).
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